Ho accolto l’idea di recensire un libro dedicato ad una delle più importanti voci del panorama musicale italiano, curiosa di sapere se ci fosse davvero qualcosa di nuovo e interessante da aggiungere alla storia di Vasco Rossi, un personaggio per il quale negli ultimi trent’anni sono state spese – nel bene e nel male – tantissime parole. Difficile misurarsi con un soggetto del genere senza il pericolo di scivolare nella banalità del “già detto” o peggio ancora nella superficialità del dato biografico inedito.
Antonio Malerba invece, già dal titolo e dalla copertina, intende suggerire un approccio diverso e personalissimo alla lettura dei testi – più che noti – di Vasco, analizzandoli da un punto di vista poetico e mettendoli in relazione con il pensiero filosofico di Nietzsche, controversa voce in bilico fra la negazione del pensiero occidentale e la creazione di un nuovo sistema di valori. Nel suo lavoro filosofia e musica rock trovano un comune campo di espressione nella forza e nell’espressività della parola, e la Poesia diventa il trend d’union fra due mondi lontani e solo apparentemente inconciliabili. Gli interrogativi esistenziali attorno ai quali è sapientemente costruita l’intera architettura del libro, che ripercorre i successi musicali di Vasco Rossi mettendoli a confronto con una parte dell’attività poetico-filosofica di Nietzsche, spaziano dal concetto di divenire, inteso come caotico e accidentale susseguirsi di eventi, alla riduzione dell’uomo a piccolo frammento di vita che privilegia l’azione al pensiero, il particolare all’universale, il presente al futuro.
Un viaggio poetico-filosofico interessante, intelligente e acuto che evidenzia la complessità e la sensibilità di un cantautore che, al di là dei successi e della fama, è rimasto sempre profondamente uomo.
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