Spazio del mercoledì dedicato alle vostre recensioni.
Oggi Sandro ci racconta La prima cosa bella, film di Paolo Virzì che ha fatto incetta di premi.
Bruno (Valerio Mastandrea) è depresso e triste nonostante un lavoro e una fidanzata che lo ama. Viene chiamato a Livorno dalla sorella Valeria (Claudia Pandolfi) per assistere la madre Anna (Micaela Ramazzotti/Stefania Sandrelli) che nonostante sia nell’ultimo periodo della sua vita riesce a rimanere sorridente, in contrasto al figlio Bruno, invece perennemente depresso: questa lezione serve a quest’ultimo, il quale comprende anche gli errori materni e le si riavvicina dopo che negli anni del liceo le maldicenze dei compagni di classe sulla facilità della mamma l’avevano ingiustamente allontanato.
Nel mezzo una serie di flash back che ci riportano a partire dall’infanzia di Bruno e Valeria ed dalla giovinezza di Anna, sempre stata ottimista vanesia e forse un po’ ingenua, per le peripezie e le esperienze dei successivi trent’anni tra cui Anna alle prese con le lusinghe del mondo del cinema.
Nel finale commovente (e forse un po’ grottesco) del matrimonio-funerale vediamo anche il figlio segreto di Anna: un figlio nato trent’anni prima di cui i fratelli non hanno mai saputo nulla, ma sempre amato e seguito da Anna, ed immediatamente ricambiato, ancorché per poco tempo.
Il film tocca diverse corde: è triste nel vedere le violenze e gli strattonamenti che Anna subisce dal marito anche perché la moglie è desiderata e guardata da altri maschi; commovente nel vedere il matrimonio in vinculo mortis che Anna fa a tempo a compiere con il Nesi (Marco Messeri); commovente nell’ultimo saluto dei figli alla madre poco dopo lo stesso matrimonio; leggero nel ripercorrere diversi episodi della vita dei personaggi. Questo film è da vedere: la lezione di Anna dev’essere di insegnamento per tutti coloro i quali dinanzi a piccole difficoltà si deprimono.
Due piccole segnalazioni: la prima è per Dario Ballantini che anche lontano dalle sue imitazioni sa farsi valere anche se in un ruolo secondario. La seconda è una curiosità: Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi un po’ somigliano ai bambini che li hanno interpretati da piccoli, mentre Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli sono completamente l’una diversa dall’altra. Ma se vi appassiona la storia darete secondaria importanza a questo dettaglio e rimarrà una curiosità.
Superfluo dire che motivo ricorrente del film sarà l’omonima canzone presentata a Sanremo nel 1970 da Nicola di Bari oltre ad altre canzoni a contorno. Il film è vincitore di 3 David di Donatello (su 18 nomination) e 4 Nastri d’Argento ed ha vinto il Premio IOMA 2010 come miglior film italiano.