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La pena di vivere

Creato il 01 aprile 2011 da Fabsound

Un paio di settimane fa Roberto Saviano ha lanciato su Repubblica una sfida singolare e decisamente controcorrente, in questo periodo e in questo mondo in cui pare tutti (io per primo ho fatto sfoggio di questa abilità innumerevoli volte!) abbiano infiniti e validissimi motivi per lamentarsi, per scoraggiarsi, per preoccuparsi e, infine, guardarsi indietro insoddisfatti. Il compito era molto semplice: indicare dieci cose per cui valga la pena di vivere.

La pena di vivere
Non starò a commentare il risultato di questa semplicissima e al tempo stesso impossibile gara, visto che lo stesso autore lo ha già fatto ovviamente meglio di come potrei io, piuttosto consiglio innanzitutto di leggersi l’articolo in questione, e poi di scorrere alcuni degli elenchi (magari i cinque scelti dallo stesso Saviano) per togliersi dalle spalle per una sera la solita malinconia marcia e pregna delle preoccupazioni di non entrare in specialità, della prospettiva di lavorare anche domani, della delusione di passare una delle prime sere d’estate a casa per recuperare preziose ore di sonno. Vivere è una pena, nessuno lo mette in dubbio, ma almeno dieci motivi per cui la si sopporti li ho elencati anch’io.

(Sono timidino, mi si perdoni, e il primo motivo l’ho crittografato. Tanto si capisce lo stesso di cosa si va parlando.)

1) addormentarsi ***** ********** *****, poi ***** ***** ***** ***** *****, ********** ***** ********** , e ***** ***** ***** *****poche ore prima

2) tornare a casa lievemente ubriaco la sera del mio compleanno, e prima di entrare in casa sdraiarsi sul vialetto di casa a guardare le stelle, e senza volerlo addormentarsi fra gli astri

3) guardare il tramonto sul mare con un amico  su una scogliera isolata dal resto del mondo

3) mia sorella

4) svegliarsi  la domenica mattina con la casa deserta, e rotolarsi nelle coperte con la finestra aperta e il sole di marzo negli occhi

5) ballare una delle mie canzoni preferite con  il volume al massimo, saltando e sudando come se alla fine del brano il mondo finisse

6) il mare all’ora del tramonto, quando le ombre si allungano e i turisti sono andati via

7) tornare a casa affamato da ore, e trovare in tavola la pasta al ragù

8)
ascoltare quella manciata di canzoni che mi prendono qualcosa fra i polmoni e lo sterno e lo strizzano, e chiedermi se nessun altro al mondo prova quello che provo io

9) sedermi al banco per discutere la tesi con tutto il mio mondo ad ascoltarmi

10) leggere un paragrafo pieno di parole magicamente in equilibrio fra di loro, che creano giochi di specchi e di ombre e colori e collegamenti arditissimi, e pensare che tutto questo è frutto solo dell’intelletto umano, e che in fondo condivido qualcosa anch’io con la persona che l’ha scritto.

11) uff… lo so ho sforato…. ma “dormire” posso dirlo lo stesso?  vabbè lo dico: “dormire”!


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