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La più grande preoccupazione della gente è il lavoro.
La più grande preoccupazione della politica è trovare una larga condivisione per la scelta del successore di Napolitano.
Insomma, un Paese che viaggia da sempre su due binari: uno reale, quello degli italiani che attendono risposte concrete ai loro problemi, l’altro surreale, quello della politica che vivacchia da sempre alla ricerca delle "larghe intese", all'insegna di quelle famigerate e mai raggiunte "convergenze parallele".
I vecchi leader di partito s’incontrano in virtù, o meglio sarebbe dire inciuciano in nome del poco virtuoso “do ut des”, per decidere chi andrà al Quirinale e con chi formare un straccio di governo.
I nuovi leader, quelli a 5stelle - nei quali la gente ha riposto le sue ultime speranze - si stanno perdendo per strada tra consultazioni on line, dirette streaming e occupazioni!
Sì, "occupazioni", proprio come si faceva nelle scuole, quando ancora non s’era capito bene che solo studiando in modo serio, proficuo e responsabile è possibile costruire un futuro solido. Ebbene, oggi come allora, i grillini "occupano" le aule parlamentari per protestare contro la mancata formazione delle commissioni: lettura della Costituzione fra i banchi e sit-in di piazza, dove - ad onor del vero - si è vista poca, pochissima gente.
Gente che ha ben altro a cui pensare. Gente che ha capito, ormai da un pezzo, che solo il lavoro paga!
Ma la politica di lavorare proprio non vuol saperne e ancora "cazzeggia" senza sapersi “inventare” uno straccio di governo che tagli sprechi e tasse, puntando la barra a dritta sul mondo del lavoro.
Sì, è vero, lavorare stanca, ma è l'unico modo per uscire dalla crisi. Gli italiano lo sanno bene, "loro" ancora no!