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La puntualità dei pagamenti è sacra

Creato il 03 febbraio 2014 da Mcnab75

Pay Day

Questo post nasce dopo aver letto l’articolo della casa editrice LA CASE Books, che annuncia pubblicamente di non rivolgersi più a intermediari italiani per distribuire ebook. Accollandosi un minimo lavoro supplettivo, LA CASE si relazionerà direttamente coi grandi store multimediali che vendono libri digitali: Amazon, Kobo, Google Play etc. Il motivo di tale scelta? Semplice: i pagamenti delle royalties da parte di questi intermediari (italiani, lo ripeto) sono sempre in ritardo, spesso di mesi, e necessitano molteplici solleciti prima di muovere i loro delicati sederini.
Sono totalmente d’accordo con l’analisi di LA CASA Books. Da tempo non delego più i miei ebook a intermediari, per i medesimi problemi. Ho avuto grandissime difficoltà a farmi pagare le mie royalties, quando autopubblicavo attraverso di loro. Da quando ho invece un rapporto diretto col portale Amazon ricevo i miei pagamenti con assoluta, certosina, svizzera puntualità.
Che poi dovrebbe essere il normale corso delle cose, mentre in Italia pare fantascienza.

Dunque, le mie esperienze nel campo dell’editoria sono alquanto avvilenti.
Ho pubblicato due volte in modo tradizionale (racconti, in entrambe i casi). La prima volta ho ricevuto due copie omaggio del volume, ma nessuna royalties. La seconda volta non ho ricevuto nulla di nulla, nonostante il contratto regolarmente firmato etc. Va da sé che in entrambe i casi ci avrò perso sì e no 20 euro di royalties, ma in principio è stato violato.

Come ho già accennato, ho quindi autopubblicato due ebook attraverso un intermediario nostrano. Non faccio il nome, ma tanto ce ne sono soltanto un paio. Ebbene, farsi pagari le royalties è stato complicatissimo. Anzi, a distanza di oltre due anni, non ho ancora ricevuto il dovuto, per dirla fino in fondo. A ogni mail di protesta seguivano risposte del tipo “ma sei sicuro di averci mandato la documentazione XY?” (sì che sono sicuro! E ho pure pagato la raccomandata due volte, perché non volevate ricevere la documentazionevia mail), oppure “ora facciamo fare un controllo in amministrazione, poi ti facciamo sapere“. E poi il silenzio.

royalties pay day

Poi sono passato ad Amazon e c’è stata la svolta.
Ricevo regolari pagamenti, fino all’ultimo centesimo, con puntualità, efficienza e trasparenza totale. Una bella sensazione, ve lo assicuro. Proprio settimana scorsa ho incassato le mie royalties per il periodo ottobre/novembre 2013 e, avendo già i soldi sul conto corrente, posso pianificare di spenderli nell’immediato, per esempio investendo sui progetti futuri, oppure per coprire le spese dei weekend di tutto febbraio.
Sono piccole cose, ma importanti.
Diventeranno ancora più importanti se, fra un paio d’anni, magari vivrò di sola scrittura.

Purtroppo questo lassismo, questa disonestà nel ritardare i pagamenti va ben oltre il solo settore dell’editoria.
Ho un’amica traduttrice che aspetta da due anni i mille euro pattuiti per tradurre dei manuali odontotecnici per un grande studio milanese. Due anni, in cui, dopo le prime risposte di circostanza, l’interessato è passato agli sfottò: “E che fai, ci denunci? In Italia non serve a nulla“.
Che poi è anche vero, purtroppo. La tutela legale è inesistente, o quantomeno lentissima. E costosa.

Per contro in altre categorie non va meglio. Il giardiniere che viene a casa mia a potare i pini una volta l’anno, ha sempre dei contenziosi con le amministrazioni di diversi condomini, che non pagano (o pagano in gran ritardo) per i servizi ricevuti. Idem per il nostro idraulico.
La cosa buffa è che quelli più puntuali a pagare sono i piccoli, i privati. Più si sale in dimensione di grandezza, più gli interessati tendono a fare i furbi. Oramai la cosa è diventata una consuetudine, tanto che, quando riceviamo puntuale compenso, ci stupiamo, commossi.

Come dice l’articolo de LA CASE, questo andazzo è impensabile se si opera con dei partner americani (o comunque non italiani). Si rischiano colossali figuracce, nonché una perdita totale di credibilità. Mi pare anche il minimo, no?
Tornando al caso dell’editoria, io procuro un guadagno ad Amazon, quindi Amazon mi rispetta e mi tratta coi guanti. Semplice, no?
Sì, stiamo proprio parlando di quell’azienda lì, accudata di essere il Diavolo, oppure una sorta di corporation neonazista brutta e cattiva, che sfrutta i dipendenti e bla bla bla.
Meglio il piccolo artigiano italiano, che però non sa nemmeno gestire le ricevute dei singoli autori, per emettere poi i pagamenti delle royalties.
Certo, come no.

royalties

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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