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La penisola del Sinis, un mare di natura e storia

Creato il 24 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

La penisola del Sinis, un mare di natura e storiaIl Sinis, la vasta penisola che si estende a pochi chilometri da Oristano, tra Capo San Marco e Capo Mannu, è una terra certamente segnata dal clima, che mostra ad ogni stagione un aspetto diverso e autentico. Le risorse naturali, della terra e del mare, rendono la penisola del Sinis un patrimonio naturale e culturale unico ed inconfondibile nel contesto mediterraneo occidentale.

Non solo la natura arricchisce la penisola del Sinis ma l’archeologia con i tanti nuraghi e le Torri costiere spagnole. Dagli stagni di Mistras, puntando verso il mare della costa occidentale sarda, tra Capo San Marco e Capo Frasca, ai piedi dell’altura dominata dalla torre di San Giovanni, si estende la zona degli scavi delle rovine di Tharros.

In un suggestivo ambiente solitario e spoglio, con alte dune, proprio sull’altura dove termina Capo San Marco, si insediarono i primi abitanti del luogo:i nuragici. Nel tempo fu la volta di una piccola comunità fenicia, che divenne poi una città cartaginese ed in fine romana. La città decadde nel Medioevo per le scorrerie saracene e gli abitanti si spostarono all’interno, andando a fondare l’attuale Oristano.

Addentrandosi all’interno dell’area recintata, aperta al pubblico tutti i giorni, si arriva alla zona principale degli scavi: il quartiere punico e il suo grande tempio, ritenuto uno dei più grandi tra quelli scoperti nell’area mediterranea.

A monte del tempio, numerose fondazione di case puniche. Vi si trovano inoltre un serbatoio di acqua di età romana, un battistero proto cristiano e due stabilimenti termali. A monte del serbatoio idrico romano si trova un teatro. Proseguendo si percorre una stretta striscia di terra e si sale rasentando la zona della necropoli punica che ha restituito materiale archeologico di sommo valore. Sul fianco della collina si trovano altre fondamenta di abitazioni e botteghe. Si può immaginare la strada piena di vita con tante botteghe dove si lavorava ceramica, legno, metallo ed altro. Lo stile nord-africano delle

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costruzioni è molto evidente; dei massi grandi squadrati con piccole pietre di riempimento senza l’uso di cemento. Degli incavi nei muri servivano a posizionare grandi travi di legno che sorreggevano soppalchi così da creare un secondo piano. Oltre agli edifici pubblici, numerosi sono quelli di culto: il tempietto rustico a Capo S. Marco, quello di Demetra e Core, gli altari a gradino e il tofet , dove si consumavano sacrifici alle divinità Tanit e Baal Hammon.


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