Questo pezzo è così bello che non serve condirlo di commenti, lo riporto integralmente nella sua chiara e provocante illuminazione.
“Nella società del consumismo esistono due tipi di schiavi: chi ha una dipendenza e chi prova invidia.
Quando ti rendi conto che è vero, allora puoi scegliere se essere prigioniero o libero. Lo so che sembra strano, perché è ovvio che tutti i prigionieri vogliano essere liberi, non è così?
La verità è che esistono persone che preferiscono credere di essere obbligate a guadagnare soldi, che devono farlo.
Ci sono effettivamente alcune cose necessarie (respirare, mangiare, stare al caldo), ma negli ultimi trent’anni circa sembra che abbiamo dimenticato che desiderare un’auto più lussuosa, una casa più grande, più oggetti non è un bisogno.
Parla con chiunque sia stato a lungo ammalato: i piccoli piaceri diventano molto più importanti.
E’ così facile cadere nella prigione della dipendenza dal proprio stile di vita ed è persino più facile invidiare quello degli altri, ma è una trappola: fermati per un istante. Osserva le persone che ti circondano: quali sono più felici?
Le persone più felici sono quelle che sono uscite dalla prigione del consumismo, che si sono allontanate dalla tivù sempre accesa dove guardavano le vite degli altri, per iniziare a vivere la propria.
Non aspettare che il tuo corpo crolli e si ammali per imparare questa lezione: la prigione è solo nella tua mente. Tu hai la chiave per la libertà, se hai abbastanza coraggio per prenderla e usarla.
E’ naturale che tu abbia paura al pensiero di cambiare. Quando esci dalla prigione, ti liberi della paura. La nostra prigione può sembrarci più un rifugio: caldo e confortevole, sicuro e familiare. Una volta che ne sei uscito devi essere abbastanza forte per affrontare l’avversione degli altri, e qualche volta il loro odio.
Purtroppo, spesso si tratta di persone che ti sono vicine e che vuoi rendere partecipi del tuo successo e della tua felicità. Vuoi che li condividano. Ma loro non possono farlo (o non lo faranno) perché sono rinchiuse nella loro prigione. Una prigione fatta di convinzioni che vogliono che tu condivida (una prigione in cui non ti sarà permesso di avere più successo di loro), anche se non sono pronte ad impegnarsi per avere loro stesse successo. Il tuo successo è come uno specchio che mostra il loro fallimento nel cambiare, perciò non aspettarti di piacere loro, anzi, spesso accade il contrario.
Non puoi cambiare quelle persone interagendo con loro, ma potresti aiutarle a cambiare diventando autentico e sincero con te stesso. Non ti odiano per come sei, ma per ciò che rappresenti. Ti odiano perché rifletti qualcosa dentro di loro, qualcosa che non vogliono o non riescono ad accettare.
Ma la lezione che ho imparato è che, se sei autentico, sincero e coerente con te stesso, offri a queste persone una scelta: possono perseverare nelle loro opinioni negative su di te, ben oltre un tempo ragionevole, o possono cambiare idea.
La parte più preziosa di questo insegnamento è che, se sei autentico e onesto con te stesso, costringi gli altri a pensare di esserlo con se stessi, e se decidono di non esserlo, è una loro scelta e tu puoi solo dispiacerti per quel che si perdono. Perché si perdono la gioia, le esperienze che potevano condividere con te, la serenità emotiva.“