In pratica non esiste più politica; dico barzelletta, ma di quelle che non fanno ridere, solo funeree, mal raccontate. In ogni caso, una nullità dietro l’altra. Questo ovviamente nella facciata; poi, dietro, la politica esiste e ha gli aspetti laidi che abbiamo visto nel finale riservato alla Libia e al suo legittimo Capo. Per mano di killer i quali dimostrano una volta di più come la formazione dei funzionari del capitale (di matrice americana) non sia per nulla quella borghese, nata in Inghilterra e studiando la quale Marx si illuse di poter pronunciare ai dominati di tutto il mondo la famosa frase: de te fabula narratur. Nient’affatto; la nuova formazione sociale è nata meno dal bestiale sfruttamento (in senso letterale e non marxiano) degli operai (soprattutto minerari) e assai di più dal commercio degli schiavi neri dall’Africa, da una selvaggia e barbara conquista del West e dal connubio tra affari e gangsterismo. Di tutto il mondo, questi “liberatori dei popoli” hanno fatto una “Chicago anni ’20”.
Nel mentre gli Usa di Obama dilagano dappertutto, i loro rappresentanti recitano una commedia dietro l’altra. Le ultime: la risata di Sarkozy che ha scatenato impropri slanci di dignità nazionale laddove non ce n’era bisogno (di fronte ad un Arlecchino o a un Pulcinella si deve reagire come se i loro lazzi ledessero la nostra dignità?). Dico subito, contrariamente a molti che ci sono cascati, che non mi sono entusiasmato per il gesto del gen. Tricarico. Voleva dimostrare la dignità e l’indipendenza d’Italia? Restituiva la Legion d’Onore quando la Francia (assieme al suo vecchio partner dell’impresa di Suez nel 1956) ha aggredito e massacrato la Libia su incarico (e con abbondante aiuto materiale) dei “promotori” americani. Ti offendi per una risata e lasci che l’onore d’Italia sia trascinato in una guerra così infame? Perfino un Rodolfo Graziani, non certo uno stinco di Santo, mostrò un certo rispetto per il vecchio “Leone del deserto”. Non invece questi disonorevoli (e disonorati) aggressori nei confronti di Gheddafi.
Ci si lascia trascinare in una guerra con gente che viola totalmente la già lesa risoluzione del CdS dell’Onu (con l’astensione di cinque paesi di popolazione almeno tripla rispetto a quelli che l’hanno approvata), mente in continuazione (fosse comuni, bombardamenti aerei della piazza di Tripoli, ecc.) e poi massacra a man bassa chiunque sia sospettato (anche per il semplice colore della pelle) di essere stato “lealista” (e siete proprio voi a chiamarli così senza rendervi conto che la lealtà è un valore). Non parliamo dei comuni delinquenti, detti “ribelli”, che nemmeno spostano ancora la capitale a Tripoli e chiedono lagnosamente alla Nato di restare almeno fino al 31 dicembre, perché non sanno che fare, non hanno mai veramente combattuto, sono puri esecutori delle bande maggiori che allignano appunto nella Nato. E adesso si ciancia di possibile invio di truppe americane; poi si parla di truppe “dell’Onu”, cui subito chiede di partecipare la fellona Italia, da sempre in primo piano quando si tratta di servire i peggiori. E ci si offende per una risata di Sarkozy? Non scrivo l’espressione più opportuna al caso, anche perché tutte quelle che mi vengono in mente sono sbiadite e incolori di fronte alla vergogna d’Italia.
E adesso, con ulteriore sberleffo di questi satiri, La Russa afferma che la morte di Gheddafi non era nei patti della Nato. Devo dire: meno male che è stato ucciso in modo ignobile perché questo vi bollerà come infami nei secoli dei secoli. Non era nei patti? Patti con killer che avete sostenuto in toto altrimenti, come scritto da Feltri (ripeto: da Feltri), “si sarebbero sparati nei piedi” da tanto vili, incompetenti, “non professionali”, sono. Non era nei patti? E allora deferite al Tribunale dell’Aja i colpevoli. Già; ma dove trovarli? Infatti, quando tutti sono dei banditi, come individuare i banditi? Non vi dico di vergognarvi perché se siete dei robot, delle “bamboline meccaniche che ridono”, che vergogna potreste provare? Solo gli umani hanno la capacità della vergogna e del rimorso. Voi siete come gli aspirapolvere, i tagliaerbe, elettronici che, compiuto il lavoro, si ritirano nella loro “casetta” a ricaricarsi per il prossimo compito loro assegnato.
Poi viene il “patto anti-crisi” che la UE accetta, dopo aver rampognato l’Italia, dopo che ben precisi ambienti hanno guidato la mano delle società di rating nel declassarla, dopo un tira e molla di giorni con la Lega per le pensioni. L’età pensionabile di 67 anni è un’autentica vergogna motivata con la menzogna spudorata che tutti in Europa vanno in pensione a tale età. E questi politici sono così scervellati, oltre che ladroni, da piangere poi sulla sorte dei giovani. La disoccupazione giovanile in Italia è la più elevata, si alza il lamento continuo di costoro. E quando trovano lavoro, è soltanto precario, come possono “mettere su famiglia” i poveracci? Imbroglioni e ipocriti che non siete altro: ma se i vecchi devono lavorare fino quasi al rimbambimento (con effetti immaginabili sulla già bassa produttività del sistema, altro lamento dei falsoni, che straparlano delle meraviglie della competizione nel mercato globale), come volete trovare lavoro per i giovani?
Detto questo, fa ridere che l’età pensionabile verrà portata a 67 anni tra una quindicina d’anni. E la “crisi”, il deficit, il tormentone dei declassamenti d’Italia e delle imposizioni delle UE (di cui è quotidiano sostenitore Napolitano), tutto questo dove va a finire? Però la UE approva il progetto e Draghi parla di piano serio (ma non era anche lui per un intervento immediato sulle pensioni?), insistendo tuttavia sul ritorno dell’Ici e su un nuovo ritocco dell’Iva; nel mentre Bankitalia annuncia che la pressione fiscale ha raggiunto il 43,8%, record assoluto. Si dice però bene della riforma fiscale prevista per il prossimo anno (sempre tutto previsto, di già fatto assai poco); e la pressione si ridurrà forse? Seguire questi saltimbanchi è impossibile.
E’ tutta una fantasia, una grande fiaba, raccontata però da “tecnici” illustri (illustri tromboni senza più fiato, che non sanno nulla di questa crisi e di come evolverà), corredata di tabelle e grafici; dati su dati, manovre su manovre (previste, rigorosamente previste!), per non fare capire che l’unico proposito è quello già rilevato ampiamente su questo blog. Tenere in piedi Berlusconi, continuando a sgridarlo, a insultarlo, a irriderlo, magari dandogli ancora del fascista. L’importante è che resti. Tanto è stato totalmente sterilizzato. Tutti danno del fesso a Fini. Ha adempiuto perfettamente il suo compito, seguito poi dalla “seconda ondata d’attacco” di Napolitano. Dopo il 14 dicembre scorso, tutto è stato sistemato. Niente elezioni anticipate (a quell’epoca il premier rischiava l’en plein, e lui lo temeva come la peste, ne andava della sua sicurezza che, gli è stato ampiamente dimostrato, non esiste per nulla; lo beccano quando vogliono).
L’importante è traccheggiare, attaccare continuamente il premier e continuamente salvarlo e tenerselo come copertura di tutto il malfatto. Una recita per il momento riuscita – favorita anche da una sedicente “destra” che fa schifo – orientata verso la direzione voluta, sfibrando il “poppolo” che, more solito, non capisce nulla di nulla, va al macello; non tranquillo anzi disgustato, incazzato in parte e in parte sfiduciato, ma senza nemmeno sfiorare in nulla il “gioco combinato” tra gli Usa (di Obama), i “cotonieri” italiani, i loro rappresentanti nella sfera sedicente politica dove tutto si muove con una regia ripetitiva, noiosa, produttiva però dei risultati voluti.
Questo il quadro. Non chiedetemi di più perché anche quelli, che sostengono di essere per l’autonomia italiana, non fanno intravedere il più piccolo bagliore di una loro minima mossa. A volte, mi viene il sospetto che ci sia da aspettarsi di più da chi, negli Usa, sta lavorando (forse) contro lo staff dei centri strategici che si rappresentano in Obama. Non so, è un sospetto; spiacevole però. Sempre dagli Stati Uniti si dovrebbe attendere perfino l’opposizione a quanto sta combinando l’Amministrazione attuale? Nulla di buono ce ne verrà, in un caso come nell’altro! Tuttavia, si deve ammetterlo: tale paese, vera rappresentazione del “peggio” nel mondo, è tuttavia qualche anno luce avanti ad altri paesi, ancora invischiati nel passato, incapaci di darsi una reale “mossa”.