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La posta del cuore di Barack Obama

Creato il 29 maggio 2011 da Naimasco78

La posta del cuore di Barack Obama“Caro Barack, mi chiamo Silvio e ho 74 anni. Ti scrivo perchè ho bisogno di un tuo consiglio, leggo sempre la tua rubrica, sono un tuo grande ammiratore e penso che solo tu mi puoi aiutare a risolvere questo mio problema che non mi permette più ormai di dormire sonni tranquilli. Da un po’ di tempo a questa parte sono costretto a subire continue vessazioni da parte della magistratura, in particolare da quella milanese, capeggiata da una certa Ilda Boccassini, una donna terribile, crudele, assetata di giustizia, che non fa altro che gettare fango sulla mia persona. Da anni ormai tento in tutte le maniere di difendermi da queste aggressioni ma nessuno sembra voler credere alla mia innocenza, salvo i miei colleghi di lavoro e i miei più cari amici, noncuranti delle maldicenze diffuse dai media ormai quasi totalmente strumentalizzati.

Mi sono sentito dire di tutto: che sono un mafioso, un ex piduista, un dittatore, un assassino, un ladro; ultimamente poi, si sono tutti accaniti contro queste ragazze giovani e belle che di tanto in tanto frequentano casa mia. Ma che cosa ci posso fare se nonostante la mia età continuo a piacere e a riscuotere questo successo con le donne? I magistrati vogliono uccidere il mio romanticismo dicendomi che sono solo interessate al mio portafoglio, ma io non voglio credere a certe illazioni: io credo nel vero amore e il fatto che una di queste ragazze sia proprio la nipote di Mubarak, posso garantirti che è solo una coincidenza. Barack, amico mio, io voglio essere sincero con te: io non ho mai pagato queste ragazze, ma sai bene anche tu che quando una persona facoltosa come si trova di fronte a persone in gravi difficoltà economiche come queste ragazze, è suo dovere di cittadino modello aiutarle, in tutti i modi possibili. La mia generosità viene continuamente fraintesa ma nonostante tutto, amico Obama, ho deciso di continuare questa tortuosa scalata verso la santità e aiutare questo gruppo di persone che incapace di comprendere i propri limiti che non fanno altro che sfogare la propria cattiveria su di me. Ho deciso quindi di lanciarmi nella mia ultima, grande missione umanitaria: far capire ai magistrati milanesi che se riusciranno ad individuare e a risolvere il loro problema, il loro desiderio di volermi condannare ad anni e anni di reclusione verrà improvvisamente a mancare, poichè non ne sentiranno più la necessità. A questo punto, però, caro Barack, devi intervenire tu, dall’alto della tua sapienza, tu così giovane, bello e abbronzato, sei il solo in grado di darmi il giusto supporto nel portare a termine questa impresa. Quindi, amico mio, dimmi: come faccio a far capire loro che sono comunisti? Perchè è questa la grande piaga che li affligge e solo estirpando dalla loro mente il demone bolscevico saranno poi in grado di condurre una vita appagante e in totale serenità, lontani da manie di persecuzione come quella attuata nei miei confronti. Questa terribile malattia li sta distruggendo e li sta a poco a poco trasformando in dittatori pericolosi per l’incolumità di tutto il nostro Paese. Potrai quindi capire quanto possa starmi a cuore la loro salute, io, così filantropicamente votato alla salvezza dell’umanità, non posso rimanere inerme di fronte ad un pericolo di tale entità.

Aiutami Barack, perchè così non posso proprio andare avanti.”

 

Silvio B., Arcore

 



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