Magazine Cultura
Gentili partecipanti alla discussione,
prima di tutto desidero ringraziarvi per tutta l'energia e il tempo che avete scelto di dedicare ai commenti sul libro "La psicologia dello Zorba", del quale sono l'autore.Ogni critica è ovviamente libera e ben accetta, e l'autore, se non chiamato direttamente in causa, deve essere pronto a riceverne e farne tesoro.In questo caso, però, vorrei rendervi partecipi di uno spamming (chiaramente ad autore unico, ma questo si può far presto a provarlo) che sta interessando diversi siti e blog.Infatti alcuni dei commenti più recenti postati su "La Bottega dei libri" si possono ritrovare, copiati e incollati, su parecchi altri siti, tra l'altro negli stessi giorni e orari. Certo è che nulla proibisce a chiunque di postare come e quanto vuole lo stesso testo su diversi siti, anche se la policy di alcuni lo vieterebbe. La situazione cambia quando dai commenti si sconfina nelle accuse, con tanto di nomi di persone, di Associazioni e Istituti. Questo mi obbliga a delle precisazioni, utili alla correttezza delle informazioni stesse.1) In questi copia-incolla è riportato che l'autore sarebbe il creatore della Academy of Light. Ne sono lusingato, ma non è così, come è facile verificare. Sono invece felice di essere un collaboratore della stessa Academy, in qualità di docente.2) Si specifica che l'Academy sarebbe anche il luogo dove vivo; sono spiacente, ma non è così. Vivo e collaboro in una Comune dal 2000, situata in una regione, provincia e città diverse da quella della Academy of Light.Precisato questo, non vedo cosa ci sarebbe di strano se pure queste "anonime" illazioni rispondessero al vero; in ogni caso, vere non sono.Questo dunque quanto concerne i fatti. Vorrete perdonarmi se ora sottolineo alcuni dei divertenti giudizi (sempre estranei al libro) che l'anonimo spammer utilizza per rafforzare la sua misteriosa avversione._Mi si ritrae circondato da giovani e belle operatrici olistiche, tutte intente a incitarmi a pubblicare il libro, unico uomo in cotanto paradiso musulmano il cui unico fine è accogliere coloro i quali, irretiti dal libro o dal sito, commetteranno l'errore di avvicinarsi al luogo di perdizione. Scusate se non commento, ma mi pare superfluo. Per fortuna non è stato rivelato che nella Comune mangiamo anche i bambini!_Il sito (del libro, suppongo) è linkato a quello della Comune dove vivo, e dove si tengono corsi (circa 80-90 l'anno, dei quali 7 miei) che, udite udite, sono a pagamento! Nel sito del libro ci sono oltre mille link; non so il numero preciso, se qualcuno volesse prendersene la briga, benvenuto. Tra questi il link alla Comune dove vivo e lavoro; e vorrei ben vedere che non ci fosse! Pecca delle pecche, i corsi che si tengono qui sono a pagamento. Sono davvero imbarazzato nel dare questa notizia, ma i corsi di formazione, counseling o quant'altro, sono tutti a pagamento, ovunque. Una Comune, a differenza di un istituto religioso o statale, non vive di finanziamenti pubblici, di otto per mille ne' di altri mezzi. Esiste solo grazie alla collaborazione volontaria di chi ci vive e ai proventi istituzionali concessi, ovvero quelli provenienti dai corsi. E' curioso che ancora oggi ci sia chi specula su queste realtà associative e non guarda quanto coraggio e impegno richiedano scelte di questo genere._Docente di ricerca interiore e spirituale presso l'Academy of Light; questa frase pare infastidire il censore, come mai? Sicuramente non si parla di titoli accademici, certamente non siamo in presenza di qualifiche ortodosse. Sono certo che non per cattiveria, ma per semplice non-conoscenza, chi scrive ignora del tutto una lotta per i diritti civili che sta andando avanti da anni in Italia. Una lotta per il riconoscimento della professionalità nelle relazioni di aiuto che sia svincolata dai circuiti accademici, nella quale rientrano operatori olistici, infermieri, operatori sociali, affinchè sia riconosciuta loro anche in Italia una posizione legale di professionalità. A tal proposito, poichè qui sarebbe fuori luogo sviluppare questo tema, consiglio di leggere il "Manifesto della spiritualità laica, libera e consapevole" del CONACREIS, che si trova in rete, e per il quale si stanno raccogliendo firme. Pertanto, del tutto in sintonia con gli argomenti del libro, nelle note personali ho scelto di inserire la docenza presso l'Academy, in quanto mi onora essere nel loro corpo docenti, composto da professionisti stimati e preparati provenienti da diverse parti del mondo e tra i quali il sottoscritto è probabilmente il meno qualificato ed esperto. Forse l'anonimo critico avrebbe preferito altri tipi di qualifiche, ma sono spiacente di dire che non ne dispongo e che sono felice di aver inserito quelle che per me sono importanti e riflettono un movimento della società civile al quale contribuisco nel mio piccolo. _ Riporto la frase, che appare anche in diversi altri siti. come del resto le altre: "assomiglia pure ,il sommo autore, all'attore del film ''Il dittatore''. . . sara' un caso o l'esistenza vorra' dirci qualcosa?" Sicuramente vuol dire qualcosa; ci rivela parecchio della psiche di chi sta spammando questi commenti. Trovo comunque la frase parecchio divertente, un esempio di critica ragionata e circostanziata che si mantiene al livello delle altre fin qui riportate. Purtroppo ora i miei piani per la conquista dell'Universo sono svelati, e dovrò modificarli._Un'accusa tra le altre afferma che il libro non è una modernizzazione del lavoro di Osho ne' una sua espansione. Su questo concordo pienamente, totalmente. Tant'è che non è affermato da nessuna parte e anzi, proprio alla fine del libro, è specificato l'esatto contrario. Personalmente non ritengo di poter espandere il lavoro di Osho, ne' tantomeno di modernizzarlo. Vedete, lui è un maestro, io un semplice bidello. Come se fossi un ragazzo di bottega di Leonardo da Vinci: lui fa le opere, io tutt'al più sono uno di quelli che pulisce gli strumenti e il pavimento, grato del mio lavoro accanto al grande artista. La cosa curiosa è che tutto questo è scritto a chiare lettere nel libro, ed è anche il motivo del titolo. Viene un sospetto: l'avrà letto il libro, questo anonimo risentito?_Motivo di tanta mistificazione da parte mia sarebbe un tentativo di sfruttamento commerciale. E' qui che i commenti spammati in giro toccano le vette della commedia dell'arte! Uno sfruttamento commerciale in Italia con un libro? E' evidente che chi lo scrive non ha la minima idea del mondo editoriale di una nazione che conta, su tutto il suo territorio, soltanto 800 librerie, e dove i libri che vanno alla grande, cioè che rientrano nelle classifiche, vendono tra le 3 e le 5 mila copie. Quando si ha la fortuna di avere a che fare con un editore onesto e serio, come nel mio caso, i contratti migliori per gli autori arrivano al 7% dei proventi di vendita. Moltiplicate la percentuale di ricavo per la più ottimistica delle vendite, e avrete il risultato dello sfruttamento commerciale. Il fatto è che in Italia si leggono davvero pochi libri, e quando ne pubblichi uno sai già in partenza che non solo non sarà una svolta economica, ma che è già bene se alla fine del primo anno andrai in pari, poiché dovrai considerare tutte le spese di promozione, presentazioni, viaggi, siti, etc... che sono squisitamente a carico dell'autore. I libri che vogliono sfruttare un filone commerciale di solito ci si inseriscono per titolo, contenuto e modalità di promozione. Date uno sguardo ai vari titoli New Age e ve ne renderete conto da soli. Detto questo, è ovvio che se uno scrive un libro spera di venderlo._"Sarebbe da chiedere all'autore cosi' sensibile alle tematiche sociali:- Visto che siamo uno Uno (tutto e tutti) a chi (d)evolvera' i proventi del libro per migliorare realmente il pianeta?" La domanda ha un senso se rivolta a ogni autore; ricordo che il libro più venduto al mondo è la Bibbia, per la quale non credo vengano riconosciuti diritti di autore. Comunque sarebbe davvero di cattivo gusto da parte mia rispondere; mi auguro solo di avere il problema di come gestire i ricavi.
Scopro infine dai soliti commenti che "ho creato un caso letterario". Non lo sapevo ancora, sinceramente non credo sia così ma, se lo fosse, ne sarei più che felice. A dirla tutta non so ancora quante copie sono state vendute.Come sottolineato in un post, la gente non è stupida, per cui basta poco per capire che i post di critica qui citati sono in tutto e per tutto opera di una persona. E' facile capire che di critica al libro ce n'è davvero poca, e il resto sono informazioni millantatorie che tendono a denigrare l'individuo.Per quanto riguarda la critica al libro, invece, ringrazio chiunque scriva in merito. E' il mio primo libro, sto imparando e voglio imparare anche dai feedback delle persone.
Ma una cosa è certa: l'anonimo spammer mi sta facendo un favore colossale! La così evidente avversità interiore che lo motiva a dedicare tanto tempo ed energia a una palese opera di denigrazione finisce per animare la discussione, i dibattiti, i pareri. Finisce per far parlare sempre di più de "La psicologia dello Zorba", contribuisce a farlo schizzare in alto nei siti di ricerca, ravviva il "caso letterario" e coinvolge le persone. Se avessi letto tutta la discussione riportata in questo sito senza essere personalmente coinvolto, a questo punto sarei incuriosito, il libro andrei a comprarmelo giusto per capirci un po' di più. Questa persona mi è più utile dell'agente letterario che non ho.
L'importante è che ci si limiti a criticare rimanendo al di qua dei confini della diffamazione, perchè quando si fanno nomi di persone e realtà varie, bisogna informarsi fino in fondo. Occorre davvero dare spazio all'intelligenza critica, approfondire le notizie, verificare i fatti, uscire dall'anonimato e assumersi le proprie individuali responsabilità. Un po' come scrivere un libro, insomma.
Però, ignoto contributore del mio augurato successo editoriale, cosa ti è successo? Come mai tanto astio? Sempre ammettendo che tu lo abbia letto, è solo un libro. Capisco un commento, due, tre, ma come mai tanta energia da dedicare a questo argomento? Mi pare una reazione particolare, che accade? Sembra che questo libro ti abbia profondamente scosso, toccato, fatto arrabbiare, indignato.E' solo carta, sono solo parole. Possono avere le parole, un libro, tanto potere su di te? C'è qualche motivazione personale? Dài, parliamone! Chi teme i libri e si affanna tanto per criticarli con tecniche di svalorizzazione generica, dovrà pur avere dei buoni motivi. Che siano personali, etici, morali, economici o istituzionali, dei motivi deve averli. Un libro non è una spada, non ferisce. O forse è il contrario?
Con gratitudine,Arshad Moscogiuri, autore de "La psicologia dello Zorba"
mail: [email protected]
PS: per ovvie ragioni non ho inserito i link dei siti dove sono postati di pari passo i commenti dell'ignoto contributore. Per chiunque volesse approfondire e verificare, basta scrivere alla mail riportata qui sopra e vi saranno forniti in elenco.
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