I venti del commercio globale si stanno spostando.
Per rendersene conto basta recarsi a sud di Ho Chi Minh City, la capitale del Vietnam, dove una grande azienda come la Nike ha spostato la propria produzione, approfittando della giovane forza lavoro e dei bassi salari, che sono circa la metà di quelli della Cina.
Una zona del paese in gran parte legata all’agricoltura ma che, grazie alla sua vicinanza alla più grande città del Vietnam, è diventata la sede di una dozzina di parchi industriali e il numero di industrie che vi si trasferiscono continua ad aumentare. Attualmente, circa il 40% delle attività riguardano l’industria dell’abbigliamento e del tessile.
La crescita del Vietnam ha subito alti e bassi dal 1980, quando i governanti iniziarono ad attuare tutta una serie di riforme orientate al mercato. Ad oggi, uno dei maggiori investitori nel paese è la Samsung Electronics Co., che prevede di raddoppiare i suoi attuali 4.500 milioni di dollari di investimenti nella produzione elettronica in Vietnam.
Uno dei maggiori investitori nel paese è la Samsung Electronics Co., che prevede di raddoppiare i suoi investimentiI salari alle stelle e una crescente carenza di manodopera in Cina, sta rendendo il Vietnam la migliore opzione per molti produttori di tutto il mondo.
Ma il vero boom industriale sembra debba ancora arrivare. Se gli Stati Uniti e il Giappone, con altre dieci nazioni dell’area del Pacifico, sigleranno il cosiddetto Trans-Pacific Partnership (TTP), un accordo commerciale che eliminerebbe tutta una serie di dazi tra i firmatari, a beneficio soprattutto di Vietnam e Malesia, il “made in Vietnam” subirebbe un’accelerazione senza precedenti.
Il governo vietnamita stima che il TPP potrebbe rilanciare l’economia del paese nel prossimo decennio, aumentando del 20% il prodotto interno lordo corrente del paese. Se le restrizioni al commercio attualmente in essere verranno rimosse dal TTP, il Vietnam potrebbe diventare una delle due economie mondiali in più rapida crescita entro il 2050 (l’altra è la Nigeria).
Quello che in Cina è successo in 30 anni, in Vietnam ne potrebbe richiedere soltanto dieci. Ecco perché il numero di aziende che sta scommettendo sul paese è in crescita esponenziale.
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