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La Quaremma, un personaggio silenzioso della Quaresima

Creato il 22 marzo 2011 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo

La Quaremma, un personaggio silenzioso della Quaresima

Montescaglioso-Quaremma e suoi figli- (foto di MontescagliosoNet)

In alcuni centri del materano la tradizione della Quaremma si è mantenuta, seppur in tono minore. Anche gironzolando tra le strade dei Sassi a Matera è facile notare questo pupazzo nero sospeso su un filo teso tra balconi o finestre che appare dal nulla nei giorni di Quaresima.
Questa figura tetra è un po’ inquietante è la Quaremma , cui termine sembrerebbe derivare dal francese Careme. La Quaremma è una pupa di paglia e di stracci raffigurante una vecchia brutta e magra, abbigliata
con abiti neri, con la conocchia e il fuso appesi al fianco. E’ la moglie di Carnevale o Carnevalone, ed è vestita a lutto per la moglie del marito, in alcuni centri bruciato sul rogo l’ultima domenica di Carnevale. Azione che indica alla popolazione la fine dei bagordi e l’inizio della Quaresima, tempo di digiuno e di penitenza. Alcune volte si notano, appesi, anche sette piccoli fantocci al fianco della Quaremma. Sono i figli della Quaremma e sono anche le sette settimane della Quaresima.
La celebrazione della Quaresima, risale alla metà del II secolo d.C. In origine durava sei settimane ed era caratterizzata da diversi rituali che la differenziavano dalle altre festività. Il Mercoledì delle Ceneri segnava, e segna ancora oggi, l'inizio della Quaresima (Quadragesima), periodo di quaranta giorni dedito alla moderazione, al ritiro, alla purificazione del corpo e dell'anima, che si concludeva, come oggi, il giorno di Pasqua. Proprio in riferimento a queste disposizioni ecclesiastiche sono nate alcune parole come Carnevale (dal latino carnem levare, cioè eliminare la carne) o Martedì Grasso (l'ultimo giorno di carnevale, in cui si può mangiare "di grasso").
C’è anche chi sostiene che la Quaremma abbia un legame con la mitologia greca classica e rappresenterebbe Cloto, una delle tre Parche greche, Il suo nome viene dal greco Klothes, ovvero filatrice, che teneva in mano la conocchia e filava il destino degli uomini. Probabilmente, senza andare così lontano nel tempo, è semplicemente una rappresentazione del periodo di Quaresima e delle sue rinunce e privazioni. In alcuni centri del Sud Italia,infatti, il Sabato Santo o giorno della domenica di Pasqua il fantoccio viene arso su un rogo o distrutto a colpi di fucile per manifestare la fine delle astinenze e l’inizio di un nuovo periodo.

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