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La psicologia del design

Creato il 03 luglio 2013 da Gianluca1
La psicologia del design
Accomodati per una riunione condominiale, per un incontro d'affari, per una semplice discussione fra amici prima di una partita a carte, fondamentale è il tavolo al quale sediamo. Stando, infatti, alle conclusioni di uno studio canadese dell'Alberta University, chi si accomoda a un mobile circolare risulta più aperto e disponibile nei confronti degli altri, rispetto a chi siede a un tavolo quadrato. Diminuiscono i conflitti e le asperità, in favore di un dialogo democratico e sereno. Si ha la sensazione di appartenere a un gruppo sociale, compatto e altruista, proprio come insegna la letteratura inglese relativa all'epopea dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Conferme arrivano da alcuni ristoranti, dove i locali arredati con tavolini rotondi attirano maggiori clienti; analogamente s'è visto che le dispute affaristiche a ridosso di tavoli quadrati falliscono più facilmente rispetto a quelle che avvengono abbracciando superfici sferiche. Sono tutti aspetti riconducibili alla cosiddetta "psicologia ambientale", tale per cui ognuno di noi ha comportamenti differenti in base al "contesto spaziale" in cui si viene a trovare. Non è, quindi, solo una questione legata alle caratteristiche di un determinato mobile, ma dipende anche da fattori come l'illuminazione, la colorazione delle pareti, la temperatura dell'aria. Gli scienziati dell'American Society of Healing Ventilation and Air-conditioning Engineers hanno coniato il termine "termoigrometria" per definire il livello di comfort fornito da un certo ambiente. Tanto più è alto, tanto più le ripercussioni salutari in positivo saranno maggiori. Nelle case dove vige un comfort termoigrometrico basso si ha un'impennata delle malattie polmonari, soprattutto fra i bambini. Malattia e psicologia ambientale vanno di pari passo anche nell'ambito delle sindromi neurodegenerative. I malati di Alzheimer stanno meglio se osservano parametri legati alla corretta fruizione degli spazi casalinghi e della distribuzione degli oggetti. Per l'ottenimento di un comfort ambientale ideale è fondamentale l'illuminazione. In un soggiorno, per esempio, l'illuminazione preferibile è quella diffusa, non molto intensa, ideale per guardare la televisione. La disposizione di più faretti, anziché l'azione di un solo "punto luce", risulta più gradevole al nostro cervello. Un'illuminazione indiretta crea ombre e facilita la conversazione. Luci calde o fredde? Dipende anche dal clima. In generale, nei paesi più rigidi, si punta alle tonalità calde; viceversa il "freddo" è contemplato preferibilmente nelle aree siccitose del pianeta. Importanti anche i colori alle pareti. Considerando che il discorso va di pari passo con l'illuminazione: percepiamo, infatti, i colori solo la luce non è troppo forte. Quelli più tenui, il verde, l'azzurro, servono a distendere, non per nulla vengono utilizzati frequentemente negli ospedali. Il marrone stringe gli spazi, così il blu e tutte le tinte troppo scure; il bianco li allarga, il porpora crea un continuum cromatico ideale con i  mobili vecchi o di antiquariato. Le stanze con le pareti chiare sembrano meno affollate di quelle con le pareti scure; è un aspetto della psicologia umana che vale soprattutto per le donne che, rispetto agli uomini, presentano una soglia più bassa nel percepire un ambiente come sovraffollato. Non una cosa da poco, visto che trovarsi in una stanza con parecchie persone provoca un aumento del battito cardiaco e un incremento della pressione arteriosa. I carcerati, obbligati a trascorrere la maggior parte del tempo in celle sovraffollate, presentano valori pressori mediamente più alti della norma; mentre si è visto che le urine di studenti che vivono ammassati in ostelli o appartamenti universitari hanno alte quantità di catecolamine, residui adrenalinici dovuti allo stress. L'idea di sovraffollamento incrementa con i soffitti bassi e le stanze con angoli curvi. In generale le stanze rettangolari risultano meno affollate di quelle quadrate. Per ciò che riguarda il design (si parla ormai di psicologia del design) gli oggetti grandi a quelli piccoli e le forme arrotondate (ancora una volta) rispetto a quelle aguzze. Di fronte all'acquisto di un divano, ma anche di un orologio, puntiamo con decisione sul prodotto che presenta minori "spigolosità". Le forme spigolose attivano i neuroni cerebrali dell'amigdala, dove si collocano i "centri della paura". Prediligiamo inoltre gli oggetti simmetrici a quelli asimmetrici. E' un retaggio evolutivo: i visi simmetrici ci danno, infatti, un'idea di salute e suscitano in noi emozioni positive. 
(Pubblicato su Il Giornale domenica 30 giugno 2013)

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