fonte: nottecriminale.it
Caltanissetta – Quando ne avevamo parlato, alla fine del mese di gennaio[1], avevamo concluso chiedendoci se non fosse necessario cambiare il soprannome di Totò Riina da “'u curtu” a “'u pazzu”. Luca Cianferoni, avvocato del boss, aveva chiesto una perizia psichiatrica per il suo assistito, ritenuto incapace di intendere e di volere e dunque non più compatibile con la situazione carceraria in cui si ritrova ormai da anni e non più giudicabile all'interno dei processi a suo carico.I periti Vito Milisenna (medico legale), Pasquale Guzzo (psichiatra) e Felice Di Buono (psicologo) sono stati ascoltati giovedì mattina, 9 febbraio, dalla Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta presieduta dal giudice Andreina Occhipinti – all'interno del processo per alcuni delitti commessi nel territorio ennese da Cosa Nostra tra il 1982 ed il 1992 – confermando che, per quanto malato del morbo di Parkinson e di problemi cardiaci, Riina è capace di intendere e di volere e dunque ancora processabile.
Il perito sparito. All'interno della vicenda c'è anche spazio per un “piccolo” giallo. Si sono infatti perse le tracce di Paolo Procaccianti, il medico legale nominato per la perizia del 23 gennaio nel cui curriculum si annoverano perizie per i casi di Roberto Calvi, Giulio Andreotti, Marcello Dell'Utri, Peppino Impastato ed altri. Le strade che possono essere intraprese per tentare di capire questa sparizione sono tante, almeno quanto le domande.
L'unica domanda a cui, dopo la perizia, si può dare risposta è quella con cui abbiamo iniziato: Totò Riina, per ora, rimane solamente "'u curtu".
Note
[1] http://senorbabylon.blogspot.com/2012/01/riina-da-u-curtu-u-pazzu.html