La prima cosa bella

ITA - 2010 di Paolo Virzì con Valerio Mastrandrea, Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli

Mastrandrea e il duo Ramazzotti-Sandrelli sono protagonisti di una storia basata sul trauma infantile sortito dalle azioni di una mamma tanto bella quanto ingenua. Nella splendida Livorno, gli anni ’70 e i giorni nostri si interscambiano a colpi di flashback e descrivono un Mastrandrea uomo che incarna le conseguenze di una giovinezza difficile: nel lottare contro gli eventuali rimorsi futuri della mamma moribonda, il protagonista rievoca l’angusto percorso infantile che è stato costretto a percorrere da solo. La parte più cruente della malattia viene quasi sempre mascherata dall’allegria toscana del viver spensierato, benché l’iter della trama rimanga pur sempre verosimile al contesto. Stupefacente la scelta della musica, volontariamente discordante rispetto alle scene. Il film imbocca la svolta nella sua terza parte, quando lo stadio del male arriva verso la conclusione e al contempo i flashback inquadrano la storia nel punto in cui la non curanza dell’infanzia viene soppiantata dalla dura presa di consapevolezza della situazione tipica dell’adolescenza. Il lavoro è molto, ma molto più profondo di quel che sembra. Direi quasi sorprendente sotto questo punto di vista. Denso oltremodo anche di relazioni che esulano dal centro della vicenda e ricco di contenuti narrativi a 360°. Il film è inoltre a suo modo attuale perché testimonia la trasformazione dell’evanescente ed estemporanea presenza dei cari (ormai lontani dalla famiglia) al cospetto degli ultimi giorni del parente. Un film di indubbia qualità.