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Tratto dal libro “La Panne. Una storia ancora possibile” di Friedrich Dȕrrenmatt, il film è stato adattato da Ettore Scola e Sergio Amidei e in un certo senso “italianizzato”.
Un certo Alfredo Rossi (Alberto Sordi) va in Svizzera per riscuotere una gran bella cifra di denaro. Non riesce ad arrivare in tempo in banca e nel frattempo da buon italiano, amante delle donne, insegue focosamente una bella motociclista. Ad un tratto l’automobile che guida (una Maserati) va in panne e passa la giornata e la nottata in un castello presieduto da magistrati tutti in pensione. Per scherzo, verrà processato.E’ un film particolare, coraggioso. Coraggioso perché un’opera drammatica è stata spostata verso una sponda più comica, con un tono più vicino alla commedia. Qualcuno potrebbe pensare ad una snaturazione dell’opera. No, a mio avviso, è stata italianizzata. Il film è una chiara rappresentazione dell’italiano medio, un profondo atto d’accusa nei confronti di una società poco seria, nei confronti di tutti i Dottor Rossi che spacciano il loro diploma per una laurea, nei confronti di chi ha una Maserati per sentirsi un borghese di alto bordo (un po’ come oggi che chi non ha l’Iphone da 800 euro è un minchione fuori moda), nei confronti di chi affronta la vita sempre in modo esageratamente allegro e mai serio. Per fare ciò, chiaramente occorreva spostare l'asse drammatico verso un asse più comico.Film scorrevole e attuale, forse più oggi che allora, un film che ha retto all’usura del tempo e che (forse) addirittura è “maturato”. Splendido Sordi, in piena forma, istrionico. Chi meglio di lui poteva mettere in luce le caratteristiche dell’italiano medio, dell’italianità che sfociano nell’emblematica e paradossale scena dell’arringa? Ad uno straripante Sordi, fanno da contrappunto i giudici seriosi, ottimamente interpretati da mostri sacri del cinema francese ovvero Michel Simon, Charles Vanel, Claude Dauphin e Pierre Brasseur. Da non dimenticare, Janet Agren, bella e brava.Ottime le musiche di Armando Trovajoli , veramente interessanti, messe al punto giusto, la fotografia di Claudio Cirillo e la scenografia di Luciano Ricceri.
In conclusione, film per me sublime, notevole, da non sottovalutare.
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