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La prima preda di NEOWISE

Creato il 10 gennaio 2014 da Media Inaf

Un asteroide che si trova a 43 milioni di chilometri da noi e non dovrebbe essere pericoloso per la Terra. La NASA si aspetta che sia solo il primo di una serie di nuovi corpi scoperti dal telescopio WISE. Lanciato nel 2009 e riattivato nel settembre del 2013, ha già catalogato circa 560 milioni di oggetti e corpi rocciosi.

di Eleonora Ferroni L'asteroide 2013 YP139 visto da NEOWISE. Crediti: NASA/JPL-CALTECH

Immagine composita dell’asteroide 2013 YP139 visto da NEOWISE. Ingrandimento in basso. Crediti: NASA/JPL-CALTECH

Sono passati solo quattro mesi da quando è stato riacceso e il telescopio spaziale NEOWISE (Near-Earth Object Wide-field Infrared Survey Explorer) è tornato già a pieno regime con un importante avvistamento. Si tratta di 2013 YP139, un asteroide a 43 milioni di chilometri dalla Terra (vicino ma non troppo!) osservato per la prima volta dal telescopio della NASA il 29 dicembre 2013. Sulla base delle luce infrarossa riflessa, gli esperti hanno stimato che la roccia spaziale ha un diametro di circa 650 metri ed è opaco e scuro, come un pezzo di carbone.

Una nuova minaccia per la Terra? Non dovrebbe essere così. È possibile che la sua orbita ellittica attorno al Sole lo porti più vicino a noi, a circa 500mila chilometri, poco più in là della Luna, ma comunque non prima del prossimo secolo.

Lanciato nel 2009 nell’ambito del Programma Explorer, WISE era stato messo a riposo nel 2011 dopo aver esaurito il liquido refrigerante e dopo aver completato la sua missione primaria: aveva “catturato” oltre 2,7 milioni di immagini a più lunghezze d’onda infrarosse e catalogato più di 560 milioni di oggetti. Nel settembre del 2013 è stato rimesso in funzione per altri tre anni: darà la caccia ai NEO (near-Earth objects) più pericolosi per la nostra incolumità. Nei progetti degli scienziati c’è anche quello di scovare un asteroide da esplorare in futuro.

Intanto NEOWISE porta a casa la prima vittoria. Il sofisticato strumento della NASA ha scovato l’oggetto distinguendone il movimento rispetto allo sfondo. I ricercatori Università dell’Arizona hanno poi utilizzato il telescopio Spacewatch al Kitt Peak National Observatory di Tucson per confermare la scoperta.

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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