In tutte le Università italiane oggi si celebra la “primavera delle università”. La Conferenza dei Rettori (CRUI) in 10 punti lancia l’allarme sullo stato dell’Università e ne ribadisce l’importanza, sottolineando che “l’Università compete nella didattica e nella ricerca con avversari internazionali snelli ed efficaci, ma è trattenuta nel suo slancio dal peso di regole complicate”.
Probabilmente tra i problemi che l’Università italiana ha affrontato in questi ultimi tempi, il sottofinanziamento deve essere messo ai primi posti (fondi pubblici nel 2009: 7.485 mln, nel 2016: 6.556 , ovvero -9.9%), assieme al mancato reclutamento di nuovi docenti (10.000 docenti e ricercatori in meno su 60.500 dal 2008 al 2015). Comunque, nonostante tutto questo l’Università del Bel Paese continua a funzionare (o a tirare a campare?!) e propone una nuova primavera universitaria. A leggere la primavera come metafora botticelliana ci sarebbe da chiedersi chi sia oggi Zefiro, vento di primavera che spande nuove energie (finanziamenti?! Renzi sei tu il nostro Zefiro?) e mette incinta la ninfa Clori (la solare Giannini, portatrice di nuove strutture di ricerca, stratega di nuovi reclutamenti e programmi di ricerca?). Intanto le Grazie, incuranti di tutto e di tutti continuano la loro armoniosa danza, cercando di portare avanti -spesso in maniera rocambolesca, forse, ma sempre con l’adeguata correttezza e serietà- la loro ricerca all’interno del quadro in cui ognuno sembra concentrato soprattutto su se stesso. Mercurio, alla sinistra, mentre scaccia le nubi, ha già indossato i suoi calzari alati. Che sia un cervello in fuga?!
Intanto celebriamo la primavera, delle università e magari non solo di quelle, cercando qualche Grazia disposta a danzare nella ricerca del vero.