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La quarta di copertina è come il primo appuntamento

Da Anima Di Carta
La quarta di copertina è come il primo appuntamentoAvete mai sentito parlare degli speed date? Sono eventi per single in cerca di partner, appuntamenti veloci durante i quali i partecipanti hanno pochi minuti per farsi conoscere e attirare l'attenzione. No, non ne ho mai fatto esperienza, ma è a questo che mi fa pensare la quarta di copertina, dove un autore (o un editore) ha un limitato numero di parole per per fare colpo su un compratore/lettore.
Che stress, vero?
Scrivere una quarta di copertina è infatti una delle 10 fatiche del self publishing, probabilmente una delle più ardue imprese che si trova ad affrontare un autore indipendente. Rispetto a un primo appuntamento veloce, però, ci si può preparare con tutta calma, provare e riprovare fino a quando non abbiamo ottenuto il più possibile da quelle poche, sudate righe.
Quando mi sono trovata di fronte alla necessità di descrivere la trama di Bagliori nel buio, non avevo mai fatto nulla del genere, perché la quarta del primo romanzo l'aveva scritta l'editore. Mi sono scontrata subito con un grande senso di frustrazione, con l'impressione di non riuscire a condensare in poche frasi l'essenza del romanzo, presa dallo sconforto di non sapere minimamente come convincere qualcuno a leggerlo. Ho passato giorni e giorni su quel breve testo, cancellando, riscrivendo, finché non ho capito che stavo sbagliando approccio. A oggi non saprei dire se il risultato finale è il meglio che potessi ottenere, ma sono perlomeno in grado di tracciare delle linee guida per affrontare questa memorabile impresa.

Prepararsi analizzando altre quarte


Andreste a un primo appuntamento vestiti male, i capelli in disordine? Penso proprio di no. Vorreste presentarvi al meglio, e per questo le donne trascorrono molto tempo davanti all'armadio in cerca della cosa giusta da indossare, la mise giusta che le valorizzi. Allo stesso modo bisogna studiare con attenzione che forma adottare per la quarta di copertina. Ne esistono infatti molti tipi, come ha illustrato tempo fa un guest post di Helgaldo su Appunti a margine.
La prima cosa da fare è dunque leggerne tante, fino a capire come vogliamo sia strutturata la nostra. Si possono passare in rassegna i romanzi più simili al nostro per genere e tipologia, sfogliando la libreria che abbiamo a casa o spulciando sugli store on-line.
Come fanno le case editrici a catturare l'attenzione dei lettori? Che formula usano per sintetizzare la storia? Cercate di prendere il meglio che offre il mercato e analizzatelo. In modo particolare, è importante scoprire come vengono descritte storie affini alla nostra, perché ogni tipo di romanzo ha il suo peculiare approccio.

Inquadrare l'essenziale


Quando ho cominciato a scrivere la mia quarta, le prime versioni erano molto lunghe, circa una pagina, eppure mi sembrava di non aver detto abbastanza. Rileggendole avevo la percezione che qualcosa continuasse a sfuggire. Le ho fatte leggere a un paio di persone, che mi hanno suggerito di fare delle aggiunte qua e là. Chi aveva letto la storia mi diceva: “Manca questo dettaglio e anche quest'altro...”. E così aggiungevo e aggiungevo ancora, senza riuscire lo stesso a centrare l'obiettivo. D'un tratto ho capito che non erano i particolari in più a essere necessari, dovevo fare esattamente il contrario: tagliare, fare diventare il testo più snello e agile. Quindi ho fatto mente locale sulle informazioni che ritenevo necessarie e ho eliminato il resto. Mettere a fuoco le cose da dire è la sfida principale, quindi vanno fatti moltissimi tentativi, non accontentandosi dei primi risultati. Scrivendo e riscrivendo alla fine emerge ciò che conta nella storia, ciò che la rende diversa da migliaia di tante altre.

Gli elementi che non devono mancare


Cos'è che non deve proprio mancare in una quarta di copertina? Ovviamente molto dipende dal tipo di storia. In un romanzo di fantascienza per esempio è obbligatorio chiarire fin da subito il contesto specifico, in un romanzo storico l'epoca, in un fantasy occorre specificare la natura della realtà, e così via. In generale però sono importanti alcuni elementi chiave.
  • Chi è il protagonista?
  • Qual è il suo problema-obiettivo?
  • Qual è l'ostacolo più importante che si frappone tra lui e la realizzazione dell'obiettivo?
  • Qual è la sfida che lo aspetta?
  • Quali circostanze danno inizio alle sue vicende?
  • In quale contesto-epoca-ambientazione si svolge la storia?

Credo sia fondamentale, inoltre, fa capire al lettore fin dalle prime righe che genere di storia ha davanti. Si deve capire se siamo di fronte a un horror o a un fantasy, perché può essere molto antipatico per un lettore scoprire che la storia non è quella che sembrava. Certo, anche la copertina aiuta a inquadrare il genere, ma questo è un altro discorso.

Usare una prosa semplice e chiara


Oltre che lunga, la prima versione della mia quarta era piena di frasi contorte e termini altisonanti. Ma non bisogna essere tentati di usare parole impegnative, meglio puntare sulla semplicità, perché una quarta di copertina deve essere leggibile per chiunque. Inoltre, un testo ha una sua sonorità, una sua atmosfera, e anche di questo andrebbe tenuto conto. Bisogna pensare che una quarta di copertina destinata a comparire online non è come un testo presente nel retro di un libro fisico, che quando siamo in libreria ci attardiamo volentieri a leggere. Su Internet andiamo tutti di corsa, un'occhiata e via. Quindi il testo dovrebbe essere veloce da scorrere, immediato, non appesantito da subordinate, il più possibile lineare. E soprattutto niente parole vaghe, generiche, banali, abusate. Se è possibile, fate a meno dei cliché, delle frasi fatte e degli stereotipi: l'originalità del libro deve risaltare in pieno.

Svelare o non svelare?


Qui veniamo a una questione spinosa. Quanto dire della trama? Personalmente non amo quando in una quarta mi viene svelato troppo. Vero che dire troppo poco significa non far scattare la molla della curiosità, quindi va bilanciato il dire e il non dire, ma si può anche giocare con le parole, lasciando intuire. Cosa deve trapelare ma non essere detto esplicitamente? Secondo me è il tema di fondo del libro. Molte quarte di copertina lo sfiorano appena, senza dirlo esplicitamente, altre lo spiattellano fin dalle prime parole. Personalmente ho preferito lasciarlo un po' nell'ombra, mentre nel mio primo romanzo l'editore aveva deciso consapevolmente di non esplicitarlo.
Io sono convinta di una cosa, e cioè che bastano poche righe per capire se un romanzo ci interessa o no, se vogliamo acquistarlo o lasciarlo dov'è. Tutti bene o male scegliamo in base a una forma di ispirazione del momento. Quindi è fondamentale riuscire a trasmettere fin dalla prima frase della quarta di copertina il tipo di atmosfera che poi si respirerà nel romanzo.

Onestà


Un'altra cosa importante secondo me è non essere ingannevoli ma aderenti alla trama, non gonfiare i fatti o dire cose false. Forse una descrizione a effetto può attirare l'attenzione di un eventuale lettore, ma dopo? Non credo sia una buona idea inserire specchietti per le allodole, meglio che una quarta contenga solo la verità. Proprio come si dovrebbe essere se stessi a un primo appuntamento...
Le quarte di copertina presenti sugli store ormai contengono molto altro rispetto alla pura e semplice descrizione del contenuto. Mi riferisco a commenti, estratti, link, informazioni sull'autore, altre pubblicazioni, ecc. Ognuno ovviamente è libero di introdurre quello che ritiene più utile a inquadrare il prodotto (è di questo che parliamo, no?).
Mi sento solo di dire che anche su questo si dovrebbe essere onesti. Ho visto scritta la parola Mondadori su quarte di copertina all'unico scopo di attirare lo sguardo, anche se l'editore non era affatto quello. Insomma, lascio a voi trarre le conclusioni...
Una cosa che proprio non mi piace, che si tratti di editoria tradizionale o di self, sono le autocelebrazioni. Tornando al paragone del primo appuntamento, è come se in quest'occasione qualcuno si vantasse di quanto è bello e in gamba. Quindi personalmente abolirei tutte le frasi di elogio del proprio romanzo, ma certo è una questione di gusti, non di marketing.
Concludo queste linee guida lasciandovi il link a un'iniziativa che molti di voi già conoscono, Acchiappami se ci riesci, promossa da Michele Scarparo sul suo blog, per chi vuole sottoporre a un test la sua quarta.
Avete altri consigli per presentarvi al meglio al primo appuntamento con i vostri lettori? Vi va di raccontarmi la vostra esperienza in questa epica impresa?

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