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LA PROVA MATEMATICA DELL’ESISTENZA DELLA POESIA | Il giro del mondo in 80 pensieri | Il nuovo saggio di Piergiorgio Odifreddi – Letto e recensito da Amedit

Creato il 10 ottobre 2015 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia
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piergiorgio_odifreddi_il_giro_del_mondo_in_80_pensieri (2)LA PROVA MATEMATICA DELL’ESISTENZA DELLA POESIA

Il giro del mondo in 80 pensieri | Il nuovo saggio di Piergiorgio Odifreddi

di Leone Maria Anselmi

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Al cieco e frenetico Tour du monde en 80 jours di Jules Verne il matematico Piergiorgio Odifreddi oppone un ben più flemmatico e riflessivo itinerario costellato di soste con lunghe permanenze (ottanta, per la precisione), in otto grandi continenti del pensiero che rispondono al nome di: Politica, Religione, Storia, Scienza, Matematica, Filosofia, Letteratura e Arte. Il titolo del saggio lancia una coraggiosa provocazione che, lungi dall’esaurirsi in copertina, trova ampie argomentazioni in corso d’opera; i duellanti, in sintesi, sono da un lato la Letteratura (“menzognera” perché piegata alla finzione e alla soggettività dell’immaginazione) e dall’altro la Scienza (“veritiera” perché fondata sull’osservazione reale e sull’oggettività del calcolo matematico-razionale). Di fronte al nudo rigore poetico della Scienza, spiega Odifreddi, arti e religioni non fanno altro che esibire gli abiti smessi e malconci dell’irrazionale.

Il monito di Odifreddi: «Bisognerebbe fruire dei romanzi, dei film e della televisione cum grano salis», ossia a piccole dosi, altro non è se non un invito a godere della bellezza del pensiero logico-matematico, un pensiero libero dalla sovrastruttura della superstitionem, quel pensiero meravigliosamente umano che continuamente si domanda e continuamente si risponde, senza l’assurda pretesa di una dogmatica esaustività, un pensiero sempre pronto a riformularsi, a contraddirsi, a ricredersi, in una parola: a evolversi. «Solo uno scrittore refrattario alle dolcezze della matematica può illudersi che accostare gli infiniti agli dèi omerici possa essere più interessante, o più significativo, di un calcolo che sommi infinite unità positive e dia come risultato un numero frazionario negativo.» E qui la critica tagliente di Odifreddi colpisce in particolare lo scrittore americano David Leavitt, reo a suo dire, nel romanzo Il matematico indiano, di aver ricostruito la storia del grande matematico Srinivasa Ramanujan soffermandosi sulla sua omosessualità (trascurabile poiché ordinaria) invece che sulla straordinaria diversità del suo pensiero matematico. In troppi casi, rileva Odifreddi, la letteratura (e più in generale le arti creative) cerca di ancorare la finzione alla realtà, distorcendola, rendendola soltanto un riflesso soggettivo della vita interiore dello scrittore, e non «lo specchio oggettivo della vita sociale contemporanea, che proprio sulla tecnologia e sulla scienza si basa (…) La letteratura ha il diritto di affrancarsi dalle superficialità della narrazione, e il dovere di addentrarsi nelle profondità della speculazione, se aspira ad essere non un prodotto di consumo materiale, ma uno strumento di meditazione spirituale.»

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Il giro del mondo in 80 pensieri è un po’ la summa del credo odifreddiano, quasi un sunto di tutte le pubblicazioni precedenti. Il viaggio da un continente all’altro restituisce una panoramica tutt’altro che da cartolina: l’Occidente, a braccetto col mondo intero, sta morendo di “fame intellettuale”, sta esaurendo quella proverbiale e illuminata curiosità, sta regredendo sempre più pericolosamente “contro natura” continuando a dar credito alle religioni rivelate. Le scienze matematiche, vero patrimonio in fieri dell’umanità, vengono quotidianamente relegate e ridotte al silenzio, tutt’al più riabilitate a sprazzi con toni sensazionalistici del tipo: “Scoperta la particella di Dio!”, e basta scorrere un qualsiasi Tg per appurare quanto spazio sia riservato al papa di turno e quanto alla scienza in generale. La religione, ossia la credenza nel sovrannaturale, è di fatto istituzionalizzata, data per vera e concreta, quotidianamente ribadita; di contro le scienze matematiche trovano ragion d’essere solo in apposite rubriche, in compartimenti stagni, quasi si trattasse di morbi da isolare. Non c’è progresso, spiega Odifreddi, che possa eludere una centralità del pensiero matematico-razionale. Più ci si allontana dalla finzione e più ci si avvicina alla verità. Ben vengano le arti – e tutte le declinazioni creative più o meno legate al linguaggio – ma le religioni (tutte, nessuna esclusa) sono assolutamente inconciliabili con la dignità del pensiero dell’uomo.

Se alla stupidità religiosa non c’è rimedio, per tutto il resto c’è sempre una speranza, e Odifreddi la individua nella sinergia tra cultura scientifica e cultura umanistica: «La prova più esplicita della compatibilità tra scienza e arte si trova nella matematica, che fornisce a entrambe uno strumento comune per esprimerne gli aspetti essenziali.», e qui cita il caso emblematico di Cezanne, che nella sua pittura denudò lo scheletro matematico della realtà. «I diversi aspetti della cultura, conclude Odifreddi, sono tutti astrattamente connessi. Il ritmo è simmetria della poesia e della musica. La simmetria è ritmo della pittura. La poesia è musica del linguaggio. La musica è pittura nel tempo. La pittura è musica nello spazio. L’architettura è musica pietrificata. E, soprattutto, la matematica è poesia dell’Universo, pittura astratta del mondo, musica delle sfere.» Chiude il saggio un bellissimo postludio ondivago che altro non è se non la prova matematica dell’esistenza della poesia.

Leone Maria Anselmi

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Cover Amedit n. 24 - Settembre 2015

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“Noli Me Tangere” omaggio a Pier Paolo Pasolini.
by Iano 2015

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