Un uso frequente, e a volte un abuso, dei siti pornografici può causare nell’uomo disturbi legati alla funzionalità erettile. Per gli scettici o gli increduli ci sono numerosi studi a confermalo, di cui il più recente è stato pubblicato dalla rivista US Journal Psychology Today. Secondo quest’ultimo, la continua esposizione a materiale pornografico de-sensibilizza gli individui, tanto che poi non sono più in grado di eccitarsi di fronte ad una donna ‘in carne ed ossa’. Così mentre le visite a siti come Youporn e Pornhub crescono a dismisura, di pari passo aumenta anche il numero di chi soffre di impotenza.
Anoressia sessuale
Gli esperti l’hanno definita “anoressia sessuale”, proprio ad indicare una sorta di assuefazione al sesso. Per comprendere quanto il fenomeno sia diffuso basta dare uno sguardo ai numeri: in Italia gli assidui utenti dei siti pornografici sono 8 milioni, di cui il 70% sono uomini tra i 24 e i 44 anni. L’anoressia sessuale sfocia poi in modo graduale nell’impotenza, come spiega Carlo Foresta, presidente della Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità (Siams): “L’anoressia sessuale si manifesta all’inizio con scarse reazioni ai collegamenti ai siti pornografici, poi con un generale calo di desiderio e alla fine diventa impossibile avere un’erezione”. Questo perchè, prosegue l’andrologo, “la sessualità in Internet è fredda, ripetitiva e questo determina assuefazione e comporta poi, nella vita reale, mancanza di desiderio”.
L’impotenza parte dal cervello
Nonostante solitamente si è portati a pensare che la causa dell’impotenza sia psicologica, in questo caso potrebbe invece essere fisica. Il calo del desiderio scaturisce, a detta della dott.ssa Marnia Robinson, autrice di ‘Pace tra le lenzuola’, da una stimolazione eccessiva della dopamina, il neurotrasmettitore preposto all’attivanzione del piacere sessuale, a seguito di un abuso della pornografia. Il cervello, proprio a causa di questo incremento di imput prodotti dalla dopamina, perde infatti la capacità di rispondere adeguadatemente ai segnali inviategli dal neurotrasmettitore. Gli uomini che generalmente guardano immagini o video porno online hanno un costante bisogno di esperienze sempre nuove per essere sessualmente eccitati, e queste spesso non vengono certo offerte dalla realtà, che quindi li delude. Marnia Robinson ha aggiunto che “In alcuni soggetti la risposta della dopamina è così bassa che non riescono a raggiungere un’erezione senza ulteriori e costanti stimoli tramite internet”.
Effetto Coolidge: cos’è?
Il circolo vizioso che dalla pornografia conduce all’impotenza potrebbe essere prodotto dal cosiddetto effetto Coolidge. Di questo parere è ad esempio il dottor Gary Wilson, il quale sostiene che “se l’effetto Coolidge non esistesse, non esisterebbe nemmeno la pornografia”. Ma cosa si intende con il termine ‘effetto Coolidge’? Tecnicamente si sta parlando di un automatismo cerebrale che fa sì che ogni nuovo partner, reale o virtuale che sia, venga visto come una nuova alternativa erotica e riproduttiva al tempo stesso. In tal modo, tramite l’intercessione di agenti neurochimici, si perde interesse per il precedente oggetto del desiderio, a favore del nuovo, e anche qualora ci si trovi in una fase di esaurimento post-orgasmico questa scompare in breve tempo.
In altre parole, gli scienziati hanno osservato che se mettiamo un topolino maschio nella stessa gabbia in cui c’è una femmina ricettiva, il maschio viene colto da un turbine sessuale che poi gradualmente si esaurisce. La topolina femmina rimane lì, ma lui non ha più stimoli nei suoi confronti. Tuttavia, mettendo nella gabbia una nuova femmina ricettiva, il topolino rimette di nuovo in moto la sua carica sessuale. L’esperimento è stato ripetuto diverse volte, fino quasi a lasciare il topolino maschio allo stremo delle sue forze, e i risultati sono stati i medesimi. Questo è ciò che i ricercatori intendono con effetto Coolidge.
Il nome del fenomeno ha origine da un aneddoto. Si narra che Calvin Coolidge, presidente degli Stati Uniti, visitò un giorno una piccola industria agricola insieme alla moglie, seguendo però due tour separati. Arrivati di fronte al recinto delle galline, la moglie del presidente chiese all’agricoltore: “Ma il gallo monta le galline una sola volta al giorno?” e il proprietario sorridendo le rispose: “Oh no, signora Coolidge, anche una dozzina di volte al giorno!”. Al che la moglie del presidente esclamò: “Eh ditelo a mio marito!”. Poi anche il presidente giunse durante la sua visita al recinto e anche lui interpellò l’agricoltore, ma dopo aver chiesto quante volte al giorno il gallo fecondasse le galline, domandò: “Ma ogni volta con la stessa gallina?” e si sentì rispondere: “No, ogni volta con una gallina diversa!”. Allora disse: “Eh ditelo a mia moglie!”.
In che modo tutto questo potrebbe essere correlato con la pornografia e l’impotenza? La videopornografia dà all’uomo spunti sempre differenti di erotismo, proponendo partner nuove ogni qual volta lui lo desideri. Di contro il sesso con la propria compagna può apparire “monotono” e quindi l’attrattiva verso di lei di conseguenza decresce. Forse la questione sarà ancora più chiara prendendo a riferimento una testimonianza reale: “Mi sono masturbato davanti alle immagini fotografiche (non video) da quando ero adolescente, ma non ho mai avuto problemi d’erezione fino a 6 anni fa. Il problema è cominciato con l’accesso ai video gratis in internet. Via via che la velocità di connessione andava aumentando, anche la disponibilità di materiale cresceva, fino a superare la mia capacità di starci dietro. Il mio cervello è finito per ricollegarsi in modo da eccitarsi solo di fronte al porno. Sto con una donna meravigliosa e attraente da 4 anni, eppure mi rendo conto di andare incontro a un declino progressivo della libido e a un aumento del deficit erettile”.
Rimedi?
Per riappropriarsi di una sessualità sana ed appagante, l’uomo che fa un uso smodato di materiale porno dovrebbe rinunciare ad esso per un lasso di tempo, facendo i conti con la realtà. All’inizio non sarà facile: come avverte il dottor Robinson “i soggetti possono andare incontro a effetti collaterali tra cui la perdita temporanea della libido, l’insonnia e l’irritabilità”.
Quando il porno non ha un’influenza negativa
La pornografia non deve necessariamente essere vista come un male all’interno della coppia. Anzi, diviene addirittura una risorsa, se condivisa. Lo ha dimostrato uno studio norvegese condotto su circa 400 coppie, di queste nel 15% dei casi entrambi i partner hanno dichiarato di fare uso di materiale pornografico, nell’8% era solo uno dei due partner a farlo, mentre nel rimanente 77% dei casi si sono detti unanimemente non interessati alla pratica. Intervistando quindi le rispettive coppie ciò che ne è emerso è stato che quelle più felici sotto le lenzuola erano proprio le coppie concordi nell’utilizzo di materiale pornografico. Non solo perché hanno dimostrato una maggiore apertura mentale nei riguardi del sesso, delle sue varianti e delle proprie fantasie sessuali, ma anche perché rispetto agli altri gli uomini appartenenti a questo gruppo hanno fatto registrare il minor numero di disfunzioni erettili.