14 FEBBRAIO - Carlos Ruiz Zafòn scrisse la cosiddetta trilogia della nebbia nella prima metà degli anni ’90, ma fino al grande successo internazionale de L’ombra del vento del 2002 (e quello, decisamente minore, del suo sequel Il gioco dell’angelo del 2008) nessuna sua opera precedente era apparsa in Italia. Negli ultimi anni Mondadori ha deciso di sfruttare commercialmente la fama nel frattempo acquisita dall’autore catalano con la pubblicazione dei suoi libri scritti in gioventù. E così, dopo l’edizione italiana di un altro romanzo Marina (pubblicato in Spagna per la prima volta nel 1999 e uscito in Italia dieci anni dopo) ecco negli ultimi anni vedere la luce anche in Italia Il principe della nebbia, prima, e Il palazzo della mezzanotte, poi. Con il terzo capitolo, Le luci di Settembre, scritto nel 1995 e revisionato dall’autore nel 2007, anche i lettori italiani hanno potuto conoscere quella che potremmo definire la prima trilogia di Zafon.
Il libro combina, come probabilmente molta letteratura di fattura industriale dedicata agli adolescenti, elementi di fantasia, terrore, romanticismo e avventura. Il merito di Carlos Ruiz Zafon è quello di fare in modo che tutto questo si fonda in maniera equilibrata, senza eccessi né semplificazioni. L’autore riesce a sfruttare ancora una volta, grazie alla sua scrittura trascinante, le ottime capacità descrittive che in questo romanzo si avvicinano molto alla loro massima espressione, poi raggiunta con L’ombra del vento .
La storia si svolge nel 1937. Con ritmo cinematografico (e cinematografici, in realtà, sono anche i numerosi riferimenti al tema del “doppio”, affrontato in letteratura da centinaia di autori), Zafon ci racconta la storia della famiglia Sauvelle, del suo arrivo al paesino normanno di Baia Azzurra e nella misteriosa dimora di Cravenmoore.
Con l’avanzare della vicenda i personaggi acquistano pian piano lo spessore sufficiente per fare in modo che la trama si dispieghi. A cominciare da Irene Sauvelle, un’adolescente parigina che viene da una famiglia distrutta dalla recente morte del padre. O da Simone, la madre di Irene e governante di Cravenmoore, la quale cerca con coraggio di ricostruire la vita famigliare lottando contro le avversità della vita.
Nonostante alcune situazioni risultino ampiamente prevedibili e lo stile, a tratti, leggermente confuso, la trama ha senza dubbio la complessità sufficiente per attrarre anche un pubblico adulto anche se il mistero lascerà pian piano posto al soprannaturale trasformando l’opera in qualcosa di molto vicino a ciò che oggi va di moda fra gli adolescenti (si veda, ad esempio, la fortunatissima saga di Harry Potter, trasportata con successo anche sul grande schermo).
Leggere in senso inverso le opere di Ruiz Zafòn – prima i suoi libri più recenti, poi quelli più lontani nel tempo – impone di cercare in questi ultimi le idee e le ossessioni che successivamente sono apparse nell’opera più matura. E mentre si legge questo libro non possono non tornare alla memoria gli elementi amati ne L’ombra del vento. Un libro, quest’ultimo, sicuramente lucido, avvincente, molto meno innocente e destinato ad un pubblico di lettori più adulti e riflessivi. Ma anche in quel caso il protagonista è un giovane che ha perso uno dei propri genitori e il mistero e la ricerca sono parti integranti della trama. Certo, ne L’ombra del vento, che si svolge nella Barcellona del 1945, il terrore non ha origine soprannaturale, ha forma umana, nome e cognome, ma leggendo l’epilogo di Le luci di Settembre (una lettera firmata nel 1947) è facile creare dei parallelismi e credere che questa lettera (almeno in parte) possa in qualche modo risultare l’origine del romanzo che ha poi dato a Ruiz Zafòn fama e successo. E proprio l’epilogo è destinato a dare un nuovo significato alla storia e una nuova chiave di lettura alla vicenda, aprendo la porta alla speranza.Carlos Ruiz Zafòn
Le luci di settembre
Pag. 276, € 19
Arnoldo Mondadori Editore
Ernesto Kieffer