La scorsa settimana ci aveva deliziato con la sua prima perla di saggezza. Il Capo della Magistratura iraniana Sadegh Larijani, infatti, aveva avuto l’ardire di sostenere che in Iran nessuno veniva ucciso per le proprie convinzioni politiche. Oggi, se possibile, Sadegh Larijani si supera e, in merito alla pena di morte, afferma testualmente: “Non solamente in Iran, ma anche in tutti i Paesi islamici, la pena di morte esiste ed è, in effetti, un valore di tutto il mondo islamico“. Abbiamo capito bene!!! A quanto pare, non soltanto Larijani difende questo barbaro sistema punitivo, ma lo descrive come un “valore”, ovvero una scelta religiosamente etica e moralmente giustificabile. Ormai siamo alla fiera dell’impossibile e davvero, nuovamente, è meglio lasciare il commento unicamente alle immagini.
Il boia in Iran non si ferma
Che la pena di morte sia un valore per il regime iraniano non facciamo fatica a crederlo e ce lo conferma il fatto che il boia in Iran non si ferma. Mentre vi scriviamo, infatti, dieci prigionieri iraniani rischiano di finire al patibolo nel carcere di Evin. Attivisti iraniani hanno comunicato che le autorità carcerarie hanno invitato i prigionieri a chiamare i parenti per concordare l’ultima visita…Nel mentre, a proposito di convinzioni politiche, tre prigionieri di entnia Balochi sono stati uccisi nel carcere di Zahedan. I loro nomi sono: Abdolbaset Rigi, Abdoljalil Kahrazehi e Yahya Chari Zehi. Per tutti loro l’accusa è quella di Moharebeh, la modalità con cui il Teheran classifica i nemici di dio, ovvero i nemici del regime iraniano…
A tutto ciò, in conclusione, possiamo aggiungere le parole del Ministro degli Esteri francese Laurant Fabius, in merito al programma nucleare iraniano. Parlando alla radio Europe-1, Fabius ha affermato senza mezzi termini che l’Iran acquisirà la capacità di costruire un ordigno nucleare nella prima metà del 2013!!! Praticamente domani…