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La profezia di Malachiaoooo

Creato il 11 febbraio 2012 da Mikdarko
La profezia di Malachia è una lista di 112 brevi frasi in latino, da alcuni ritenute una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La lista ha la pretesa di descrivere tutti i papi (compresi alcuni antipapi) partendo da Celestino II (eletto nel 1143), e si conclude con un papa descritto come “Petrus Romanus” il cui pontificato, secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città di Roma
La profezia di Malachiaoooo
Provenienza - La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuisce la lista a San Malachia, vescovo di Armagh nel XII secolo. Secondo la versione tradizionale, nel 1139, Malachia fu chiamato a Roma da Papa Innocenzo II. A Roma Malachia ebbe una visione di futuri papi; Malachia riportò la visione, con una sequenza di passaggi criptici, in un manoscritto dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu depositato negli Archivi Vaticani e successivamente dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1590. Dall'altra parte, è stato rilevato che nella biografia di Malachia scritta da Bernardo di Chiaravalle non ci sono menzioni della profezia; e non ci sono citazioni della profezia prima della sua pubblicazione nel 1595. Molti, compresa l’ultima edizione della Enciclopedia Cattolica, suggeriscono che la profezia sia un falso del XVI secolo; alcuni hanno suggerito che sia stata realizzata dal falsario umbro Alfonso Ceccarelli attorno al 1590. Alcuni hanno suggerito che sia stata creata da Nostradamus e attribuita a Malachia perché un veggente non sarebbe stato attaccato per aver profetizzato la distruzione del papato. I sostenitori della profezia, come lo scrittore John Hogue, sostengono che sebbene l’autore della profezia sia incerto, le predizioni restano valide. 

I motti Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 111 (o 112, secondo le versioni) futuri pontefici attraverso un “motto”; i motti vanno da papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, descrivendo il destino dei papi e della Chiesa Cattolica. Non tutti i “motti” hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare, nello scorso secolo, si è sottolineata la precisione dei motti anteriori al 1600 (cioè anteriori alla comparsa della presunta profezia) e la minore precisione di quelli successivi. Tuttavia l’avvicendarsi di quelli che secondo la profezia sarebbero gli ultimi papi dei tempi (secondo alcune interpretazioni papa Benedetto XVI sarebbe il penultimo), ha riportato l’attenzione su questa profezia. 
Le Profezie: 
1 Ex Castro Tiberi  Celestino II (1143-1144)  Il motto sembra alludere al paesino di origine di questo papa: nacque a Città di castello sul Tevere. 
2 Inimicus expulsus  Lucio II Caccianemici (1144-1145)  Il motto potrebbe avere due spiegazioni: l’allusione al cognome (Inimicus) e la brutale fine di questo papa, che morì colpito da una pietra mentre veniva espulso dal Campidoglio. 
3 Ex magnitude montis  Beato Eugenio III (1145-1153)  Pietro Pignatelli, nativo di Montemagno (Pisa), racchiude nel paese di origine il significato del motto. 
4 Abbas Suburranus  Anastasio IV (1153-1154)  Corrado Suburri fu abate di S. Rudo. 
5 De ruro albo  Adriano IV (1154-1159)  Nicholas Breakspear fu il solo Papa nato in Inghilterra, a Saint Albany. Il motto deriverebbe dalla città di nascita. 
6 Ex tetro carcere  Antipapa Vittore IV  Gregorio Conti era Cardinale di S. Vittore, noto carcere milanese. 
7 Ex ansere custode  Alessandro III (1159-1181)  Rolando Papero Bandinelli. Probabilmente il motto fa riferimento al cognome del pontefice, che si oppose duramente al Barbarossa, in quanto anser in latino significa “anatra”. 
8 De via Transtibertina  Antipapa Pasquale III  Guido da Crema ricoprì il ruolo di Cardinale in S. Maria in Trastevere (Transtibertina). 
9 Lux in ostio  Lucio III (1181-1185)  Ubaldo Allucignoli fu Cardinale di Ostia. Nel motto appare chiaro il riferimento sia al nome papale, sia al cognome di origine, sia alla cittadina di Ostia. 
10 De Pannonia Tusciae  Antipapa Callisto III  Cardinale di Tuscolo, proveniva dall’Ungheria, che anticamente faceva parte di una vasta regione denominata Pannonia. 
11 Sus in cribo  Urbano III (1185-1187)  Uberto Crivelli aveva nel proprio stemma l’immagine di un maiale (sus). La parola cribo, inoltre, sembra alludere in qualche modo al cognome Crivelli… 
12 Ensis Laurentii  Gregorio VIII (1187)  Alberto Mosca era Cardinale di S. Lorenzo in Lucina. Nel suo stemma campeggia una spada (ensis) 
13 De schola Exiet  Clemente III (1187-1191)  Paolo Scolari, Vescovo di Palestrina. Il riferimento al cognome è evidente. 
14 De rure bovense  Celestino III (1191-1198)  Giacinto Orsini della Casata dei Borbone. 
15 Comes signatus  Innocenzo III (1198-1216)  Giovanni Loterio dei conti di Tuscolo da Segni. 
16 Canonicus de latere  Onorio III (1216-1227)  Cencio Savelli, canonico in Laterano. 
17 Avis ostiensis  Gregorio IX (1227-1241)  Ugolino dei conti di Tuscolo da Segni, Cardinale di Ostia. Nel suo stemma appare un’aquila (avis) 
18 Leo Sabinus  Celestino IV (1241)  Goffredo Castiglioni di Milano, Vescovo di Sabina Anche in questo caso nello stemma c’è un leone. 
19 Comes Laurentius  Innocenzo IV (1242-1254)  Sinibaldo dei conti Fieschi, già cardinale di S. Lorenzo in Lucina. 
20 Signus Ostiense  Alessandro IV (1254-1261)  Rinaldo dei conti di Segni, Cardinale di Ostia 
21 Jerusalem Campaniae  Urbano IV (1261-1264)  Giacomo Troyes Pantaleone, nativo della Champagne e patriarca di Gerusalemme, eletto papa ancor prima di essere nominato cardinale. 
22 Drago depressus  Clemente IV (1261-1264)  Guido le Gros di Saint Gilles. Nel suo stemma vi è un’aquila che tiene stretta tra gli artigli un grosso drago. 
23 Anguineus vir  Gregorio X (1271-1276)  Teobaldo dei Visconti di Piacenza. Malachia lo indica come “uomo del serpente” (anguineus vir) perché nel suo stemma campeggia in evidenza un serpente. 
24 Concionator gallus  Innocenzo V (1276)  Pietro di Parantasia, di origine francese (gallus) malgrado i soli cinque mesi di pontificato è unanimamente ricordato come un uomo di chiesa probo ed eccellente predicatore (concionator) 
25 Bonus Comes  Adriano V (1276).  Ottobono de’ Conti Fieschi morì prima di essere incoronato papa. Bonus da Ottobono? 
26 Piscator tuscus  Giovanni XXI (1276-1277)  Pietro di Giuliani, famoso medico e filosofo, Cardinale di Tuscolo. Il suo nome di battesimo era quello del famoso pescatore, primo papa della Chiesa cattolica
27 Rosa Composita  Niccolò III (1277-1280)  Nello stemma di Giangaetano Corsini appariva una rosa. Egli fu poi soprannominato “compositus” perchè nel corso del suo pontificato si impegnò sopratutto nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca. 
28 Ex telonio liliacei Martinii  Martino IV (1281-1285)  Simon de Brie, canonico e tesoriere di S.Martino di Tours in in Francia. Nel suo stemma vi erano rappresentati alcuni gigli. 
29 Ex rosa leonina  Onorio IV (1285-1287)  Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose. 
30 Picus inter esca  Niccolo IV (1288-1292)  Il motto relativo a Gerolamo di Ascoli Piceno non è ben chiaro. L’unico accenno plausibile potrebbe essere quello alla città natale (picus). 
31 Ex eremo celsus  Celestino V (1294)  Pietro Anglerio da Morrone fu eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini. 
32 Ex undarum benedictione  Bonifacio VIII (1294-1303)  Benedetto Caetani. Il motto si riferisce al suo nome di battesimo ed al suo stemma nel quale figurano delle onde marine. 
33 Concionator patarens  Benedetto XI (1303-1304)  Nicolò Baccasini era nato a Patara e apparteneva all’ordine dei predicatori (concionator) 
34 De fascis aquitanicis  Clemente V (1305-1314)  Lo stemma di Bertrand de Got è costituito da fasce parallele. Sotto il suo pontificato avvenne il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, vicino all’Aquitania. 
35 De sutore orseo  Giovanni XXII (1316-1334)  Giacomo Duése era figlio di un umile calzolaio. 
36 Corvus schismaticus  Antipapa Nicolò V.  Pietro Rinalducci, originario di Corvaro, fu tra i maggiori responsabili dello scisma d’Occidente. 
37 Frigidus Abbas  Benedetto XII (1334-1342)  Giacomo Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero di Fontanafredda. 
38 Ex rosa atrebatesi  Clemente VI (1342-1352).  Pietro Roger di Beaufort fu vescovo di Arras ed aveva un emblema con sei rose. 
39 De montibus Pammachii  Innocenzo VI (1352-1362)  Nell’emblema di Stefano Aubert campeggiano sei montagne. Egli fu eletto papa mentre era cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato “Pammacchio”. 
40 Gallus vicecomes  Urbano V (1362-1370)  Guglielmo Grimoard, francese (gallus), fu Nunzio (comes) presso i Visconti di Milano
41 Novus de Virgine fortii  Gregorio XI (1370-1378)  Nipote di Clemente VI, Ruggero di Beaufort fu Cardinale di Santa Maria Nuova (Virgine) 
42 De cruce apostolica  Antipapa Clemente VII  Cardinale dei dodici apostoli. Il suo emblema raffigurava una grossa croce. 
43 Luna cosmedina  Antipapa Benedetto XIII  Pietro de Luna, fu eletto papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin. 
44 Schismo barcinonicum  Antipapa Clemente VIII  Canonico di Barcellona (barcinonicum) fu fautore di una politica volta a consolidare lo scisma. 
45 De inferno pregnani  Urbano VI (1378-1389)  Bartolomeo Prignano, napoletano, nacque in una località denominata “inferno”. 
46 Cubus de mixtione  Bonifacio VII (1389-1404)  Lo stemma di Pietro Tommacelli era costituito da cubi. 
47 De miliore sidere  Innocenzo VII (1404-1406)  Il motto si riferisce al cognome di Cosma Migliorati ed al suo stemma recante una stella. 
48 Nauta de Ponte Nigro  Gregorio XII  L’espressione nauta (marinaio-barcaiolo) viene usata da Malachia per disegnare i papi che provenivano dalla città di Venezia. Angelo Corrier infatti era nato a Venezia ed era stato Cardinale Commendatario di Negroponte. 
49 Flagellum solis  Antipapa Alessandro V  Pietro Filargiro aveva uno stemma in cui campeggiava un sole splendente. Malachia lo indica come flagellum perchè contribuì ad aggravare e radicalizzare lo scisma del papato. 
50 Cervus Sirenae  Antipapa Giovanni XXIII  Baldassarre Cossa era nato a Napoli, città il cui emblema è rappresentato dalla sirena Partenope, ed aveva nello stemma l’immagine di un cervo. 
51 Corona veli aurei  Martino V (1417-1431)  L’emblema di Ottone Colonna era una corona dorata. 
52 Lupa coelestina  Eugenio IV (1431-1447)  Il simbolo di Gabriele Condolmer, canonico della compagnia dei Celestini, era una lupa. 
53 Amator Crucis  Antipapa Felice V  Lo stemma di casa Savpia di cui Amedeo VIII era principe è una croce rossa su campo bianco. L’espressione amator si riferisce probabilmente al tormento interiore ed alle accese controversie che accompagnarono questo papa in tutto l’arco del suo antipontificato. 
54 De modicitate lunae  Niccolò V (1447-1455)  Tommaso Parentuccelli era nato a Luni di Sarzana ed apparteneva ad una famiglia molto povera (modicitate). 
55 Bos pascens  Callisto III (1455-1458)  Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo. 
56 De capra et albergo  Pio II (1458-1464).  Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei Cardinali Capranica e Albergatti. 
57 De cervo et leone  Paolo II (1464-1471)  Pietro Barbo era stato Cardinale di San Marco Evangelista (che ha per simbolo un leone alato) e Commendatario della Chiesa di Cervia. 
58 Piscator minorita  Sisto IV (1471-1484)  Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore. 
59 Praecursor Siciliae  Innocenzo VIII (1484-1492)  Giovanni Battista Cybo visse alla corte del re di Sicilia. 
60 Bos Albanus in portu  Alessandro VI (1492-1503)  L’emblema di Rodrigo Borgia era um bue. Egli fu Cardinale e Vescovo di Albano e Porto. 
61 De parvo homine  Pio III (1503)  Francesco Todeschi. Il motto farebbe riferimento al cognome materno Piccolomini. 
62 Fructus Jovis juvabit  Giulio II (1503-1513)  L’emblema di Giuliano della Rovere era una quercia che nell’antichità veniva ritenuta albero sacro a Giove. 
63 De craticule Politiana  Leone X (1513-1521)  Il nome del padre di Giovanni de’ Medici era Lorenzo, santo martirizzato sulla graticola.  L’espressione Politiana deriverebbe invece da Angelo Poliziano di cui egli fu discepolo. 
64 Leo florentius  Adriano VI (1522-1523)  Adriano Florentz di Utrecht, ultimo papa non italiano prima di Wojtyla, aveva come stemma un leone. 
65 Flos pilae  Clemente VII (1523-1534).  Giulio de’ Medici, fiorentino, aveva nel proprio stemma una palla attorniata da gigli. 
66 Hyacinthus medicorum  Paolo III (1534-1549)  Alessandro Farnese, cardinale dei SS. Cosma e Damiano, aveva gigli nel suo stemma. 
67 De corona montana  Giulio III (1550-1555).  Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Il suo emblema raffigurava due corone. 
68 Frumentum floccidum  Marcello II (1555)  Marcello Cervini nacque a Montepulciano. Il suo stemma raffigura un cervo e del frumento. Qui l’aggettivo floccidum sta ad intendere la breve durata del suo pontificato di solo 23 giorni. Egli fu l’ultimo Papa a non cambiare nome all’atto dell’elezione; egli così confermò un’altra leggenda, la quale vuole un pontificato brevissimo per i Papi che conservano il proprio nome. 
69 De fide Petri  Paolo IV (1555-1559)  Giampietro Carafa fu promotore del Tribunale della Fede. Il Petri ricorda la “pietra” su cui fu fondata la chiesa. 
70 Aesculapii pharmacum  Pio IV (1559-1565)  Giovanni Angelo de’ Medici. Il motto sembra derivare dal cognome della casata. Esculapio, infatti, era considerato il dio della medicina e primo medico della storia. 
71 Angelus nemorosus  Pio V (1566-1572)  L’aggettivo nemorosus (boscoso) starebbe ad indicare il luogo di nascita (Bosco in provincia di Alessandria) di Michele Ghisleri. 
72 Medium corpus pilarum  Gregorio XIII (1572-1585)  Ugo Boncompagni, passato alla storia come l’ideatore del Calendario Gregoriano, aveva nello stemma un mezzo drago e due sfere. 
73 Axis in medietate signi  Sisto V (1585-1590).  Felice Perretti aveva come stemma un leone diviso a metà da un’ascia. 
74 De rori coeli  Urbano VII (1590)  Il motto potrebbe derivare dal fatto che Giovanbattista Castagna fu Arcivescovo di Rossano, cittadina nella quale tradizione si dice fosse caduta la manna dal cielo. 
75 De antiquitate urbis  Gregorio XIV (1590-1591)  Nicola Sfrondati proveniva dall’antica cittadina di Cremona. Ma sarà davvero questo che Malachia intendeva? 
76 Pia civitas in bello  Innocenzo IX (1591)  Il motto sembra indicare il ruolo di sostegno del suo pontificato in un periodo storico caratterizzato da cruente guerre. 
77 Crux romulea  Clemente VIII (1592-1605)  Ippolito Aldobrandini apparteneva ad una nota famiglia originaria di Roma ma da tempo radicatasi a Firenze. Nel suo stemma campeggia una croce romana. 
78 Undosus vir  Leone XI (1605)  Il motto si riferisce probabilmente alla brevissima durata del suo pontificato, ma è solo un’ipotesi. 
79 Gens perversa  Paolo V (1605-1621)  Camillo Borghese pare avesse cambiato (perversum) il suo cognome (gens) da laico. 
80 In tribulatione pacis  Gregorio XV (1621-1623).  Alessandro Ludovisi, istitutore della “Propaganda Fide“, nel corso di tutto il suo pontificato fu faticosamente impegnato a sedare guerre e controversie politiche. 
81 Lilium et rosa  Urbano VIII (1623-1644).  Lo stemma di Maffeo Barberini era animato da api che volano su gigli e rose. 
82 Jacunditas crucis  Innocenzo X (1644-1655)  Giovanni Battista Pamphily fu proclamato papa nel giorno dell’esaltazione della croce. 
83 Montium custus  Alessandro VII (1655-1667)  Lo stemma di Fabio Chigi era costituito da tre colline su campeggiava una stella. Questo papa istituì nella capitale un Monte di Pietà. 
84 Sidus olorum  Clemente IX (1667-1669)  L’elezione di Giulio Rospigliosi avvenne nella camera dei cigni (olorum). 
85 De flumine magno  Clemente X (1670-1676)  Emilio Altieri fu eletto papa in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena (flumine magno) 
86 Bellua insatiabilis  Innocenzo XI (1676-1689)  Benedetto Odescalchi aveva nello stemma un’aquila e un leone. 
87 Poenitentia gloriosa  Alessandro VIII (1689-1691)  L’elezione di Pietro Ottobuoni avvenne nel giorno di San Brunone, Santo ricordato per essere stato uno dei più grandi penitenti della Chiesa cattolica. Però si tratta di un legame troppo labile. 
88 Rastrum in porta  Innocenzo XII (1691-1700)  Antonio Pignatelli apparteneva all’omonima illustre casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata “del rastrello”. 
89 Flores circumdati  Clemente XI (1700-1721)  Giovanni Francesco Albani aveva uno stemma incorniciato da fiori. 
90 De bona religione  Innocenzo XIII (1721-1724).  Michelangelo Conti, condannò aspramente ogni forma di eresia ed in particolare Giansenismo e Quietismo. 
91 Miles in bello  Benedetto XIII (1724-1730)  Pier Francesco Orsini. L’epoca del suo pontificato fu caratterizzata da aspre guerre di successione. 
92 Columna excelsa  Clemente XII (1730-1740)  Lorenzo Corsini è ricordato sopratutto per i grandi e lussuosi edifici che fece erigere. 
93 Animal rurale  Benedetto XIV (1740-1758)  Prospero Lambertini di Bologna fu uno dei Papi più amati della storia, ma non è affatto chiaro a cosa si riferisca Malachia. Io avanzo un’ipotesi: prima di entrare nel lunghissimo Conclave da cui uscì Papa, dichiarò: « Se vorranno eleggere un asino, eleggeranno me. » Come sempre accade in questi casi, fu tutto fuorché un asino… 
94 Rosa Umbiae  Clemente XIII (1758-1769) 
Durante il pontificato di Carlo Rezzonico venne istituito l’ordine francescano che ebbe la sua prima sede in Umbria. 
95 Ursus velox  Clemente XIV (1769-1774)  Lorenzo Ganganelli, passato alla storia per aver sciolto l’ordine dei Gesuiti, aveva nel proprio stemma l’immagine di un orso. 
96 Peregrinus Apostolicus  Pio VI (1774-1799)  Il motto si spiega con le vicissitudini che questo Papa dovette affrontare. Giovanni Angelo Braschi, infatti, dovette recarsi fino a Vienna per tentare di convincere l’imperatore Giuseppe II ad abrogare delle misure anticlericali da lui adottate sotto l’influsso dei filosofi illuministi; poi, scoppiata la Rivoluzione Francese, fu fatto prigioniero dai napoleonici e condotto da questi prima a Siena, poi a Bologna ed infine a Parma. Morì in esilio, solo ed odiato, a Valence, nel Drome; « Pio VI ed ultimo », scrisse lo sprezzante gendarme giacobino che ne constatò il decesso. Grazie a Dio era in errore. 
97 Aquila rapax  Pio VII (1800-1823)  Gregorio Barnaba discendente dei conti Chiaramonti fu fatto prigioniero da Napoleone Bonaparte il 3 luglio 1809, e deportato a Fointaneblau, presso Parigi, anche a causa del fatto che egli si era rifiutato di avvallare il divorzio tra l’empereur e Giuseppina Beuharnais. In questo caso l’aquila rapace starebbe ad indicare lo stemma napoleonico, su cui campeggiava proprio un’aquila. 
98 Canis et coluber  Leone XII (1823-1829)  Annibale della Genga fu definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente.Ma forse l’attribuzione è a posteriori, cioè derivata direttamente dall’epiteto di Malachia. 
99 Vir religiosus  Pio VIII (1823-1830)  Il misticismo è stato una delle maggiori caratteristiche del pontificato di Francesco Saverio dei Castiglioni. Ma basterà? Proprio la vaghezza di molte tra le profezie di Malachia è usata come argomento da chi nega ogni autenticità a questa lista e, almeno in questo caso e nel precedente, sembra aver ragione. 
100 De balneis Etruriae  Gregorio XVI (1831-1846)  Bartolomeo Alberto Cappellari era stato generale dell’ordine dei Camaldolesi, ordine nato in terra di Etruria, nella regione il cui nome romano era Balnea, essendo ricca di acque termali. 
101 Crux de cruce  Pio IX (1846-1878)  Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, il più lungo di tutta la storia, Roma divenne capitale dell’Italia unita. Lo stemma della dinastia sabauda, come tutti sanno, è una croce bianca in campo rosso: sulla città di Roma alla croce papale si sovrappose quella sabauda! 
102 Lumen de coelo  Leone XIII (1878-1903)  L’emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa sullo sfondo del cielo. 
103 Ignis ardens  Pio X (1903-1914)  Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli combatté il Modernismo. 
104 Religio depopulata  Benedetto XV (1914-1922)  Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all’enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio dalla Spagna, un paese cattolico. 
105 Fides intrepida  Pio XI (1922-1939)  La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e soprattutto contro il fascismo ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, “Con ardente preoccupazione”). 
106 Pastor angelicus  Pio XII (1939-1958)  Eugenio Pacelli fu pastore della chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di essere la guida spirituale e materiale di un mondo che si preparava a risorgere dalla ceneri della guerra. A papa Pio XII tra l’altro fu dedicato un film che portava come titolo proprio “Pastor Angelicus”. 
107 Pastor et nauta  Giovanni XXIII (1958-1963)  Angelo Roncalli era di umili origini (pastor), fu Patriarca di Venezia (nauta) e traghettò la Chiesa nel mare ignoto della modernità attraverso il Concilio Vaticano II. Una curiosità: tra i papabili del Conclave del 1958 c’era il cardinale francoarmeno Agagianian, il quale sullo stemma aveva un pastore e un’ancora. Se fosse stato eletto lui, la profezia si sarebbe realizzata davvero in modo clamoroso! 
108 Flos florum  Paolo VI (1963-1978)  “Flos Florum“, cioè fiore dei fiori, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Nello stemma di Giovanbattista Montini appaiono difatti tre gigli. 
09 De medietate lunae  Giovanni Paolo I (1978)  Il pontificato di Albino Luciani, già Patriarca di Venezia, è definito “il tempo di una luna” con riferimento al mese lunare. Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto al 28 Settembre 1978: solo 33 giorni! Alcuni però hanno contestato quest’attribuzione, essendo la durata di mezzo mese lunare di soli 14 giorni. Forse il “medietate” del motto va invece inteso come “mediazione”, nel senso di un pontificato di transizione data la sua brevità. Anche il nome al secolo del pontefice dà adito a suggestive speculazioni, alludendo a “luce albina”, cioè bianca, ovvero al pallido candore della Luna. 
110 De labore solis  Giovanni Paolo II (1978 – 2005)  Karol Wojtyla verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell’est (levante del sole); ma c’è anche chi ha appuntato l’attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un “regno” su cui sembra non tramontare mai il sole. Meno probabile appare invece l’interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico “faticò” per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico. 
111 De gloria olivae  Benedetto XVI (2005 – regnante)  Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell’ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: “egli”, ha detto Ratzinger, “fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio”.  Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell’ordine benedettino sono noti anche come “olivetani”. Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell’Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all’arresto! 
112 Petrus romanus  L’ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest’ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini: 
“In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.“ 
La traduzione è la seguente: 
“Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.” 
La profezia sulla distruzione di Roma si trova anche in un messaggio trovato nel XVI secolo e attribuito genericamente al Monaco di Padova. In questo messaggio si dice: 
“Quando l’uomo salirà sulla luna, grandi cose staranno per maturare sulla terra. Roma verrà abbandonata, come gli uomini abbandonano una vecchia megera, e del Colosseo non rimarrà che una montagna di pietre avvelenate” (Da “De Magnis tribolationibus et Statu Ecclesiae”, stampate a Venezia nel 1527). 
Queste profezie, meno conosciute di quelle di Malachia, presentano un vaticinio sulla successione degli ultimi papi. Giovanni XXIII viene qui presentato come 
“uomo di grande umanità e dalla parlata francese”. 
Papa Roncalli rappresentò difatti per molti anni la chiesa di Roma a Parigi. Con il suo successore iniziano le tribolazioni della Chiesa. In questo tempo “l’ombra dell’Anticristo inizierà a oscurare la Città Eterna”. Significativo è il messaggio che riguarda Giovanni Paolo I
“Passerà rapido come una stella cadente, il pastore della laguna”, 
e infatti papa Luciani, che veniva da Venezia, ebbe un pontificato di 33 giorni.  Giovanni Paolo II
“Verrà da lontano e macchierà col suo sangue la pietra [...] e verrà strappato alla vita”. 
Si prevede quindi una conclusione tragica e violenta del pontificato di papa Wojtyla, che invece ci ha lasciati il 2/4/2005 a causa di uno shock settico, che era stato causa anche della morte di Paolo VI
Secondo questa stramba profezia rimangono ancora due pontefici. Il primo sarà un “seminatore di pace e di speranza, in un mondo che vive l’ultima speranza”; il secondo verrà a Roma da terre lontane “per incontrare la tribolazione e la morte”.  La fine del mondo (o perlomeno di Roma) sembrerebbe insomma piuttosto imminente. Ma niente paura: secondo alcuni, in realtà la profezia di Malachia non specifica che ci saranno soltanto altri due papi. Infatti la profezia arriva al centoundicesimo papa, e poi parla di un ultimo papa, non di un centododicesimo. Per cui, anche secondo la profezia, ci potrebbero essere altri papi fra il numero 111 e l’ultimo. Da notare l’opinione dell’amico Fabio Storino: nessun pontefice per tradizione assume il nome Pietro, e Malachia non specifica che Pietro Romano sia un Papa.  Ora, chi regge la chiesa in assenza di pontefice? Il cardinale camerlengo. E chi è l’attuale camerlengo, dal 4 aprile 2007?  È il cardinale PIETRO Tarcisio Bertone nato a ROMANO Canavese…  Pietro il Romano nel perfetto stile di Malachia! 
La teoria del “Caput Nigrum” Nel testo “La profezia dell’ultimo papa” di Schmeig Maria Olaf, edizioni Fazi 2001 si apprende che nella trascrizione delle profezie sarebbe andato perduto un motto, Caput nigrum. Tuttavia non ci sono altre fonti che confermino questa tesi. Se la tesi fosse vera, esso si potrebbe adattare allo stemma di Benedetto XVI, raffigurante una testa di moro (“moro di Frisinga” o “caput ethiopicum”). In questo caso il motto De gloria olivae scivolerebbe al posto seguente, soddisfacendo l’opinione di chi ritiene doversi riferire a un papa benedettino destinato a guidare la Chiesa negli ultimi tempi, conformemente a un’altra profezia attribuita allo stesso San Benedetto.  Non è chiaro però se il presunto motto perduto debba ritenersi precedente o successivo a De gloria olivae. Per alcuni sembra infatti evocare significativamente la classica figura del papa nero, parte delle profezie di Nostradamus sugli ultimi tempi. Altri additano il fatto che l’interpretazione in altri Papi è dovuta proprio allo stemma araldico.  Un’altra teoria potrebbe essere che il “caput nigrum” non fosse riferito ad un papa ma ad un importante regnante al tempo dell’ultimo Papa e dunque al tempo previsto per la fine del mondo.  Tale “regnante” potrebbe essere ad esempio l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Hussein Obama
La teoria dell’errata numerazione e degli antipapi Nell’elenco di Malachia sono presenti dieci antipapi. Questa inspiegabile numerazione va a sfalsare la corretta attribuzione dei motti secondo la profezia in quanto dieci papi ricorrono due volte (per esempio Giovanni XXIII). Infatti i motti si riferiscono chiaramente ai papi e a nessun antipapa e questo è chiaro nella profezia stessa. In base a questi presupposti diventa evidente che i motti sono da redistribuire in quanto l’inserimento degli antipapi appare come una vistosa forzatura per far coincidere la previsione con alcuni papi contemporanei. Pertanto scalando gli antipapi nell’attribuzione dei motti, viene a sconvolgersi l’attribuzione classica: Pio XII non sarà più il Pastor Angelicus, ma il Peregrinus Apostolicus, mentre Paolo VI non è più il Flos Florum, bensì il Canis et Coluber. Questo significa che mancano ancora dodici motti da attribuire. 
Curiosità Nel Palazzo Altieri di Oriolo Romano (VT), nella cosiddetta Galleria dei Papi sono contenuti i ritratti di tutti i papi, con sotto il relativo motto di San Malachia. Secondo una leggenda metropolitana un certo cardinale statunitense, di nome Francis Joseph Spellman, avrebbe tentato di “forzare” gli eventi in suo favore allo scopo di diventare papa basandosi proprio sulla profezia di San Malachia: al seguito della morte di Pio XII, poiché il papa seguente era citato come Pastor et nauta, il cardinale si sarebbe fatto portare in battello sul Tevere con delle pecore a bordo. Com’è noto fu però eletto Angelo Roncalli
FONTE: http://oltreverso.wordpress.com http://www.fmboschetto.it http://it.wikipedia.org

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