Ecco, come prima cosa c’è da sgombrare il campo da alcune mitologie catodiche generatesi negl’ultimi mesi. La colpa di questo stato di crisi politica e sociale non è imputabile a Grillo. Per mia fortuna, a differenza dei dirigenti del PD, so per certo che i ventennali problemi del nostro paese non li hanno creati i 5 stelle, ma sono tuttavia convinto che questi problemi non li risolveranno i 5 stelle. L’area PD (come l’area PDL e la stessa area 5 stelle) esiste in termini di consenso solo chiamando a raccolta il suo grande popolo per opporsi a uno spauracchio, un mostro di cui avere una paura fottuta, una ipotetica minaccia totalizzante che da sola corrode ogni cosa, corrompe ogni cosa, un tempo… Silvio Berlusconi. Oggi, con Berlusconi come alleato ufficiale, l’obiettivo è Grillo. Sono quindi in corso tutte le operazioni comunicative per portare a soluzione lo slittamento semantico del concetto di ipotetica minaccia totalizzante dalla testa trapiantata di Silvio a quella boccoluta di Grillo. Ma i tempi di gestazione sono lunghi, gli spin doctor del PD hanno fatto tutti le scuole un po’ alla buona. Considerato ciò, un’ altra cosa abbastanza assodata è che chi ha creato i problemi non ha alcuna voglia di risolverli. Il movimento di Grillo, a differenza di chi i problemi li ha generati, ha tuttavia fatto un passo in avanti nel comprendere che occorre una cesura netta nei confronti del sistema Berlusconi-PD. Questa spaccatura va praticata e non possono praticarla solo i grillini. Il nodo del paese, a mio avviso , è tutto qui; nella necessità di voltare definitivamente pagina e di congedarci da una classe politica corrotta e incapace. Chi a sinistra bolla questa necessità come frutto di antipolitica, populismo, qualunquismo, non fa un torto ai 5 stelle, ma lo fa a se stesso. Il punto è che siamo così assuefatti alla sindrome di Stoccolma che ormai un umiliazione in più, una sudditanza in più, un ingiustizia in più, non fanno certo la differenza, anzi, aiutano a tenerci tutti in vita in questo stato di cose. Tirare a campare è meglio che tirare le cuoia, diceva qualcuno e la maggioranza di questo paese evidentemente vuole solo, in tranquillità, tirare a campare. Questo tratto antropologico, a mio modo di vedere, vale per molti, tanti, troppi di noi e anche per una parte dei Parlamentari a 5 stelle. La paura di tirare le cuoia è più forte di ogni principio, di ogni progetto politico e di vita. Sono convinto, citando un mio vecchio insegnante, che solo abbandonando la città delle paure, la nostra democrazia sarà all’altezza di grandi ambizioni e cambiamenti da coltivare e costruire tutti insieme.
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