Gentes da carnaio
pochi i lupi ancora vivi
Solo pecore sicure di se stesse
Al colosseo delle speranze!
Presto!
Dove ogni cibo prega con gentilezza
Sono preghiere onomatopeiche
di leoni in controluce
…
E’ lo stupro dei timpani
eseguito ad arte convessa
dai masochisti dell’esprimersi
Aureo vitello
diviso tra briganti innocenti
avrai il tuo pasto
quando non sentirai fame
Le profezie ardono
con un odore di smalto verde
Il latte sgorgherà marcio
da lacrime in offerta speciale
Non vedremo nessun giorno
Ma lunghe e stellate corti di fieno
Dove come bambini a natale
Scarteremo le stelle
per saper cosa hanno dentro
Gli abissi saranno così ovvi
che vi faremo volare i nostri aquiloni
quando venti di giudizi
porteranno buone notizie
Ed ora matron si dividono
in madri e soggetti a rischio
Archeologia dei buoni propositi
dove non troveremo eroi da misurare
solo gesti pacati
per fare del nobile rumore
Infine
la tentazioni avranno vita propria
Fino a discendere l’Averno
per contare le nostre buone intenzioni