La bellezza di Massimo è che ha la poesia attaccata ai pensieri.
Si fa con l’ombra dei larici e la melma
e col riflesso azzurro del lago più lontano.
Si fa col braccio alzato dei padri, il loro dio
dimentico dei poveri e afflitti;
con la donna, poggiata e spampanata
come una rosa accesa.
Si fa con il ricordo del sole, con il maggio
il giugno è dedicato alla luna
luglio è il sesso.
Si fa con un candeggio di cuori, con la testa
col mal di pancia e un poco di colpa
con coraggio, un ospite improvviso
un’amante quasi nuda.
Si fa col pettirosso poggiato alla ringhiera
col merlo che mi becca negli occhi
con le labbra, tenute strette solo una volta.
Senza penna
né ardore di ragazzo o di uomo mezzo andato;
si fa come si spreme un’arancia, e con il naso
diretto tra le cosce socchiuse un po’ abbronzate.
Si fa col turbamento del vento e delle piante
col…