Sentivo sulla volontà di abolire in Gran Bretagna la vecchia legge che impediva che le donne potessero divenire eredi al trono. Un passo avanti? Senza dubbio, ma ancora molti sono gli ostacoli che vietano alle donne pari accesso alla società. Uno di questi settori sono la Chiesa cattolica, uno dei simboli del capitalismo mondiale. Accade infatti che in occidente nel 2011 venga messo in galera un prete solo per aver sostenuto il sacerdozio femminile. Non ci importa se il fatto non è accduto in Italia, perchè come ben sapete in Italia la Chiesa cattolica ha un peso enorme, non lo dimostrano solo le indignazioni per aver distrutto la madonnina durante gl iscontri di sabato.
L’Italia è un Paese vergognosamente sessista e ciò è dovuto in primis dalla presenza della Chiesa Cattolica. Non è un caso che nei paesi protestanti o comunque più laici del nostro, dove la Chiesa ha meno peso, la condizione femminile fosse migliore.
Nello stesso cattolicissimo Paese, non a caso continua imperterrita la proliferazione di violenze contro le donne, discriminazioni di genere e una rappresentazione femminile stereotipata, veicolata dai media e dalla maggioranza dei nostri mezzi di informazione.
Sono sintonizzata sul canale Rai uno e inizia il quiz preserale l’Eredità. Sono anni che in tv vedo veline, vallette eccetera e non riesco ancora a capire che senso abbiano quattro ragazze che sculettano e che hanno come ruolo quello di ripetere a memoria dei copioni ogni volta che il conduttore (maschio e non è un caso) le ordina di parlare. Loro parlano ma solo a comando, dove sta la novità?
Più guardo e più mi sembra di vedere una figura femminile bistrattata, più osservo e più vedo quattro mie coetanee che sorridono e non so se si rendano conto o se nei loro occhi ci sia profondo masochismo, piacere nell’essere trattate come marionette.
Più guardo la tv e più vedo che questo modo di rappresentare le donne è tutt’ora presente in più della metà delle trasmissioni televisive. Forse le Veline sono un pò più vestite ma il loro ruolo è sempre lo stesso, quello di non parlare e di veicolare che la donna è solo questo: un corpo, un oggetto che puoi usare a tuo piacimento, che puoi vestirlo o svestirlo quando ti pare o ordinare di parlare o di stare zitta quando meglio ti gira.
La pubblicità malgrado fosse l’anima del commercio non è nemmeno in grado di sfoderare creatività, facendo leva sempre su bassi istinti maschili, discriminando le donne e utilizzandole come marchette.
Sono presenti ovunque queste pubblicità e nessuna di loro rappresenta le donne in modo corretto e più rivoluzionario. Forse me ne ricordo una, quella della ragazza che sognava di girare il mondo anzichè fare la ballerina e sposare un principe azzurro, ma solo una.
Ricordo quella dello Yes Man che si rivolge solo agli uomini come la maggior parte delle pubblicità di auto (anche quando la guidatrice è donna) che consiglia agli uomini di non seguire le regole. Avete mai visto uno spot che suggerisce alle donne di dire no alle regole? Io sinceramente mai, non ho sentito nemmeno uno spot che ci suggerisce di dire di No (come nessuno spot che insegna a rispettare il no delle donne dal momento che molti spot raffigurano stupri). Dobbiamo sempre dire di sì e proporci come oggetti sessuali.
Come in questa ultima pubblicità di motori. Ci chiediamo: se le donne vengono rappresentate in questo modo come possono essere prese sul serio nella vita reale?
Non è infatti un caso che in Italia, paese in cui la visione stereotipata della donna regna sovrana, la condizione femminile è tra le peggiori del mondo occidentale e non solo.
Come possiamo essere rispettate se veniamo rappresentate in questo modo? Se veniamo rappresentate in questo modo, significa che veniamo percepite in questo modo ed è proprio per questo che le continue violenze sulle donne vengono giustificate, tollerate e percepite come un problema di poco conto.
Proponiamo progetti concreti.
Mary