Sono settimane che non scrivo. Forse perchè per farlo bisogna fermarsi un attimo a riflettere, fare mente locale, sondarsi un attimo. E forse non ne ho voglia. Voglio procedere come un toro a testa bassa fino alla fine del tirocinio. E non pensare.
Cioè, non è che non lo faccia, lo faccio, lo faccio, penso quotidianamente, sempre e comunque, ma scrivere è un'altra cosa.
E quindi. Eccoci qua.
Vi ricordate della mia iniziativa con la mia amica Mario? Quella di scriversi a fine giornata qual è stata la cosa più bella che ci è successa?
Ecco.
Ora è miseramente naufragata nel nulla, lei mi ha abbandonata alla vigilia di un esame, io ho continuato, ma sapendo che quella che volevo fosse una terapia non aveva attecchito nel mio paziente.
Per un po' ha funzionato però, come principio non è male.
E veniamo al titolo del post.
Uno dei primi giorni, a fine giornata lavorativa non sapevo proprio cosa le avrei scritto. La solita grigia, buia e noiosa giornata si era srotolata mollemente come al solito, senza intoppi, senza sorprese, senza un gazz. Per la sera non avevo nessun programma. Giorni prima avevo trovato questo post in cui mi ero persa e a casa avevo l'occorrente necessario, ma mentre inizialmente prevedevo di farli nel weekend, la consapevolezza di non avere niente da scrivere alla mia amica, mi ha spinta a farli.
I MACARONS!
TA-DAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E quindi, armata di pc, pazienza e voglia di riuscirci mi sono messa al lavoro.
Gli ingredienti:
120 gr di farina di mandorle
200 gr di zucchero a velo
100 gr di albumi vecchi di almeno un giorno
30-35 gr di zucchero semolato
colorante alimentare (io ho usato quello in polvere rosso)
Per la ganache al cioccolato:
100 gr di cioccolato fondente
100 ml di panna liquida
Il procedimento:
Ho unito lo zucchero a velo e la farina di mandorle e li ho amalgamati bene per evitare che si formino grumi. Io qui ho aggiunto il colorante in polvere.
In una ciotola a parte ho poi iniziato a montare gli albumi con le fruste a bassa velocità, con un pizzico di sale e aggiungendo 'a filo' lo zucchero semolato quando iniziavano ad addensarsi; ho smesso con le fruste quando iniziavano a formarsi dei picchi negli albumi zuccherati.
A questo punto ho iniziato ad aggiungere le polveri, poco per volta, mescolando piano con un cucchiaio dal basso verso l'alto.
Quando era tutto ben amalgamato, ho versato l'impasto ottenuto in una sac à poche con un beccuccio liscio e ho fatto scendere dei 'cerchiolini' rosa su una teglia foderata di carta da forno.
A quel punto ho sbattuto la teglia in maniera decisa contro il tavolo per far salire le bolle dentro il composto e ho lasciato riposare per un'ora.
Nel frattime ho fatto bollire la panna e ci ho aggiunto il cioccolato, spegnendo il fuoco. Una volta raffreddato, ho montato con le fruste.
Passata l'ora di riposo, ho infornato la teglia a 145° per 16-20 minuti.
Mentre cuocevano avevo il terrore che si appiccicassero gli uni agli altri, sfracellandosi e mandando a monte tutto il mio lavoro e tutte le mie aspettative di felicità.
E invece.
E' andato tutto come doveva andare e all'alba di mezzanotte e mezza li ho sfornati!
Ero stanchissima, ma felicissima, ho pure svegliato mia madre per esultare insieme a lei.
La mia notte è poi finita con la petite Marie che impacchettava i petits macarons rose in sacchetti trasparenti da tre. E il suo giorno è iniziato con lei che tutta felice e sospirante si recava a lavoro con una borsetta carica di macarons per i colleghi. Svoltando l'angolo della farmacia, mi sono sentita una piccola Amélie! Anche perchè di lì a pochi passi ho trovato il fruttivendolo che aveva indovinate cosa?! Le fragoline di bosco! Ne ho preso un cestino e mi sono diretta in ufficio dove ho poi posizionato un pacchettino su ogni scrivania in attesa che gli altri arrivassero.
E quando poi sono arrivati e li hanno mangiati mi hanno uccisa di complimenti.
E io ho gongolato come una bambina davanti ai regali di Natale.
Ecco, dei semplici impastini di farina di mandorle, albumi e zucchero hanno fatto la mia felicità per ben due giorni!
Lo so, la foto fa cacà..