Magazine Cultura
La pesatura dell'anima di Clelia Farris (recensione a cura di Miriam Mastrovito)
Creato il 11 aprile 2011 da BraviautoriClelia Farris
Kipple Officina libraria
Pagine 192
Romanzo vincitore del Premio Kipple 2010
Il deserto avanza minacciando le Due Terre, i fautori della Rivoluzione Verde si battono allo scopo di garantire all'uomo nuovi spazi vitali e, come sempre accade nel corso della storia, fazioni avverse si scontrano nell'intento di affermare le proprie verità. I Movimentisti si ribellano alle tradizioni degli Stanziali mentre i Mitraici si oppongono all'ortodossia.Siamo in un Egitto "parallelo". Ambientazioni, costumi, profumi e suggestioni dell'antica civiltà ci appaiono contaminati dalle innovazioni tecnologiche tanto da proiettarci in una dimensione immaginaria in cui passato e futuro si fondono disegnando un complesso scenario ucronico. Le acque del Nilo vengono solcate da Caimani e Varani, imbarcazioni dotate di parti biologiche derivate dagli animali da cui prendono il nome; nelle tipiche abitazioni egizie lavatrici e lavastoviglie alimentate con farina di riso sostituicono l'uomo nelle incombenze domestiche; il tempo si misura in Lune e rẽ mentre la comunicazione a distanza viene affidata agli ostrakon, conchiglie dal mollusco geneticamente modificato, e le aracne zampettano tessendo fogli di lino.I mutamenti prodotti dai cambi climatici si ripercuotono pesantemente anche sulla cultura. La riduzione di spazi vivibili, causata dall'avanzamento del deserto, ha infatti determinato il progressivo abbandono del tradizionale culto dei morti. La cremazione ha sostituito l'imbalsamazione per problemi di spazio e le stesse Rimembranze sono in pericolo.In tale contesto si inserisce la storia di Naïma, una giovane Hedja (poliziotta) chiamata, suo malgrado, a sostituire un membro dei Sette misteriosamente scomparso. Il suo ingresso nel Serdab la porrà di fronte e a una scoperta agghiacciante. Nelle Due Terre è noto che i Sette siano giudici in contatto con l'Aldilà, quel che non tutti conoscono è il loro particolare modo di esercitare la giustizia: quasi un commercio di anime che prevede la cessione al regno dei morti di un'anima colpevole in cambio della restituzione alla vita di una vittima innocente.Uno scambio di tal fatta può davvero ritenersi giusto? È legittimo punire con la morte chi ha commesso un omicidio? Quale può essere la qualità di vita di un defunto resuscitato? E ancora, se l'anima di un criminale pesa, può essere più leggera quella di un giudice armato di mannaia?Tanti gli interrogativi che tormenteranno Naïma e che accompagneranno il lettore."La pesatura dell'anima" si connota così come un romanzo avvincente, in grado di catturare l'attenzione, di affascinare e di intrigare per le sue sfumature gialle ma anche di sollevare questioni di interesse filosofico e di grandissima attualità se si considera che la società civile, in varie parti del mondo, legittima ancora la pena di morte.A sostenere una trama di spessore, è infine lo stile personalissimo di questa autrice. In un tessuto narrativo caratterizzato da scorrevolezza e raffinatezza, si inserisce una vera e propria lingua creata ad arte che, insieme alle efficaci descrizioni contribuisce a rendere particolarmente credibile l'universo ucronico proposto. Clelia Farris ha, infatti, coniato un vero e proprio dialetto di Dendera e lo ha fatto con grande magistralità. È sorprendente come, grazie a un abile gioco di assonanze e a una sapiente contestualizzazione, i dialoghi resi in un gergo sconosciuto riescano a suonare quasi familiari, al punto da essere del tutto comprensibili anche in assenza di traduzione e di imprimersi con forza nell'immaginario.E proprio come si direbbe a Dendera, "vi depentolo una verità": questo è uno dei più bei romanzi di fantascienza che mi sia capitato di leggere, di quelli che rileggerei e che sento di consigliare a chi abbia voglia di immergersi tra le pagine di un ottimo libro.
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