La quantistica dello stendibiancheria
Impossibile essere serene quando i gatti di polvere che navigano per casa iniziano a fare a botte col tuo gatto vero (vincendo, tra l'altro),
impossibile lasciar correre il moltiplicarsi dei panni sporchi nel cesto.
Occorre agire, e farlo a costo della propria
integrità fisica e mentale.
Così, come tutte le settimane, mi dedico alla stesa dei panni appena tirati fuori dalla
lavatrice, mie fedele e solerte amica, quand'ecco che arriva l'Amoremio.
“Mmmm”
“Mmmmm che?”
“Ma come li stendi questi panni?”
“Come vuoi che li stenda, mica non è una
scienza! Cerco di farcene entrare il più possibile!”
"Ah.”
Poggio i panni, incrocio le braccia e mi giro verso di lui: “Dai, illuminami: come andrebbero stesi secondo te?”
“Analizzando le varie caratteristiche dei capi che devi stendere direi che puoi migliorare. Ad esempio i capi lunghi devi metterlo nei
bracci laterali, sennò rischi che toccano terra. E le cose piccole le potresti mettere nello stendibiancheria piccolo, quello che on usi mai e che ci decora e basta il
terrazzo.”
“Ah. Altro?”
“Béh, sì. C'abbiamo 1256
mollette nel cestino, come mai ne metti una per panno steso? Potresti metterne almeno due, almeno non si vedono i segni.”
“...”
“E' che tu non utilizzi logica nel fare questa cosa, non razionalizzi.
Non hai metodo. C'hai una teoria quantistica dello stendibiancheria”.
“Ah, cioè?”
“Cioè domina il caos.”
“...”
“Non usi la logica.”
“Ah, ora ho capito.”
Sì sì, ora ho capito.
Certamente.
Ora la mia vita è migliore.
Ho capito.
Ho capito che a prossima volta i panni li stende lui.