Se proviamo a paragonare il funzionamento della politica (mi perdonino gli esperti per le mie grossolane conoscenze informatiche) a quello di un computer (che a sua volta è concepito avendo come modello di riferimento l'essere umano) troveremo gli stessi elementi essenziali: hardware, software e sistema operativo. In politica il software è rappresentato dai contenuti, le idee, i programmi, i progetti, i modelli teorici; l'hardware è la struttura del soggetto politico che propone e sostiene tali idee e tali proposte; il sistema operativo è il contesto culturale, l'insieme delle regole condivise, il sistema di valori e di intime convinzioni che riguarda la maggioranza delle persone e che determina la possibilità e la modalità per software e hardware di poter funzionare. La Sinistra ha una buona capacità di produrre software con i suoi soggetti collettivi ancorché piccoli - partiti, movimenti, associazioni, siti di controinformazione – e insieme a questi grazie a singoli pensatori, blogger e militanti del web. Ma la diffusione di questo software resta limitato: non riesce a raggiungere o fa un'immane fatica a raggiungere le soglie minime di diffusione e di condivisione. E questo nonostante sia in linea di massima migliore di quello dei 'concorrenti'. Ciò accade perché non sono disponibili o non sono compatibili l'hardware ed il sistema operativo necessari per farlo 'girare'.
Il sistema operativo si estrinseca in tutto ciò che costituisce il senso comune: la spesa pubblica è solo spreco, lo Stato è necessariamente inefficiente, il lavoro lo crea solo l'impresa ed in particolare quella media o piccola, il debito pubblico è il male assoluto e la conseguenza del fatto che abbiamo vissuto in passato al di sopra delle nostre possibilità, la società è una grande arena in cui gli esseri umani competono tra di loro e non il luogo della condivisione e della cooperazione e via discorrendo. Il sistema operativo è l'espressione della struttura economica e sociale in essere, dei rapporti di forza tra le classi sociali e viene imposto anche dall'azione di manipolazione delle menti operata dalla pubblicità e dai media ed in particolare dalla televisione: non tanto dai TG o dai talk show politici come molti pensano ma essenzialmente dalle fiction, dalle partite di calcio trasmesse ogni giorno della settimana, dai quiz (anzi i games) e dai reality show che diffondono l'illusione che per tutti, anche senza particolari talenti, il successo sia a portata di mano, dall'ossessione per la cronaca nera nei contenitori televisivi del pomeriggio o nella pletora di film e telefilm gialli e polizieschi che saturano il video. La fabbrica dei sogni e delle illusioni, come è stata definita, e ciò che definisce quello che è giusto e quello che è sbagliato, quello che dobbiamo desiderare e quello che dobbiamo detestare. In questa rappresentazione della società il male è solo l'espressione della devianza individuale e non anche e soprattutto la conseguenza di una cattiva organizzazione sociale.
Le tre aree politiche oggi prevalenti in Italia – il Partito democratico, le destre clericali e post-fasciste (berlusconiane o diversamente berlusconiane), il Movimento 5 Stelle – lo sono perché sono tutte in qualche modo compatibili con questo sistema operativo: la loro proposta riguarda essenzialmente come far funzionare al meglio il nostro Paese dentro questo sistema. Eliminando i lacci e lacciuoli che impediscono il pieno dispiegarsi delle potenzialità del mercato e degli spiriti animali dell'impresa, facendo fuori le caste parassitarie che bloccano la società e rubano risorse alla collettività, efficientando le regole per la competizione tra gli individui. Questi software non hanno nemmeno bisogno di hardware proprietari, di strutture organizzative 'pesanti': possono funzionare, seguendo la filosofia del cloud computing, sulle 'piattaforme' comunicative rese disponibili dal sistema stesso (e inevitabilmente controllate dal grande capitale). Se il software della sinistra - la cui essenza è la critica, il contrasto, l'obiettivo del superamento o almeno della radicale trasformazione del sistema capitalistico - non può funzionare e non può diffondersi con questo sistema operativo il primo problema diventa dunque come trasformare, rivoluzionare, ribaltare il contesto culturale dominante per poter diventare vincenti e maggioritari. Ma questo non è possibile, basti la semplice constatazione della tragica insufficienza delle proprie risorse, attraverso i mezzi di comunicazione di massa. La Sinistra deve aggirare i canali abituali della comunicazione politica e costruirsi un proprio hardware, una propria 'macchina' politica attraverso cui rientrare in diretto contatto con le persone. Perché ciò che è ritenuto 'naturalmente' giusto – il lavoro per tutti, la giustizia sociale, la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, la preservazione dell'ambiente naturale - e che sta determinando ad esempio il successo di consenso di Papa Francesco trovi una connessione con la critica e con la richiesta di superare il capitalismo, l'organizzazione economica dominata dalla logica del profitto e dell'egoismo individuale. La Sinistra deve cioè ricreare un partito-comunità, un partito 'pesante' fatto di sezioni, di militanti quadri e intellettuali, recuperando il meglio delle esperienze mutualistiche e cooperative e di quella che è stata la storia del socialismo e del comunismo nel Novecento, traendo ispirazione da ultimo dal modello Syriza in Grecia. Un partito presente nei territori e fondato sulla costituzione di una diffusa rete solidaristica e mutualistica in grado di dare risposte concrete ai problemi delle persone, di promuovere partecipazione e consapevolezza, di combattere - proprio offrendo alternative concrete per la soddisfazione dei bisogni reali anche materiali - i fenomeni di distorsione della democrazia (il voto di scambio, il clientelismo, la corruzione, le mafie, l'esproprio della volontà popolare ad opera dei grandi potentati economici, la disinformazione e le bugie che profondono a piene mani i media di regime, la sudditanza al Vaticano ed al grande fratello USA), di realizzare forme di selezione della classe dirigente basate sulla capacità di gestire il bene comune e non sulle abilità oratorie utilizzate come tecniche di marketing per vendere la politica alla stregua di qualunque prodotto di consumo.
Parlare di unità della Sinistra significa dare concretezza ad un progetto di tale portata e che non ha alternative se si hanno a cuore i bisogni dei ceti popolari: mettere insieme cioè tutte le residue risorse disponibili – di militanza, di intelligenze, di capacità di elaborazione intellettuale e di analisi, di mezzi materiali – per tentare di realizzarlo anziché dilaniarsi in inutili e distruttive dispute teoriche, spesso francamente anacronistiche.