L’idea che mi sono fatto degli attivisti pentastellari è quella di un gruppo ben nutrito di aderenti a uno di quei sistemi di vendita di marketing multilivello. Avete presente, vero? E sono tutti belli convinti. Il problema è che al vertice della piramide c’è un miliardario e alla base di questa struttura iniqua c’è la nostra economia, ci siamo noi che non ci volevamo venire in questa democrazia diretta gestita tramite algoritmi a cazzo programmati da uno smanettone antica$ta qualunque. In mezzo c’è tutta questa gente che si dà da fare con la decrescita, le vaccinazioni, l’alta velocità, l’antisemitismo e i grandi complotti passandosi le informazioni dal piano di sopra a quello di sotto per ora a zero utili se non la visibilità sull’Internet e qualche brivido da cieca partecipazione collettiva. Fino a quando, appunto, a non trovare più nessuno a cui lanciare la palla avvelenata ci sarà il povero di turno, che al massimo potrà farsi quattro risate con qualche intervento su youtube – sempre che gli rimanga una connessione e un qualcosa su cui guardarlo – del guru di questa setta di fanatici dell’opposizione a tutti i costi. Un gruppo di repressi della supremazia che condivide tra di sé informazioni inventate fino a convincersi dell’autorevolezza della loro fonte. Gente che, più di ogni altra, si è convinta a credere di avere la verità in tasca e ha aderito a una proposta di evangelizzazione tutt’altro che morbida e piuttosto sfrontata. Il mio parrucchiere di fiducia, giusto per comprovare questa teoria con un esempio, che era uno di quelli che le provava tutte per fare più soldi di quelli che anni di scontrini mai emessi gli avevano fruttato, ma spesso senza convinzione, si era lasciato trascinare da qualche conoscente opportunista nell’Amway. Io che sono uno di quelli che non sa dire di no, una volta a fine taglio quando mi chiese se volevo anche uno shampoo gli risposi affermativamente, e lui tutto entusiasta rilanciò confermando – come se glielo avessi domandato io – che insieme allo shampoo mi avrebbe dato in esclusiva una lozione non so per quale scopo. Ovviamente facendomi pagare anche quella. Non ricordo di cosa si trattasse, era comunque robaccia, ma non è questa la morale della storia.
La volta successiva, sarà stato qualche mese dopo, stavo aspettando il mio turno leggendo una delle riviste di musica che si trovavano nel suo negozio ma distrattamente, perché ero incuriosito dalla conversazione tra lui e l’uomo che stava servendo. Il cliente gli stava raccontando di qualcuno che non era riuscito a coinvolgere nel suo livello di vendita inferiore, che non si capacitava di come fosse possibile che gente normale non capisse come la loro struttura piramidale fosse un sistema per il guadagno garantito. Chiunque sarebbe riuscito a piazzare qualcosa a persone che avrebbero dovuto cercare altri a cui vendere e così all’infinito. Il mio parrucchiere gli danzava intorno con le forbici e il pettine per gli ultimi ritocchi, e questo che continuava lodando entrambi per aver riconosciuto quel sistema così vantaggioso a differenza di altri, aderendovi. Se ne accorgeranno, diceva spostando il capo assecondando così le necessità di posa per facilitare il taglio, se ne accorgeranno alla fine quando avranno visto quanto ci guadagniamo. E a loro niente. Il mio parrucchiere faceva di sì con la testa, dava l’idea di rispettare la subalternità di quelle riflessioni, probabilmente stava sistemando la barba e i capelli di uno sopra di lui, nella piramide multilivello. Poi alla fine gli ha spennellato il viso e il collo per liberarlo dai peli rimasti, gli ha slacciato il lenzuolo sotto il mento e ha sancito la fine della sua prestazione con le stesse parole che dopo anni di professione pronunciava oramai automaticamente. L’uomo ha indossato il cappotto, lui e il parrucchiere si sono salutati che mancava solo un gesto da società segreta e poi il cliente piramidale se ne è andato. Senza pagare. Il mio parrucchiere mi ha invitato a salire sulla poltrona quasi scusandosi di quello che era appena accaduto, nemmeno si fosse accorto che mi ero accorto. Tra confratelli probabilmente si usa così. Ci si consuma senza chiedere se poi uno vuole essere pagato o no. Tanto quel taglio gratis era come se lo avessi coperto io la volta precedente, con lo shampoo e la lozione che poi non ricordo nemmeno di aver usato. Anzi, a dirla tutta, non mi stupirei che quello che era il mio parrucchiere oggi voti proprio Grillo.