Il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari andrà in Consiglio oggi stesso. Se sarà un buon piano le conseguenze (magari indiretta) sulla nostra qualità della vita e sulla qualità della vita dei nostri figli saranno tangibili e Roma potrà ambire a livelli di servizio di altre città europee. Se, come sembra, si arriverà ad un volgare compromesso al ribasso, l'ennesima occasione mancata sarà ferale e imperdonabile.
La filiera è stata molto semplice: la situazione, dopo gli sfaceli fatti da Alemanno, era inderogabile. Andava affrontata. Marino ha vinto dicendo che l'avrebbe affrontata a ha dato mandato di affrontarla. Subito le lobby hanno iniziato a lavorare. Alcuni consiglieri di maggioranza si sono lasciati circuire dalle lobby e si sono messi al loro servizio. Ciononostante la Giunta ha presentato un ottimo Piano regolatore e dunque ancor di più le lobby, mediante i consiglieri che lavorano per loro e non per il bene della città, hanno proposto modifiche su modifiche per cercare di rendere innocua una riforma invece indispensabile e radicale. Marta Leonori, assessore al Commercio, è stata costretta a mediare, è stata costretta a farlo in un settore dove mediare è pericolosissimo per il semplice fatto che o si fanno le cose come le hanno fatte in tutto il mondo, oppure nulla cambierà. O hai una città pulita e organizzata dal punto di vista delle affissioni, oppure hai una città caotica. Non sono possibili vie di mezzo. Roma sta cercando, unica città europea, una via di mezzo che non ci potrà essere. Qualsiasi tentativo di via di mezzo renderà semplicemente impossibile una svoltaVogliono, bypassando i bandi di gara, premiare non si sa come e non si sa con quali modalità, le ditte che fino ad oggi hanno distrutto la città. Potrebbero farlo regalando loro (se li avessero messi all'asta avrebbero guadagnato mille volte di più, ma tanto poi basta aumentare gli asili nido, la tasi, i musei e le strisce blu e i soldi li prendi da lì, mica devi andarli a chiedere - come si fa dovunque - ai potentati economici che poi ti posson sempre far comodo), regalando loro, dicevamo, gli impianti comunali, quelli marchiati SPQR. Si tratta del 17,5% del mercato, una cosa che non si è mai vista al mondo. Un mercato falsato sin dall'inizio da alcune ditte che partecipano alle gare e pagano le concessioni e altre che ricevono le concessioni in gentile omaggio dall'amministrazione solo per il fatto di essere ditte amiche di qualche consigliere. Una roba che dovrebbe consigliare a Bruxelles di farci uscire dall'Unione Europea.Vogliono poi inserire una polpetta avvelenata terribile ne Piano Regolatore: vincolare completamente la città storica impedendo di installarvi anche gli impianti dedicati ai progetti speciali, come il bike-sharing. In questo modo il bike-sharing e tutti i progetti di qualità che possono contribuire a cambiare faccia alla nostra disastrata città saranno impossibili. In questo modo il PD mette una gigantesca ipoteca sullo sviluppo di Roma. Per decenni.Ripetiamolo: con questa scelta il Partito Democratico (sempre più Partito Delinquenti) mette una ipoteca atroce sulla possibilità di sviluppare sul territorio servizi a valore aggiunto e tecnologici che ormai sono la norma in tutte le città occidentali. Il bike-sharingUna segnaletica turistica di alta qualitàUna segnaletica stradale degna di questo nome, presente dovunque in Europa (e quasi sempre realizzata in accordo con le ditte che gestiscono la pubblicità esterna) e assente a RomaLa manutenzione del verdeLe toilette pubblicheMille e uno altri servizi di pubblica utilitàTutti servizi a costo zero che possono essere richiesti alle società che gestiranno i cartelloni. Il problema per il PD quale è? Il problema è che le dittuncole romane che sostengono il partito non sono e non saranno mai in grado di erogare questi servizi. Si tratta di cose che tipicamente vengono gestite da grandi operatori internazionali. Prendete le pensiline per gli autobus: coperture di design in cambio di pubblicità. Costo zero per l'amministrazione. Sono progetti che solo grandi multinazionali possono realizzare: a Roma l'americana Clear Channel, a New York la spagnola Cemusa e così via. Prendete il bike-sharing: ancora Clear Channel a Milano o a Barcellona, Decaux a Parigi e così via. Si tratta sempre di quelle cinque sei ditte che rendono più belle le città del mondo grazie a progetti molto impegnativi in termini di capitale che però vengono remunerati da mq pubblicitari in un contesto di una città pulita e a grande valore aggiunto: Roma invece vuole rimanere, grazie al PD, per sempre una città brutta. Dove tutto questo non può avvenire. Dove gli investimenti internazionali vengono tenuti alla larga, dove la creazione di centinaia di posti di lavoro viene considerata non una opportunità, ma una minaccia per le clientele elettorali da curare e alimentare. Un danno sconfinato sotto molteplici punti di vista. Come chiamate queste persone se non delinquenti? Trovate voi un altro nome se ne siete capaci... Come chiamare persone che rendono il posto dove vivete un posto sempre più brutto, sempre più inospitale, un posto dal quale i vostri figli dovranno scappare via se non vorranno autocondannarsi ad una vita d'inferno e povertà? Noi li chiamiamo delinquenti. Quattro consiglieri si fanno corrompere da quattro straccioni di cartellonari e per colpa di queste otto persone milioni di cittadini ci rimettono, milioni di cittadini rinunciano a servizi di qualità, milioni di cittadini si vedono alzare le tasse, centinaia di cittadini hanno un'opportunità in meno per trovare un buon impiego, milioni di euro verranno investiti in altre città fuggendo via anche loro.. Ma se non scoppia una rivolta per questo, per cosa allora?Quale scusa hanno trovato per affossare qualsiasi progetto di qualità dunque? Zero impianti pubblicitari in centro, anche se di qualità, anche se di pregio, anche se stanno nei entri di tutto il mondo, anche se necessari a progetti smart. Ogni progetto di qualità, poi, se passeranno gli emendamenti-truffa, dovrà passare in Consiglio Comunale (equivale a dire che non si farà mai viste le paludi dell'Aula Giulio Cesare). Ne consegue che ogni gara di bike-sharing possibile e immaginabile andrà deserta a Roma. Nessuna società seria parteciperà sapendo di non poter installare impianti nella zona più pregiata della città. E nessuna società seria parteciperà sapendo che il resto della superficie pubblicitaria della città sarà divisa in 10 lotti tutti uguali per accaparrarsi i quali i cartellonari romani faranno trust per abbassare i prezzi e dunque potranno avere concessioni lavorando poi di concorrenza sleale.E così in centro gli impianti pubblicitari che potranno remunerare il bike-sharing e altri progetti di grande qualità e professionalità non ci potranno stare. Ma i parapedonali magari sì, ma gli orologi magari sì, ma gli impianti SPQR (quelli regalati senza bando alle ditte di banditi, ricordate?) magari sì. Un pasticcio più unico che raro. Orchestrato solo per cucire una riforma dei cartelloni in modo da non infastidire i potentati locali e i loro referenti politici. Ignazio Marino, votato per la sua impostazione sulla ciclabilità, passerà alla storia come il sindaco che ha messo una ipoteca sulla possibilità per la città di avere un bike-sharing. Che è il servizio che più di ogni altro fa svolta in senso ciclabile la mobilità urbana. Paradossale, no? Più che altro una truffa agli elettori che gli hanno dato fiducia proprio per le cose che non riuscirà a fare, che non avrà la forza e la lucidità di fare. In tutto il mondo le città si pongono degli obbiettivi ambiziosi e di qualità e poi, dopo aver trovato le ditte più brave sul mercato a conseguirli, trovano la strada per realizzarli. A Roma si fa esattamente il contrario: si sta fuori mercato, si parte dalle ditte alle quali bisogna garantire un qualche business, e attorno a loro si costruiscono delle norme che non le mettano in imbarazzo. Solo dei partiti delinquenziali, però, possono avallare questa impostazione. E la cosa grave è che domani, una volta approvato il Piano Regolatore, usciranno i comunicati stampa in cui si esulterà per il risultato. State bene attenti a ciò che vi racconteranno.Non avremo mai un bike-sharing, non avremo mai grandi progetti di arredo urbano, non avremo mai un grande contributo in termini di posti di lavoro da questo settore e il comune non avrà un aumento degli introiti visto che si prospettano 10 gare per 10 lotti tutti uguali alla "chi offre di più", gare dove è evidente che i ras della cartellopoli romana faranno, nomen omen, cartello accaparrandosi le concessioni (cane non morte cane) mettendosi d'accordo ai danni del Comune e dunque di tutti noi. Siamo pronti a scommettere che alla fine di questa consiliatura la Giunta Marino non riuscirà a portare a casa nulla: ne un bike-sharing, ne una reale riforma della cartellonistica (se non altro per rendere decente la città a livello estetico), ne nessun nuovo servizio di arredo urbano e di pubblica utilità. Gli investitori continueranno a scappare, il settore continuerà a produrre pochissimi soldi per l'amministrazione (che dovrà rifarsi aumentando altre tasse per i cittadini). E continueranno a scappare anche gli inserzionisti che, già ora, espungono Roma dalle loro grandi campagne di comunicazione pubblicitaria: è un luogo dove mettere fuori un cartellone con una comunicazione commerciale è inutile visto che nel caos, nell'illegalità e nel disordine nessuna comunicazione riesce a colpire nel segno.Viviamo, vivete, nell'unica città al mondo che si comporta così. Ne pagate enormi conseguenze personali e non ve ne accorgete. Svegliate porca miseria, svegliatevi e capite cosa vi stanno facendo. Questo schifo che stiamo raccontando ora per ora in questi giorni è lo schifo che chi amministra è riuscito a fare su una (una!!!) delibera. Ma fanno così su ogni (ogni!!!) delibera. Rendiamoci conto che potremmo vivere nel posto più ricco e piacevole del mondo mentre a causa di questa impostazione stiamo vivendo nella città più inospitale, brutta, malandata, corrotta e spiacevole del pianeta. Sta a noi fargli capire che abbiamo capito. Sta a noi smetterla di rassegnarci alla mediocrità.La pubblicità esterna è una risorsa in tutto il mondo, a Roma non lo sarà mai. La corruzione del PD e l'inadeguatezza del sindaco per una mediazione al ribasso sulle spalle di tutti voi
Creato il 30 luglio 2014 da RomafaschifoPossono interessarti anche questi articoli :
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