Il risentimento di coloro che sostengono l’autonomia del Telangana nello Stato indiano dell’Andhra Pradesh è esploso a settembre in violente proteste. Nuova Delhi deve rendersi conto che questa situazione, aggravata da storici problemi legati alla discriminazione e alla scarsità di risorse idriche, non si risolverà autonomamente senza una chiara decisione da parte del governo centrale.
Il Telangana è tornato ad ossessionare Hyderabad, la capitale dello Stato indiano dell’Andhra Pradesh. La decennale richiesta di separazione e autonomia dei dieci distretti del Telangana ha catalizzato nuovamente l’attenzione nella città e nell’intera regione grazie a un’imponente marcia del 30 settembre scorso, chiamata Sagara Haram. La tensione ad Hyderabad in questi giorni è alta, soprattutto all’interno dello storico centro propulsore del movimento pro-Telangana, ovvero l’Arts College dell’Osmania University. Il riemergere delle proteste è avvenuto inoltre in un periodo particolare, soprattutto in termini di sicurezza.
La marcia per il Telangana si è svolta tra la festa indù legata alla divinità Ganesh, programmata tra il 29 e il 30 settembre e con la presenza di milioni di fedeli in processione per le strade della città, e l’importante incontro internazionale di 19 giorni dedicato alla biodiversità, l’undicesima Conferenza delle Parti (COP) alla Convenzione sulla biodiversità (CBD), iniziata ad Hyderabad il 1° ottobre. (Il primo ministro Manmohan Singh ha presenziato alla
conferenza lo scorso 16 ottobre). Il governo locale temeva che le proteste avrebbero potuto comportare una cattiva fama internazionale da parte della città e ha cercato d’impedire la marcia fino all’ultimo. La manifestazione del 30 settembre è stata caratterizata da episodi di violenza in diverse parti della città, mentre gli slogan sentiti per la maggior parte delle strade di Hyderabad erano Jai Ganesha e Jai Telangana (vittoria al Telangana). I sostenitori dello Stato del Telangana si sono scontrati con la polizia in diverse zone di Hyderabad. Episodi di violenza sono stati piuttosto evidenti soprattutto nel campus universitario dell’Osmania, dal momento che gli studenti hanno cercato di sfondare i posti di blocco della polizia per raggiungere il resto dei manifestanti ad Hyderabad. La polizia e il TJAC si accusano a vicenda per le violenze. La polizia ha indicato alcuni gruppi estremisti di sinistra come i responsabili di queste violenza; secondo le autorità i manifestanti non avrebbero seguito le istruzioni diramate nei giorni precedenti. I dettagli rilevanti legati al percorso della manifestazione erano stati forniti, ma secondo la polizia i sostenitori del Telangana non hanno rispettato le condizioni prestabilite. Tuttavia, il Comitato per la sorveglianza delle libertà civili (Civil Liberties Monitoring Committee) ha condannato gli attacchi contro gli attivisti del Telangana, deplorando il fatto che le autorità statali abbiano dato mano libera alla polizia al momento della manifestazione.Durante il periodo coloniale, il Telangana era governato da un sovramo musulmano, il Nizam di Hyderabad, il quale regnava nello Stato di Hyderabad, una regione autonoma ma strettamente legata alla Gran Bretagna; le restanti aree dell’attuale Andhra Pradesh (Coastal Andhra e Rayalaseema) erano invece direttamente amministrate dal Raj britannico in quello che era chiamato Madras Presidency. Questa divisione ha determinato un diverso livello di sviluppo economico e sociale tra le due aree. Il movimento politico per la separazione del Telangana emerse alla fine degli anni ’60, per poi ritrovare nuova linfa durante lo scorso decennio dopo la nascita di tre nuovi Stati all’interno della Federazione Indiana: Uttarakhand, Chhattisgarh e Jharkhand. La questione del Telangana è però essenzialmente di tipo economico, non linguistico, etnico o religioso come in altre aree della Federazione. La risposta dei partiti politici è ambivalente. Diversi partiti erano presenti alla manifestazione del 30 settembre, come ad esempio il Telangana Rashtra Samithi (TRS), il Bharatiya Janata Party (BJP) e il Communist Party of India (CPI); ma la realtà è che i partiti sono fortemente divisi sulla questione del Telangana, a differenza della società civile, riunita da anni attorno ad organismi come il TJAC. Il TRS, guidato da K. Chandrashekar Rao, è l’unico partito che ha come programma specifico e obiettivo prioritario la nascita del Telangana come Stato separato, rimanendo comunque all’interno della Federazione Indiana.
Il Partito del Congresso dell’Andhra Pradesh è diviso a proposito del problema. Gli esponenti del Congresso che sostengono la nascita del Telangana hanno evitato di partecipare alla marcia, temendo potenziali contestazioni da parte della popolazione, come avvenuto durante l’ultima marcia dello scorso anno, the Million March for Telangana. L’attuale ministro delle finanze P. Chidambaram, quando nel 2009 era ministro della difesa disse che nel giro di pochi mesi sarebbe iniziato il processo per la creazione di un nuovo Stato in Andhra Pradesh; una dichiarazione che non ha avuto un concreto seguito durante gli anni successivi, ma ancora presente nella memoria della popolazione del Telangana. Anche lo storico nemico del Congresso nell’Andhra Pradesh, il Telugu Desam Party (TDP), è diviso – e per comprensibili ragioni visto che il partito è stato fondato per l’unità delle popolazioni di lingua telugu. Questa lingua dravidica è parlata infatti in tutto l’Andhra Pradesh. Pochi giorni prima della marcia, il capo del TDP Chandrababu Naidu ha inviato una lettera al primo ministro, sollecitando una rapida soluzione del caso. Tutto ciò ha però comportato le prevedibili proteste di alcuni esponenti del partito provenienti dal Rayalaseema e dalla Coastal Andhra, con la minaccia di dimissioni in massa dal TDP. Il BJP ha invece affermato che inserirà la creazione immediata dello Stato del Telangana nel suo programma di governo per il 2014. È naturale che molti partiti politici sostengano la creazione del Telangana, un sicuro cavallo di battaglia per la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni, previste sia in Andhra Pradesh sia a livello nazionale nel 2014. TDP, BJP, CPI e Congresso sono quasi costretti a sostenere il movimento per motivi di carattere elettorale.
Il punto centrale della questione è però un altro. Il fallimento della nascita del Telangana non è solamente legato al fallimento della leadership politica locale, che è costantemente divisa, ma è anche causato da forti interessi economici, in particolare degli uomini d’affari dell’Andhra. Questi ultimi hanno paura di perdere i loro profitti in caso della nascita di un nuovo Stato. Il cuore della questione è il futuro di Hyderabad, il centro economico della regione. Un Telangana senza la sua capitale storica è impensabile, ma gli interessi economici sono troppo forti e in questi termini una vera e propria divisione dell’Andhra Pradesh è allo stesso tempo improbabile. Le due principali obiezioni che molti politici, in particolare del Congresso e del TDP, pongono nei confronti della creazione del Telangana sono Hyderabad e gli investimenti nella capitale. Per quanto riguarda Hyderabad, i politici legati agli interessi commerciali hanno paura di perdere la città, anche se non lo dicono in modo esplicito. Pensano di aver investito molto nel suo sviluppo recente, ad esempio i dieci migliori ospedali ad Hyderabad sono nelle mani di personaggi legati alla regione dell’Andhra e dodici delle cinquanta aziende leader in tutta l’India sono di proprietà d’imprenditori provenienti dall’Andhra Pradesh. Queste società hanno tratto molti benefici dal boom economico di Hyderabad e dei sobborghi circostanti, ed è proprio a causa di questi interessi che non sono pronti a lasciare la città.
Un altro punto importante da considerare è la reale efficacia di un nuovo Stato per la soluzione di problemi relativi a gruppi svantaggiati, come i contadini nelle zone rurali dove scarseggia l’acqua. Uno Stato separato risolverà i problemi idrici della regione? Molti sostenitori del Telangana ritengono che in questo modo potranno gestire le proprie risorse autonomamente, senza dover convogliare l’acqua verso le zone costiere dell’Andhra. Perché uno Stato dell’Andhra Pradesh unito non è in grado di risolvere queste problematiche? La regione richiederebbe un rafforzamento delle infrastrutture e una ridistribuzione equa delle risorse idriche, così come dei posti di lavoro tra la popolazione proveniente da differenti aree poiché è un dato di fatto storico che gli abitanti del Telangana siano stati svantaggiati dalla creazione dell’Andhra Pradesh nel 1956. In questo senso, permanenti diseguaglianze di tipo politico, sociale ed economico tra le diverse regioni per motivi di carattere storico giocano un ruolo fondamentale. Le condizioni economiche, sociali e d’istruzione inferiori in Telangana hanno permesso l’accesso privilegiato nel settore pubblico, amministrativo e governativo a personalità legate all’Andhra, le quali hanno naturalmente favorito la loro regione. In questo senso, tuttavia, si tratta di un ulteriore fallimento della leadership politica proveniente dal Telangana.
La richiesta di uno Stato per il Telangana è assolutamente legittima e democratica, secondo l’articolo 3 della Costituzione indiana, che garantisce la creazione di nuovi Stati solamente attraverso la decisione del governo centrale. Il problema è che l’articolo 3 in questione è troppo vago. In questo senso, è necessaria una chiara risposta da parte di Nuova Delhi poiché non è comprensibile il fatto che casi legati alla statualità di Uttarakhand, Chhattisgarh e Jharkhand siano stati risolti in un periodo di tempo molto breve, mentre il Telangana sia ancora in attesa da anni. È necessario adottare criteri maggiormente chiari e uniformi per tutte le aree della Federazione, tenendo ovviamente in considerazione le differenti condizioni politiche ed economiche di ogni area, come dimostrano chiaramente gli interessi economici dell’Andhra Pradesh. In caso contrario, una persistente situazione di stallo potrebbe generare un aumento delle tensioni tra le diverse componenti della società indiana, come confermato dagli eventi delle recenti settimane ad Hyderabad. Inoltre, un fallimento nella chiarificazione del principio della creazione di nuovi Stati all’interno della Federazione e un’eventuale effettiva nascita del Telangana potrebbero comportare l’emergere di richieste simili in altre zone dell’India, soprattutto nelle aree povere che aspirano a separarsi da regioni ricche e prospere. Il pericolo maggiore è l’aumento di politiche populiste e identitarie basate su criteri religiosi, economici, etnici, sociali e di casta. Questo è già avvenuto in altre aree del paese (L’India tra riforme economiche e politiche identitarie). Negli ultimi anni il Congresso non ha prestato grande attenzione alla questione, anche se il movimento popolare è molto forte. È ovvio che una chiara decisione in un senso o in un altro può creare un forte malcontento in entrambe le zone dello Stato, ma al tempo stesso una risposta è necessaria per evitare la paralisi della regione e di Hyderabad. Un primo passo potrebbe essere la ricerca di un reale consenso sulla questione tra i diversi partiti politici, al fine di raggiungere una posizione forte e chiara sul Telangana e i suoi problemi.