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La prima luce

Creato il 23 settembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
La prima luceplay video
  • Anno: 20145
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: Bim
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Vincenzo Marra
  • Data di uscita: 24-September-2015

Sinossi: Marco, giovane e cinico avvocato rampante, vive a Bari con la sua compagna Martina e il loro piccolo Mateo di 8 anni. Martina, latino americana, si è trasferita in Italia dopo aver conosciuto Marco. La nostra storia inizia quando il rapporto tra i due è ormai alla fine. Martina vuole tornare a vivere nel suo paese con Mateo ma questa scelta escluderebbe Marco e lui non glielo consente, troppo profondo è l’amore e il legame con suo figlio. Dopo un periodo lacerante, Martina decide di scappare insieme a Mateo e si reca nel suo paese facendo perdere ogni traccia. Il tempo per Marco inizia a scorrere più lento, non ha nessuna notizia di suo figlio e dopo un periodo di angoscia e sbandamento decide di andare a cercarlo. Una volta arrivato in Sud America si ritrova in una metropoli di 6 milioni di persone, indifferente e indecifrabile. Dopo lunghe e inconcludenti ricerche Martina e Mateo sembrano davvero essere svaniti nel nulla, ma…

Recensione: Si, è vero, l’ultimo film di Vincenzo Marra mette in scena una storia che si presta a diverse chiavi di lettura, in quanto la sceneggiatura è volutamente stratificata, ma anche rimanendo in superficie non mancano gli spunti di riflessione stimolati a più riprese. La prima luce, diciamolo subito, convince, per la costruzione delle vicende, l’elaborazione dei personaggi, e, infine, per le ottime prestazioni degli attori, su cui svetta un bravissimo, non me ne vogliano i suoi detrattori, Riccardo Scamarcio. Molte sono i temi trattati, a partire da quello spinosissimo della tutela dei minori, che purtroppo, il più delle volte, si tramuta nella difesa degli interessi della madre, a scapito di padri sempre più maltrattati e messi al bando (ormai non fa più scalpore la questione dei padri clochard, ridotti al lastrico dal fallimento di precedenti relazioni matrimoniali).

La storia è costruita ad arte, anche se, è difficile dirlo con sicurezza (nel senso che non sappiamo se la cosa è voluta o no), non mancano alcun vuoti nella sceneggiatura che orientano inevitabilmente le simpatie dello spettatore per i vari personaggi. Per esempio, dopo essere tornata nel suo paese di origine, il Cile, Martina (Daniela Ramirez) accusa il suo ex compagno, Marco (Riccardo Scamarcio), di esser stato violento nei suoi confronti e verso il figlio, eppure nel film non emerge assolutamente questo aspetto, anzi vediamo un padre estremamente amorevole e protettivo. Il sospetto è che gli sceneggiatori (Angelo Carbone e lo stesso Vincenzo Marra) abbiamo, magari inconsciamente, perorato la causa del padre, che, a conti fatti, risulta l’eroe della storia, vessato, umiliato, e che comunque, nonostante il comportamento deprecabile di Martina, che letteralmente sequestra il figlio, dimostra un amore infinito che lo porta prima in Cile, alla ricerca disperata di Mateo, e, infine, a rimanervi, nonostante tutte le difficoltà connesse col suo lavoro, pur di potergli stare accanto.

E poi, certamente, non mancano alcuni sottostesti che convocano lo spettatore a meditare sulla contrapposizione di due mondi, nella fattispecie la vecchia Europa, satura e decadente, e l’America Latina, un’area geografica che sta vivendo un momento di grande crescita economica e che offre nuove ed entusiasmanti condizioni di vita. Per non parlare della questione dei desaparecidos che l’ambientazione in Cile spettralmente rievoca. Ma, come si diceva all’inizio, è sufficiente rimanere sul primo strato della sceneggiatura, che nonostante qualche riserva è comunque valida, per decretare la bontà dell’ultimo film di Vincenzo Marra, che non annoia mai e che, grazie alla bravura dei suoi interpreti, stimola fortemente il processo di immedesimazione dello spettatore, che partecipa vivacemente alle vicende che si susseguono sullo schermo.

Reduce dall’ottimo docu-fiction L’amministratore, dunque, Vincenzo Marra torna al film di finzione e lo fa egregiamente, convincendo, con una storia dura, non furba, asciutta, si potrebbe dire minimalista, come la recitazione in sottrazione degli attori protagonisti. Un buon film italiano che merita la visione sul grande schermo.

Luca Biscontini

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