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Kindle, ebook reader di Amazon e il giornale The New York Times
Detto ciò: mi butto anche io nella mischia
Partiamo dalla più classica delle contestazioni: i cartacei e gli elettronici sono sullo stesso piano? La risposta, a parere mio, è semplicemente una: sì. Libri e libri elettronici sono equivalenti. I contenuti sono gli stessi e in entrambi i casi si possono trovare strafalcioni editoriali di vario genere. Il libro cartaceo non garantisce una cura perfetta, così come l'ebook non significa versatilità completa. Quello che cambia sono le modalità di accesso, i benefici e i limiti dell'uno piuttosto che dell'altro.
In libreria puoi acquistare un numero finito di libri, a prezzi molto elevati, anche quando si tratta di tascabili economici; su Amazon puoi scaricare un ampio numero di ebook gratis, comprarne a prezzi ridicoli (0,49€ cent); su Google Libri idem, con l'aggiunta che non è nemmeno necessario avere un e-reader in quanto li puoi leggere direttamente da smartphone. In libreria si trovano solo e soltanto i titoli imposti dai mastodonti editoriali, quelli che tirano, quelli che, nella migliore delle ipotesi, hanno trame commerciali studiate a tavolino per diventare best seller grazie al marketing e non grazie al contenuto. Nelle librerie online estere c'è un mondo intero di cultura. Nei siti in cui è possibile scaricare ebook gratis (e non necessariamente entrando nel circuito della pirateria, perché moltissimi testi non hanno più diritto d'autore) ogni singola persona ha accesso a biblioteche più grandi della famosa di Alessandria d'Egitto. Basta un click e, senza spendere un centesimo, il potenziale, l'accesso alla cultura per tutti è garantito.
Chi tira in ballo le baggianate in vecchio stile propaganda comunista forse non ha ben chiaro che il mondo del libro elettronico, così come la rivoluzione digitale dell'editoria, abbatte molte più barriere sociali, culturali ed economiche di quanto l'editoria tradizionale non sia mai stata in grado di fare. Soprattutto in un paese come l'Italia, in cui gli editori sono in grado di suddividere un libro di 1500 pagine in sei volumi venduti tutti a un prezzo non inferiore ai 25,00€ l'uno, magari pubblicando a scaglioni non contigui le vicende narrate. Comprare cinque ebook su Amazon o su uno qualsiasi dei siti appositi è molto più economico del compare gli stessi in libreria; il tutto senza spese di spedizione, senza tempi di attesa e senza noie di alcun genere. I prezzi concorrenziali spostano bacini d'utenza significativi. Quando una casa editrice italiana propone ebook a un costo superiore del libro cartaceo (nell'ordine delle 20,00€ a file) e si lamenta perché ha pochi download, forse una domanda se la dovrebbe fare. Una domanda sul proprio arrivismo, in primis. E, in seguito, una sulla convenienza di tale politica. Ma forse questo è il problema. L'ebook mette in discussione il Sistema. Il libro cartaceo sparisce dalla discussione.
Gli eserciti degli scribacchini del regime post fascista - e se guardate i nomi e studiate la storia italiana contemporanea scoprirete che sono esattamente le stesse famiglie di cognomi attivi durante il Ventennio - non vogliono che gli italiani abbiano accesso alla cultura (d'altronde potrebbero sperare in volumi d'acquisto dei loro libri se il popolo tricolore scoprisse che c'è di meglio in giro?). Non vogliono nemmeno che il bacino di polli da spennare chiamato "autori emergenti" sappia che esistono realtà in cui la propria creazione letteraria non sarà sfruttata fino all'osso come accade con l'editoria a pagamento italiana (se gli autori emergenti rimangono tali, i posti di potere rimangono loro. Non corrono il rischio di vedersi scalzare dal nuovo venuto, il quale magari non ha nemmeno frequentato le blasonate scuole o non ha pagato dazio in altro modo). Cari miei, si tratta di business. Solo in ultima battuta c'è l'interesse per la letteratura e la genuina volontà di facilitare l'accesso alla lettura oppure le politiche di alfabetizzazione di una popolazione sinceramente contenta di essere (ancora per poco) ignorante (nella maggior parte dei casi).
Gli ebook, inoltre, permettono l'accesso agli scritti degli stranieri. A quei libri capaci di farti esclamare: "Porca paletta! Ma dove ho vissuto fino ad oggi?". Lo sanno tutti: in Italia certi libri non si traducono. In Italia certi autori non entreranno mai nelle nostre librerie. In Italia la cultura si vive di contrabbando. Le case editrici avvallano questo piattume intellettuale fiaccandosi all'ombra delle ali del vampiro di turno o della povera donna sconsolata o dell'uomo che odia le donne dell'ultima ora. Che tedio!
Ci sono perle della letteratura internazionale che si possono trovare solo e soltanto attraverso canali non tradizionali. Ci sono generi letterari che non trovano spazio in libreria. Ci sono classici della letteratura del fantastico, oltre Tolkien, che non si possono neanche lontanamente pubblicare in italiano perché la censura misto cattolica e di regime attualmente vigente blinda ogni input fuori dai limiti imposti dalla ragion comune. E' questo il problema, dunque? Che i soldi non vanno più nelle tasche dei soliti noti? Che si sta creando una nuova consapevolezza nella popolazione? Che questa innovazione tecnologica costringerà tutti a un cambiamento epocale come accadde quando si passò dalla pietra alla carta o dal filo alle più moderne tecnologie di rilegatura dei fogli?
Il secondo punto della diatriba estiva riguarda l'avvilente problema della discriminazione. L'ebook reader discrimina? E' uno strumento borghese? Tiranneggia la classe operaia? A leggere certi articoli mi è parso d'aver tra le mani romanzi pseudo storici. Dire che l'ebook reader impone un costo che non tutti possono sostenere è ridicolo perché tale dispositivo si può trovare anche a meno di cento euro sui siti di e-commerce o di vendita dell'usato. Non venitemi a dire che gli italiani vanno in bancarotta per l'acquisto (il cui costo è ammortizzato negli anni) quando sono in grado di spendere milioni per l'ultimo Ipad. Possibile che cento euro per un Kindle siano così discriminanti?
Semmai potremmo parlare dell'accesso alla conoscenza base per poter scaricare un ebook, modificare il formato, inserire il libro nel proprio ebook reader e sfruttare al massimo tutte le funzioni del dispositivo stesso. Tutto questo non è scontato e una persona digiuna dal digitale e dall'informatica di base può avere dei seri problemi ad accedere alla conoscenza messa a disposizione dalla rivoluzione ebook. Si potrebbe parlare anche della condivisione delle informazioni relative ai luoghi fisici in cui poter accedere alle biblioteche digitali gratuite.
Si potrebbe riformulare il discorso sulla pirateria, senza per forza guardare al problema con occhi di condanna. E se fosse un'opportunità, invece? E se questa realtà non spingesse a rimodulare le politiche editoriali e di prezzo? E se non fosse un bisogno della popolazione da ascoltare? Ed è proprio vero che il povero nonnino vessato dalle tasse e umiliato da una pensione di sopravvivenza è escluso dal mondo degli ebook? Ma siamo sicuri? Un ebook reader potrebbe fare tanta compagnia a questo nonnino, soprattutto se ha a disposizione un nipote o un figlio così generoso da riempire la memoria di questo aggeggio spaventoso con una biblioteca di due-tremila libri per volta e di impostare la grandezza del carattere nella sua dimensione più grande, in modo tale che l'anziano signore possa passare tutto il suo tempo libero in compagnia dei più grandi amici della letteratura mondiale.
Personalmente utilizzo sia ebook sia libri. Prima di acquistare un cartaceo, sondo il digitale. Il tradizionale giro in libreria si è tramutato da saccheggio indiscriminato di romanzi rosa o storici (fin troppo deludenti, in alcuni periodi) a mirato acquisto di testi scolastici, saggi critici, manuali tecnici. Sono molto legata al cartaceo. Il libro è una parte di me, qualcosa "di famiglia", un amico e compagno, un bisogno, un vicino, una parte dell'arredamento, un mio possedimento. Provo piacere nel sistemare la mia biblioteca cartacea e mi piace avere i miei libri sul comodino, toccarli, annusarli, avere un rapporto fisico con loro. Il libro digitale è il campo di battaglia per lo studio, ma è anche la risoluzione di molti problemi. Portare in borsa cinque libri è un conto, avere a disposizione cento testi compressi in un peso non superiore al mezzo chilo è tutt'altra faccenda. Ma questo è un discorso trito. Penso che bisogna entrare nella corrente, perché questa è il futuro. Non è possibile tornare indietro, non più. I libri cartacei, passati sul digitale, sono salvati dai denti tiranni del tempo.
Ciò che bisognerebbe potenziare è l'aspetto filologico dell'ebook, la cura del testo e la creazione di biblioteche digitali per la conservazione sicura di tutto il sapere umano. Così come andrebbero ripensate le politiche per la condivisione e il prestito dei libri che ci sono piaciuti. Ma non credo che questi due strumenti di cultura possano davvero essere in guerra. Si tratta di processi evolutivi, talvolta quasi darwiniani, certo, ma volti al miglioramento della specie "libro". C'è un mondo che deve morire. Un mondo fatto di malaffare e arrivismo, di indifferenza e ignoranza. C'è una nuova richiesta da ascoltare, caratterizzata da un bisogno crescente di testi di valore, di diversità nella scelta, di scritti capaci davvero di entrare nella memoria delle persone. C'è una ruota che gira e che impone di dare almeno una possibilità a questa novità. Se non fosse così, non ci sarebbe stata la Crisi.