Giugno e l’estate è alle porte: la pelle si scopre, le scarpe chiuse lasciano il posto ai sandali, i vestiti diventano chiari e leggeri e gli occhiali da sole spopolano. A Roma i vecchi vagoni della metro, in funzione fino alla scorsa stagione, hanno finalmente lasciato il posto alle nuove carrozze con aria condizionata e viaggiare nelle ore di punta è diventato più sopportabile. Salendo al capolinea riesco quasi sempre a trovare posto a sedere e dunque ad avere un punto di osservazione privilegiato nell’individuare i lettori. A colpirmi è un signore di mezza età, barba e capelli curati, maniche di camicia: su una spalla tiene penzoloni la giacca, leggera ma sempre troppo pesante per essere indossata su un mezzo di trasporto affollato. Mentre con una mano si regge al corrimano, nell’altra tiene un libriccino dal formato inconfondibile (è edito da Sellerio): La piramide di fango di Andrea Camilleri. Ogni tanto stenta a trattenersi e sorride di fronte alle vicissitudini del Commissario Montalbano.
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