Ci sono cascata, ho tradito La Pediatra (che visita solo nel suo studio, solo in certi giorni, se non è in vacanza) in nome della comodità. Mi sono fatta dare da un'amica il numero di un Pediatra A Pagamento Che Visita a Domicilio e ne ho pagato le vere conseguenze.
Giornate fredde e di pioggia, Luigi e Bianca si ammalano, chiaramente lui ha portato a casa dall'asilo qualche virus e lo ha passato a lei.
La mattina si svegliano (loro, io no perché non ho mai dormito), uno con febbre, l'altra raffreddata. Decido di chiamare il Pediatra A Pagamento Che visita a Domicilio e quando suona il campanello puntuale mi sembra una cosa meravigliosa.
Li visita entrambi, decreta una bella bronchite per Luigi, poi tira fuori il libretto per le prescrizioni mediche e comicia la litania: antibiotico, areosol, goccine da sciogliere in tisana (e chi l'ha mai propinata a Bianca rischiando di incogliere nelle ire de La Pediatra?), supposte, antimucolitici... Più lui scrive più io mi sento sprofondare: mi sta prescrivendo una quantità di medicinali che Luigi non ha mai assunto neanche in tre anni di vita! e se Bianca è solo raffreddata, perché mai propinarle tre diversi tipi di medicine?
Si congeda e io chiudo la porta alle sue spalle carica di ogni dubbio e perplessità. Che fare, passare davvero a un approccio pediatrico così radicalmente diverso da quello seguito fino a oggi? E la prossima volta chi glielo racconta a La Pediatra? E adesso? Panico!
Alla fine decido: chiamo La Pediatra, confesso le mie colpe e la diagnosi del Pediatra a Pagamento Che Visita a Domicilio e la imploro di visitare entrambi in mattinata nel suo studio. Lei all'inizio si irrigidisce, ma poi la mia captatio benevolentiae ("Prima di cominciare una terapia antibiotica, vorrei che lei visitasse Luigi") funziona.
Responso de La Pediatra: non c'è bronchite, per ora no antibiotico, sì areosol e lavaggi del nasino. L'antibiotico solo in caso di peggioramento e dolore all'orecchio. E così è stato.
Che dire: la lezione mi è servita, non tradirò più La Pediatra.