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La Puglia continua a “pedalare”

Creato il 15 gennaio 2014 da Tipitosti @cinziaficco1

Un’idea smart che ci porta al bike sharing 2.0: condivisione, sostenibilità, sviluppo digitale e convenienza. GetEasyBike vuole liberare il bike sharing dai costi e dai vincoli delle stazioni di prelievo e rilascio dei mezzi attraverso la creazione di una comunità urbana. GetEasyBike è uno dei 178 progetti selezionati dalla Regione Puglia attraverso il bando “Principi attivi” che sostiene i giovani in cerca di capitale a fondo perduto per avviare nuove e innovative attività imprenditoriali. Radiobici aveva già incontrato un progetto simile con Okobici ora anche Alessandra, Francesco e Gaetano ci raccontano su cosa stanno lavorando e qual è la loro idea.

GetEasyBike è un sistema di bike sharing. Cosa cambia rispetto ai modelli tradizionali? 

La Puglia continua a “pedalare”

GetEasyBike è pensato per mettere in condivisione delle bici, proprie o collettive, per spostarsi all’interno dello spazio cittadino, eliminando le stazioni di prelievo e rilascio presenti nel tradizionale sistema di bike sharing. Ogni spostamento e dunque ogni rilascio del mezzo è funzionale solo alle proprie reali esigenze. La regolazione e gestione del sistema è affidata ad una piattaforma virtuale che permette di individuare la bici più vicina, ottenere un codice di sblocco, utilizzarla e bloccarla nuovamente in un qualsiasi punto della città. GetEasyBike è ancora un progetto sperimentale, ma grazie al monitoraggio e alla raccolta dati scientifici ed affidabili sul suo funzionamento puntiamo a testarlo su scala più ampia.

Da dove nasce il vostro progetto e perché avete pensato di rinnovare la mobilità sostenibile?

App For Mobility, l’associazione che promuove il progetto GetEasyBike, nasce dall’incontro dei nostri percorsi personali e professionali. Ci siamo conosciuti in precedenti contesti di impegno sociale trovando sempre un comune pensiero pur nelle diverse competenze (Alessandra Aquilino ingegnere civile, Francesco Pasculli comunicatore e Gaetano Raimondo ingegnere informatico). Insieme ci siamo ritrovati a voler costruire qualcosa che ci permettesse di mettere a frutto le nostre capacità, ma che al contempo contribuisse a rendere più vivibile e in qualche modo condiviso, il nostro territorio ed ambiente urbano. Oggi purtroppo la necessità di movimento dei cittadini è affidata in larga parte a spostamenti con il mezzo privato, questo sia per la forma “autocentrica” che hanno assunto le nostre città, sia per l’errata percezione dei costi personali e sociali dell’automobile (sottostimati dai più). GetEasyBike è un progetto che lavora sulla mobilità partendo dalla collaborazione solidale e smart all’interno di una comunità. La presenza di questa comunità, pienamente attiva e visibile, influisce sul contesto urbano, spingendo lo sviluppo di altre infrastrutture fisiche dedicate (più i ciclisti sono visibili, più emerge la necessità di piste ciclabili e cicloposteggi).

Le tecnologie smart per la mobilità sono sempre più diffuse nelle grandi metropoli. Esistono altre sperimentazioni simili a GetEasyBike?

Il progetto si è ispirato ad alcune idee sviluppate in giro per il mondo come, ad esempio, quella newyorkese di SoBi o quella parigina di Velib. Una volta ottenuto il finanziamento abbiamo poi effettuato altre ricerche e individuato ulteriori modelli, come ad esempio l’esperienza Okobici a Copenaghen. La nostra percezione è stata, però, la scarsa concretizzazione di alcune di queste idee. Questo ha dato uno stimolo molto forte al nostro progetto nel trovare la massima concretezza progettuale. L’abbiamo fatto attraverso tre elementi che abbiamo valutato critici rispetto alla non realizzazione delle altre esperienze: la scalabilità dei costi, la costruzione di una comunità attorno al sistema tecnologico e la calibrazione del funzionamento sulla base delle reali esigenze e abitudini di quella comunità.

Cosa manca per superare la fase di sperimentazione di GetEasyBike e per la diffusione di sistemi come questo?

Il progetto, come detto, è molto legato alla comunità che lo popolerà. La sperimentazione sta proprio nella necessità di verificare la reazione degli utenti e al tempo stesso dell’ambiente esterno all’introduzione di un sistema come GetEasyBike. Lo studio preliminare sui comportamenti di mobilità (realizzato attraverso il questionario diffuso proprio in questi giorni sul sito www.geteasybike.it) e la raccolta di dati nel corso della sperimentazione permetteranno infatti di quantificare oggettivamente i rischi e le problematiche connesse alla realizzazione e all’esercizio del sistema.

GetEasyBike è pensato per svilupparsi in un contesto urbano, la mobilità sostenibile assume un valore centrale nel momento in cui parliamo in termini di qualità della vita. Quali sono secondo voi le sfide che i comuni e in particolari tutte le grandi città dovranno affrontare da oggi ai prossimi anni?

Comuni e città dovrebbero tornare ad essere pensate per chi le vive ogni giorno, crescendo ed evolvendosi in funzione dei bisogni e delle capacità di chi le abita. Alcune soluzioni in termini urbanistici, tecnologici o di servizi potrebbero infatti essere le più evolute, ma non rispondere alle reali esigenze della comunità urbana alla quale sono dedicate. I comuni possono rappresentare un grande laboratorio di sperimentazione in questo. Se ci pensiamo bene, prima lo facciamo, meglio è. Anche perché così saremo noi a vivere i benefici del nostro cambiamento.

La Puglia continua a “pedalare”

Quali sono secondo voi le realtà e i soggetti più vicine al tema della mobilità sostenibile? Cosa vuol dire parlarne in Italia a differenza di altri paesi?

Oggi il tema della mobilità sostenibile è piuttosto inflazionato, ma questo è di fatto un bene perché parlare di mobilità sostenibile significa parlare di vivibilità dell’ambiente urbano, di sicurezza stradale e di equità sociale. Tuttavia l’approccio prevalente in Italia è quello di affrontare il tema isolando i punti di vista delle utenze deboli: mancano una prospettiva unitaria e una reale campagna di responsabilizzazione degli automobilisti.

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“Oltre una certa velocità i veicoli a motore creano distanze che solo loro possono ridurre. Creano distanze per tutti, poi le riducono soltanto per pochi.” Ivan Illich – Elogio della Bicicletta”.

                                                                                                                       Ezio Antonacci

                                               http://www.radiobici.it/dalla-comunita-nasce-un-bike-sharing/


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