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La Provenza che non ti aspetti: dalla Plaine des Maures a Grimaud

Creato il 20 ottobre 2015 da Viaggimarilore

C’è la Provenza del mare, delle spiagge esclusive e degli yacht di lusso; c’è la Provenza dei vini, dei castelli e delle abbazie; c’è la Provenza della lavanda e dei profumi. E c’è la Provenza che non ti aspetti: quella che ti si presenta davanti all’uscita del casello di Le Luc, in direzione Saint-Tropez. É la Provenza che non ti aspetti, perché nessuno te ne ha mai parlato, perché tra le tante attrazioni e mete incantevoli che questa regione offre, quest’area è tra le meno trafficate e raccontate. E attraversarla dà un po’ la sensazione del viaggiatore che per la prima volta solca un territorio mai visto prima da altri, e lo fa allora con l’attenzione di un cartografo, pronto a rilevare ogni dettaglio del terreno.

il cielo infuocato sopra La Garde-Freinet, nel Massif des Maures

il cielo infuocato sopra La Garde-Freinet, nel Massif des Maures

Impensabile che una località tanto nota come Saint-Tropez, meta di un turismo d’élite avvezzo alle comodità e agli agi, sia raggiungibile in auto solo via costa, e che l’autostrada corra tanto nell’interno. E invece è proprio così, e per raggiungere la blasonata località di mare occorre percorrere un lungo tratto di strada nell’isolamento più totale. É la Plaine des Maures, ed è una regione incantevole.

La strada corre dolcemente costeggiando vigneti e vigneti che si alternano a boschi di castagni. Qui si produce il vino denominato Côtes du Var (il Var è il Dipartimento che stiamo attraversando), e i vigneti che caratterizzano il paesaggio si stendono per km e km. Da un lato della strada vigneti e dall’altro sugherete: perché non si dica che l’imbottigliamento non è realizzato nel territorio. Le dolci colline dopo un po’ lasciano il passo ad alture più scoscese, le ampie curve si trasformano in tornanti e il bosco la fa da padrone. Siamo nel Massif des Maures. Non si incontra anima viva, neppure un’auto per strada, né tantomeno un borgo abitato. Finché non arriviamo a La-Garde-Freinet.

Un paese di cui ignoravo l’esistenza, La Garde-Freinet: lo cerco sulla cartina, per essere sicura che esista davvero. É del tutto simile ad un borgo di montagna, sarà anche la giornata nuvolosa che incombe. Ci fermiamo, incuriositi da questo posto così strano, noi che ci aspettavamo invece da un momento all’altro di veder comparire la costa all’orizzonte. L’unico hotel del paese fa anche da bar tabacchi, per rendervi l’idea di che posto è questo. Sembrerebbe a prima vista che il borgo non abbia idea di cosa sia il turismo, sembrerebbe che sia stato catapultato qui dalle Alpi, o da qualunque altra parte montagnosa e inaccessibile di Francia. Ma basta arrivare sul corso principale per capire che forse così fuori dal mondo non sono, a La-Garde-Freinet: una serie di ristorantini si apre sulla via, con menù a prezzi anche alti, considerato il paesello in cui siamo; evidentemente la eco di Saint-Tropez, che non è troppo lontana da qui, si fa sentire nei prezzi. Il borgo è bellino, addossato com’è alle montagne: su una cima una croce, sull’altra i resti del castello di Frassineto (da cui Fraxinoises, come vengono chiamati gli abitanti del villaggio). Da qui parte una serie di sentieri nel bosco e di montagna per gli amanti del trekking. Un mondo totalmente diverso da quello che ci si aspetterebbe nell’entroterra di Saint Tropez. Tutte case in pietra, e la vecchia piazza del mercato che ancora mantiene una struttura in ferro battuto dei primi del Novecento: chissà che innovazione dovette essere la sua installazione all’epoca.

Grimaud

Grimaud

Non era ancora l’anno 1000 che già qui erano arrivati i saraceni, i Mori. La-Garde-Freinet è un castello che i Mori conquistano verso la fine del IX secolo e che usano come punto di partenza per le loro incursioni nel territorio. Un secolo dopo il castello torna in mano ai provenzali, ma il ricordo dei saraceni rimane, almeno nel nome dei luoghi: la Plaine des Maures e il Massif des Maures non fanno altro che raccontarci di un tempo in cui qui vivevano per l’appunto i Mori, i saraceni, gli infedeli.

Procediamo, abbandonando il paese e scendendo verso il mare. Ma al mare non ci arriviamo: la silhouette del castello di Grimaud, sul cucuzzolo di una collinetta, ci costringe a fermarci. Andiamo così in esplorazione di quest’altro borgo, che ha tutto l’aspetto dei classici borghi medievali francesi (les villages perchés, come li chiamano in Provenza, i villaggi arroccati che caratterizzano l’immediato entroterra provenzale), arroccati al cucuzzolo della collina, dominati dal castello che, posto in posizione panoramica, domina tutta la vista circostante, spaziando a 360° dal mare alla montagna. Così quando si arriva al castello, visitabile liberamente, ci si stupisce quasi di trovarsi il mare alle spalle, laggiù in fondo. Il Massif des Maures, dalla parte opposta ci avvolge e ci regala un bellissimo tramonto dorato. Il borgo ha i classici vicoli acciottolati che salgono al castello su cui affacciano belle casine con le finestre piene di fiori.

Il castello di Grimaud

Il castello di Grimaud

Saint Tropez è laggiù in fondo, la vediamo adagiata nella sua baia seminascosta, che in passato costituì la sua fortuna, e che oggi continua ad assicurarle un isolamento molto snob. La raggiungeremo domani. Per oggi ci godiamo panorami nuovi e imprevisti, di una Provenza che non ci aspettavamo, che nessuno ci aveva mai raccontato prima.

Dal castello di Grimaud lo sguardo si spinge fino al mare

Dal castello di Grimaud lo sguardo si spinge fino al mare


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