“La prima volta che sono nata” di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre, Sinnos

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

La prima volta che ho letto questo libro ho pianto.
Il bello è che anche la seconda volta che ho letto questo libro ho pianto.
In una terza non mi sono ancora avventurata, ma qualcosa mi dice che l’effetto non sarà poi molto dissimile perché questo è un albo che, come una piccola freccia dalla forma graziosa ma acuminata, arriva dritto dritto alle corde che meglio risuonano di commozione.
Non un moto triste sia ben chiaro. Qui le lacrime si increspano sul sorriso e ciò che invade il lettore è un senso di delizia e tenerezza.
Perché le parole sono poche ma ciascuna calza sull’emozione come un guanto minuto che, per giunta, fa pure il solletico e così si ride e si piange insieme innamorandosi anche della dolce ma sbarazzina protagonista.

L’albo fa parte della collana I Tradotti della casa editrice Sinnos, una serie di illustrati che ha la missione di portare in Italia ciò che “degli altri ci piace di più”, come sottotitolano gli editori stessi.
E indubbiamente, dopo altri passati ottimi tiri, stavolta hanno fatto un centro perfetto perché “La prima volta che sono nata” di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre piace tantissimo anche a noi.

Un libro proprio per tutti: per chi è bambino e ha lo sguardo buffo e un po’ impertinente della ragazzina narratrice e in lei si può rispecchiare, per chi è ragazzino e già si interroga sul meraviglioso viaggio che è la Vita, per chi è adolescente o giovane e si affaccia alle nuove tappe con trepidazione e curiosità, per chi è da poco genitore e può con queste pagine rivivere le emozioni totalizzanti e disarmanti dei primi momenti con un figlio e, infine, per chi, già maturo, è consapevole dei tanti doni ricevuti e vissuti e può ricordarli e ritracciarli con commozione.

Infondo la Vita altro non è che una lunga sequenza di prime volte. Dapprincipio le prime volte saranno molto ravvicinate e costituiranno fonte di meraviglia e di apprendimento. Poi si faranno più rade, magari più preziose, a volte anche un po’ spaventose.
Ma, a ben pensarci, le prime volte non cessano mai del tutto se le si rende sinonimo di emozione, di stupore.
E una vita composta di prime volte, scandita dal ritmo delle esperienze nuove, è una vita vista con gli occhi di un bambino, inizialmente quello che si è, poi quello che si era e ancora non si è perduto, infine quello che, una volta diventati genitori, si ha il compito e la gioia di seguire, rinascendo, riaffacciandosi ad un sequenza nuova e meravigliosa di prime volte.

Così accade alla protagonista del libro: ogni doppia facciata una prima volta, narrata per parole e immagini.
Dalla nascita in poi tanti incontri – con persone, cose, emozioni – che non si erano mai fatti prima e che, posti in fila, l’uno dopo l’altro, raccontano un percorso di crescita, di scelte, di costruzione.
C’è la prima volta che si sono visti i genitori e si è entrati in contatto con il loro amore, la prima volta che si è sperimentato il proprio corpo – la pappa, la pipì – e i propri sensi, la prima volta che si sono fatte conquiste di autonomia – la prima camminata, la prima corsa da soli in bicicletta – , la prima volta che si è cominciato a diventare grandi, le amicizie, le prima volte che si è ricevuta una delusione, che ci si è innamorati, la prima volta che si è scoperta la propria strada…
Tante pagine, tante prime volte, alcune ovvie, altre poetiche, altre buffe, alcune disarmanti, altre divertenti…
Fino alla prima volta più magica: la prima volta che si è data la Vita ad un altro essere.
La seconda volta che si nasce.

Una albo che è tutta una vibrazione, dalla riga iniziale a quella finale, dalla prima all’ultima figura.
Mi piace per una quantità di motivi tale che farò perfino fatica ad elencarli tutti.

Il primo perché è toccante senza nemmeno una briciola di mielosità, perché è fortemente emotivo riuscendo anche ad essere teneramente spiazzante e leggendo sovente non si sa se versare la lacrimuccia o sorridere di divertimento (spesso entrambe le cose).

Poi perché è poetico e con quella punta di surrealismo che fa sì che le immagini evocate sposino alla perfezione le emozioni, che raccontino molto di più, e più in profondità di ciò che dicono.
Mi piace che autore e illustratore sappiano giocare secondo modalità simili, l’uno con le parole e l’altro con le immagini, associandole per creare un oltre e dando scena ad una meta-narrazione che arriva dritta all’anima.

Ancora, trovo che sia divertente, che somigli tanto ai bambini e ai loro pensieri bislacchi ma perfettamente pertinenti, e, allo stesso tempo, riesca a mantenere l’adeguatezza anche quando si sposta verso altre tappe della crescita e sappia centrare anche l’adolescenza, la giovinezza e l’emozione della maternità.

Apprezzo che racconti di un’infanzia felice, che narri d’amore e amorevolezza, accudimento e partecipazione, mi piace che i legami siano sereni, la crescita sana, la protagonista realizzata in una percorso di vita che conduce all’arte e ad altri rapporti lieti.
Come dire: gettate basi armoniose, empatiche e accoglienti ed è più probabile che i bambini diventino adulti amati, capaci di amare e di amarsi.

Gradisco anche molto la rappresentazione della figura paterna: sensibile, dolce e presente, attivo nella cura e non solo, come spesso i libri per bambini riportano, nel gioco e nell’autorità.

Infine, ma giusto per non dilungarmi troppo, provo una simpatia incredibile per la piccola protagonista, mi piace che sia un po’ ribelle e impertinente, mi piacciono i suoi guizzi di spassoso egocentrismo e la risolutezza, ma anche sensibilità, che emana. Una splendida figura femminile, di bimba prima, di donna poi.

Le immagini – tutte a piena pagina, sulla facciata di destra – sono semplici e impressive. Contorni spessi, colori pieni, espressive pur nella loro linearità, dinamiche, fantasiose e surreali. Dotate di ottima forza narrativa.
Fanno sorridere e, sposandosi col testo, creano un contrasto irresistibile di tenerezza e vivacità, di gioco ed emozione.

Un albo che è un dono incantevole per chiunque, un augurio a non perdere mai il filtro magico che colora ogni esperienza e la trasforma ne la prima volta che…

(età consigliata: tutte le età)

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