La prima cosa che mi viene da dire a caldo è: Almodovar si è bevuto il cervello. E la recensione potrebbe finire già qui, ma vado avanti perché mi piace infierire.
La pelle che abito è un melò in cui il regista ostenta il suo sguardo perverso verso l’umanità e la sessualità. Un film horror, splatter, ma anche fantascientifico e grottesco. Aggiungerei comico, ma dubito che fosse nelle sue intenzioni. I dialoghi sono a volte irritanti a volte addirittura ridicoli, quelli delle ultime scene esilaranti.
Sarei molto tentata di fare spoiler e raccontarvi la storia risibile che Almodovar ritiene, sbagliando, di aver messo in piedi. Non lo faccio perché so per esperienza che di masochisti intenzionati, nonostante tutto, ad andare a vederlo ce ne son tanti e magari qualcuno di loro legge questo blog. Anche se sono quasi convinta che le nostre lettrici e i nostri lettori hanno un equilibrio psicologico invidiabile, grande intelligenza e molto gusto
Mi limiterò dunque a qualche notazione. Intanto il regista non si smentisce e riesce a mostrare anche il sederino di Banderas, costringendolo però a un contorsionismo innaturale che lo avrà portato sicuramente a destinare gran parte del suo cachet a un bravo fisioterapista.
La Paredes, attrice molto amata da Almodovar e anche brava, è l’ombra di se stessa, forse anche per il fatto che il suo personaggio è piatto, una sagoma di cartone tenuta in piedi con sostegni invisibili. Per non parlare de Il Tigre, un personaggio indimenticabile. L’unica nota positiva è la bellezza della protagonista femminile, Elena Anaya, della qual cosa però il regista non ha alcun merito.
Non vi dico poi le musiche quanto sono tragiche eccessive e sgradevoli.
Sicuramente ci sarà qualche critico intellettuale e con la puzza al naso che parlerà di riflessione pensosa e sofferta sull’identità di genere e sull’onnipotenza umana (Maltese su Repubblica ha rispolverato “il valore catartico dell’arte”, lo giuro. Pensavo fosse sfottente, ma ha dato 4 stelle!). Non gli credete. Citando un grande personaggio, lui sì, direi che È UNA BOIATA PAZZESCA!