Siamo noi quelle pecore non solo ribelli ed estrose fino a smarrirci sui monti (Mt 8,12) ma anche le stesse deboli e malaticce, bisognose di cure speciali e di particolari attenzioni.
Ci è ricordato : “Eravate erranti come pecore ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime”(1Pt 2,25).
E la porta? La porta è la nostra precaria esistenza quella che ci è stato promesso, nel lungo viaggio, non attraverseremo mai da soli.
E il pastore? Il pastore è Lui. Il Signore Dio,Cristo Gesù, venuto tra noi perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza .E’ accoglienza e dono.
Ma il lungo viaggio di ritorno (giungere cioè all’ovile presso il pastore) non è mai fatto una volta per sempre come la guarigione delle nostre ferite non è mai completa.
Guarire, ritrovare la strada di casa, è rimettersi in cammino con calma, senza fretta.
Capaci di stupirsi a ogni passo, di sentire col cuore e commuoversi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)