In tre libri di poesie, presto editi da Città del sole, leggiamo liriche
pervase di struggenti visioni. Al centro il sentimento dell’amore
È imminente l’uscita di tre deliziosi libri di Città del sole edizioni, legati da uno stesso filo comune: la poesia. La decisione di far pubblicare le tre raccolte ad agosto deriva dalla “speranza” che le vacanze estive regalino alle persone, in pausa dalle ansie e dalle frette quotidiane, il tempo libero per dedicarsi a una lettura “rilassata” e “rilassante”, ma non per questo meno impegnativa.
Nove penne fanno un’ala a cura di Annalina Mesina
Il primo libro in uscita è una raccolta di versi di nove autori che si sono conosciuti su Facebook. Si tratta di Nove penne fanno un’ala. Parole scritte con i colori della natura a descrivere pensieri e sentimenti, antologia poetica a cura di Annalina Mesina (Città del sole, pp. 108, € 10,00).
L’idea di dar vita a questo puzzle di scrittori e poesie è di uno degli autori, Mario Calivà che, riunendo nove persone tanto diverse tra loro per stili di vita e cultura, risultano accomunate dalla stessa passione: scrivere. Per tutti vale la teoria in base alla quale mettere nero su bianco sia terapeutico, perciò ben venga esternalizzare ciò che talvolta ristagna nel profondo dell’animo. Ognuno di loro ha scelto cinque pezzi da inserire nell’antologia. La curatrice, Annalina Mesina, è anche una delle autrici e ben delinea la silloge già dalla Prefazione, proseguendo con il descrivere poi tutti i poeti nelle note critiche che aprono la sezione dedicata ad ogni poeta.
Il titolo Nove penne fanno un’ala esprime un concetto semplice attraverso un’immagine duplice ed efficace. Con una metafora “ornitologica” si richiama l’idea dello scrivere attraverso l’immagine della penna, strumento per eccellenza (anche adesso che siamo nell’era del pc) della scrittura (del resto, la penna si chiama così perché anticamente “ricavata” dalle piume dei volatili e utilizzata come strumento scrittorio…). Dunque, fuor di metafora: nove poeti per comporre un libro.
La raccolta non denota un vero e proprio filo conduttore; si può affermare che la natura la fa da padrona: vi è una interposizione fra natura e sentimento, in un viaggio nella quotidianità di momenti intensi. Ma quel che emerge è un susseguirsi di fili che si intrecciano tra loro a formare una trama di parole… Una rete, quindi. Galeotto, in tutti i sensi, è stato il web.
I temi toccati sono molteplici e la particolarità della raccolta sta proprio nella diversità di stili e di temi dei diversi autori: Roberto Massaro, Silvano Mosca, Loredana Lanza, Luciano Valera, Laura Di Vincenzo, Annalina Mesina, Mario Calivà, Genoveffa Morganella e Antonio Mandalà.
Proprio questa eterogeneità caratterizza, e non poco, il libro, incuriosendo il lettore sin dalla già citata Prefazione. Sono esemplate diverse modalità formali: dal verso libero alla metrica lineare, alla rima o al semplice pensiero trascritto così come sgorga dal cuore.
Scrivere per il semplice fatto di non saper dipingere: così la curatrice dell’antologia sintetizza il senso dei versi raccolti in questa silloge; versi che vanno letti senza interrogarsi, senza la necessità di analizzarli parola per parola perché – come si spiega sapientemente nella Prefazione – «la poesia è un quadro che riproduce fedelmente da sé il suo significato. Un quadro dipinto attingendo colori da una tavolozza, la vita, che spesso è sbavata e stinta, altre volte è carica e ricca di mille colori sgargianti».
Ivano Barbaro e Le mie poesie
Le mie poesie. L’amore e la vita visti con gli occhi di chi l’amore e la vita hanno reso poeta (Città del sole, pp. 224, € 13,00), dell’autore Ivano Barbaro, è un esempio di come il verso poetico possa essere il filtro di situazioni che si avvicendano nella semplicità dell’amore quotidiano. Barbaro non è (o almeno, non ancora!) un autore conosciuto, tanto che neppure lui si definisce un “poeta”. Come rivela il titolo dell’opera, Barbaro scrive e racconta attraverso i versi, per così dire melodici, la vita e i sentimenti. Sono la vita e i sentimenti, quindi, che lo hanno reso poeta.
Dalla lettura dei suoi componimenti emerge subito che il perno dei suoi versi sia, appunto, l’amore. Già dalla Prefazione di Salvatore Reale, entriamo a far parte del mondo del poeta, immergendoci in versi dal linguaggio semplice e spontaneo ma allo stesso tempo profondo e attento.
Nelle prime poesie, l’autore descrive ciò che sente per la sua amata; tutto ruota intorno a “lei”, con una passione pura, espressa all’ennesima potenza. Pezzi come Cuore parlante, Il fiore più bello, Attimi – per citarne solo alcuni – sono tutti emblematici e descrivono a chiare lettere il sentimento che esplode senza equivoci e fraintendimenti. Potere della semplicità.
Nella raccolta spiccano prepotenti due risvolti dell’amore: l’idillio e la sofferenza. Il primo lo leggiamo in molteplici pezzi, tra i quali Immenso amore: «Con la parola t’amo / cerco di descrivere / e racchiudere / tutto il mio amore / per te. // Mi accorgo però / che è impossibile / racchiudere l’immenso». Altresì l’autore descrive il dolore senza lesinare lacrime e dispiaceri, come accade in Lacrime: «Queste lacrime / Il mio viso stanno attraversando // Queste lacrime / Il mio volto stanno bagnando // Mi asciugo / Mi calmo // Riprendo a respirare / E continuo ad amare».
La ricerca della rima e la dialettica semplice ed espressiva aprono al lettore una visione essenziale dell’amore puro.
Filippo Allevato e Soffio di mare vento.
Soffio di mare vento (Città del sole, pp. 48, € 5,00) è invece l’opera di Filippo Allevato. Trentuno poesie introdotte dalla Prefazione di Teresa Bitonti e dedicate nella loro totalità al padre dell’autore, Gianni e «ai suoi sorrisi aperti e disillusi al dono della vita».
La silloge, sin dalla dedica “generale” (quasi ogni poesia poi, come si dirà più avanti, è dedicata a qualcuno in particolare), svela la profonda sensibilità del poeta; sull’onda dei ricordi e della memoria, i versi di Filippo Allevato delineano volti e figure che sono stati importanti per l’autore. Basti pensare alla poesia La scelta, dedicata al nonno Filippo: «L’uomo è libero alla vita / Come il pesce al fiume / Saggio colui che avanza decisione ai preconcetti / Bisogna scegliere / Saper morire / O non vivere».
La poetica espressa nei versi di Allevato rievoca nostalgie, speranze e attese. L’autore è una giovane proposta che, con forza descrittiva e con vera maestria, riflette il suo modo di essere esprimendo insieme gioie e dolori. Sensazioni e stati d’animo scaturiscono e si tramutano in parole di una dolcezza infinita, concretizzazione matura di un profondo desiderio di comunicare.
Il pezzo che dà il titolo al libro esalta il vigore descrittivo dell’autore che, con parole sapientemente scelte (un solo esempio per tutti: «Mare vento / Profumo e vigore»), descrive la forza indomita della natura.
Nella sua silloge, Allevato dedica a qualcuno i suoi versi; ciò conferma quanto si diceva poc’anzi, e cioè che l’autore cela nei suoi componimenti un indomabile desiderio di comunicazione e di contatto con l’altro. Calor pastello per esempio è dedicata addirittura ad un gruppo di persone: amici, probabilmente, o comunque persone che con lui hanno condiviso «l’asciutto color di vita». Quella vita che per il nostro poeta assume le sembianze di un gioco. «Giochiamo la vita truccando i dadi con agevole maestria»: si esprime così il poeta nei versi di Ė un gioco, descrivendo la verità come una carta della quale tutti possiedono una copia. Un libro da leggere pagina per pagina come un racconto di vita.
Cecilia Rutigliano
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 48, agosto 2011)