Protagonista è Ursula (Jenny Hasselqvist) che, pur non amandolo, sposa l’intagliatore Mastro Anton (Ivan Hedqvist). Questi è grande amico del sindaco locale (Tore Svennberg) con cui è solito uscire la sera. Mentre il marito si diverte, Ursula si intrattenersi con il giovane Bertram (Gösta Ekman). La ragazza decide quindi di liberarsi del marito per poter sposare il suo amato. Un giorno un frate (Waldemar Wohlström) giunge nella casa di Ursula per vendere i prodotti del sua monastero. A Ursula viene in mente un piano, e chiede al frate di mettere nel suo anello una dose di veleno. Questi capisce cosa sta accadendo e quando Ursula si distrae mette nello scomparto del gioiello un prodotto innocuo al posto della polvere mortale. Corre poi alla locanda ad avvertire Mastro Anton. Questi torna di corsa a casa e si fa offrire da bere fingendo di non sapere nulla ma guardando la scena dallo specchio: quando vede che Ursula gli versa la polvere dall’anello, Anton muore d’infarto per il dispiacere. La popolazione vorrebbe linciare la ragazza convinta che sia stata lei ad ucciderlo. Nonostante il frate deponga in suo favore, il Priore (Knut Lindroth) decide di sottoporla alla prova del fuoco: questa prova consiste nel passare su un camminamento infuocato ed uscirne vivi; solo così chi è accuso di un reato avrebbe potuto sciogliere ogni dubbio. Visto che Ursula continua a dichiararsi non colpevole, Bertram decide di sottoporsi alla prova la posto suo. Poco prima della fatidica prova, la ragazza capisce il motivo della morte Mastro Anton e sentendosi colpevole decide di rimettersi al giudizio del fuoco. Riuscirà a superare la prova, o le sue colpe la faranno sprofondare nelle fiamme dell’inferno?
Film del genere non sono esattamente i miei preferiti, ma in ogni caso non posso dire di non averlo gradito. Il tocco di Victor Sjöström si nota sempre e l’interpretazione degli attori è molto buona. La vicenda si svolge in maniera piuttosto fluida senza eccessivi tempi morti e l’ora e mezza di film scorrono senza problemi.