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La presunta oggettività delle valutazioni in sede d'esame

Creato il 08 aprile 2011 da Luciusday

Dicono che quando vai all'università non è più come stare alle superiori: mentre allora eri in una classe, con dei compagni e professori che ti conoscevano ormai bene, adesso sei una matricola, un numero, e i compagni te li scegli tu in mezzo al marasma di gente che ti capita di incontrare (perlomeno nelle università pubbliche o comunque nelle facoltà a numero aperto).
Parlando invece di professori, ricorderete come alle superiori alcuni (molti) professori tendono inevitabilmente a "inquadrarvi" secondo degli schemi. "Tizio stavolta non sa la risposta alla domanda, però studia sempre, vabbé", e quindi tutto fila liscio per Tizio. "Caio si vede che si è impegnato, ma al di sopra di quello standard non può andare, rimane sempre là", e Caio se la prende in quel posto anche stavolta. Ricorderete anche come vi avranno detto che all'università i professori non vi conoscono e questo può essere un'arma a doppio taglio: se Tizio e Caio non hanno studiato per l'esame, vengono valutati "oggettivamente" rispetto alla domanda, e non riguardo la preparazione generale precedente. Così, si suppone che l'assistente dovrebbe mettere un 18 a Tizio, anche se ha la media del 28, se comunque non ha studiato per quell'esame, mentre Caio si potrebbe meritare un bel 26, anche 27 va', dato che l'argomento lo sapeva molto bene.
Purtroppo questo avviene solamente in un mondo ideale.
La presunta oggettività delle valutazioni in sede d'esameSono infatti ben pochi i professori (ancor meno gli assistenti) che fanno affidamento alla pura oggettività nel decidere il voto da assegnare a un candidato dopo l'esame: spesso entrano in gioco altri fattori, in primis la media, che cerca di non essere "rovinata" o "squilibrata" con voti troppo alti/bassi, o comunque al di fuori dei limiti "ponderati". Poi c'è anche la tipologia di esami dati, e nella valutazione viene ponderato soprattutto il voto degli esami più difficili, ovvero il cui superamento dà adito a un conseguimento di maggiori CFU (Crediti Formativi Universitari). Infine c'è la famosa raccomandazione (anche se comunque almeno nella mia facoltà e nella mia cerchia di amici di altre università ancora non sono venuto a conoscenza in persona di un concreto avvenimento simile). Subentrano poi agevolazioni per frequentanti, esoneri etc.
Dunque alla fine dei conti la valutazione in sede d'esame avrà sempre un margine di soggettività, certo minore di quanto (spesso) accadeva alle scuole superiori; l'idea però di una valutazione e verbalizzazione realmente oggettiva, scevra di condizionamenti e alla pari per tutti quanti, è, perlomeno allo stato attuale delle mie esperienze e conoscenze, un miraggio lontano.
Edit: in quest'articolo con la dicitura esame mi riferisco soprattutto all'esame orale. Relativamente a esami scritti, infatti, ho avuto una sola esperienza (economia politica) in cui mi pare invece che l'oggettività del giudizio possa poggiare su basi più solide rispetto all'esame orale, ma comunque almeno per me -magari non per voi - è un'esperienza isolata.

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