">">
Il tiro che probabilmente rientra tra i calci di punizione migliori di sempre è quello firmato da Roberto Carlos, realizzato nel 1997 contro la Francia. In porta, c’era Fabienne Bartez. Ebbene, uno studio di ricercatori della École Polytechnique di Palaiseau, qualche anno fa, aveva cercato di dare una spiegazione scientifica al calcio di punizione del brasiliano, arrivando da subito a una prima conclusione: quella straordinaria traiettoria arcuata (definita poi anche “a banana”) non fu un caso. A determinarne il cambio repentino di traiettoria fu il cosiddetto effetto Magnus - secondo il quale una sfera che si muove ruotando su se stessa effettua una traiettoria curva -, ma c’è di più. L’attrito, in quella circostanza, giocò un ruolo fondamentale che oggi resta ancora sconosciuto: la resistenza offerta dall’aria rallenta il pallone, così tanto da modificarne la traiettoria della curva determinata proprio dall’effetto Magnus.
È così che può nascere dunque un cambiamento di traiettoria tanto radicale quanto improvviso. I due studiosi che hanno curato lo studio in questione pubblicato sul New Journal of Physics, Christophe Clanet e David Quéré, hanno messo a confronto quello straordinario tiro da 35 metri, con i calci di punizione di Beckham e Platini battuti da una distanza dalla porta non superiore ai 20/25 metri.«Quando un tiro viene effettuato da una distanza sufficiente e con una potenza adeguata da essere ancora molto veloce in prossimità della porta, si possono avere traiettorie del tutto inattese che spiazzano i portieri» hanno sostenuto, sottolineando l’importanza che assume quindi la distanza dell’esecuzione per dare al pallone una simile traiettoria. È questa, in sostanza, la spiegazione scientifica a uno dei calci di punizione migliori di sempre.