La quiete dopo la tempesta.

Da Gattolona1964

La frase che riporto più sotto,  è stata detta dal dottor Alfonso Signorini, a proposito di una sua importante, grave  e dolorosa malattia, della quale ha parlato pubblicamente: la leucemia. Il dottor Signorini pubblicò in prima pagina, sul settimanale  “CHI” (del quale è Direttore) il 15/11/2014 una lettera che scrissi per mio figlio Riccardo, facendomi un regalo pre Natalizio inatteso e insperato. Per chi non l’avesse letta, è riportata nella categ: I sentimenti immensi.

Dal dolore a volte si esce come rigenerati, fortificati, impreziositi … il dolore, e spesso anche quello altrui, è capace di insegnarci che la vita ha valori intrinsechi più forti della paura, più preziosi di ogni bene materiale, valori intimi, intangibili ed inafferrabili.

…ma quanto ero carina  a vent’anni?? allora per guadagnare i primi soldini lavoravo da un parrucchiere “prestandogli” il mio viso per pettinature e tagli di capelli a scopo dimostrativo per nuove clienti! Usava così in quegli anni! Sfilavo anche con  abiti da sposa (che amo tutt’oggi!) per una sartina mia amica,  però non essendo molto alta mi facevano mettere dei tacchi mostuosi. Circa 15/20 cm. di trampoli, dai quali non sono mai caduta. Questi sì, che son miracoli!

Stamattina vorrei lavorare su queste  parole, che leggo e rileggo da diversi giorni. Lui pare essere guarito o quanto meno fuori pericolo. Io invece sono ancora in mezzo al guado, anche se fortunatamente o sfortunatamente non lo so, non ho la sua stessa malattia. Non lo so che cosa sia peggio: se combattere contro una malattia fisica o un disagio della mente. Non lo so, e nel dirlo sono sincera e convinta! Combatto tenacemente con un mostro che non ha nome o volto ben delineati, combatto la mia guerra personale che ho vinto a tratti contro un ISIS che mi aleggia intorno con la sciabola sempre pronta. Io non lo vedo questo boia, ma sento l’alito della sua sciabola sul mio collo e dentro alla mia testa, può arrivare da me in qualsiasi momento e se non sono pronta a scalciarlo via, sono dolori inenarrabili per me. Naturalmente, lui o lei, sono più propensa a pensare che abbia due sessi comunque, se ne fa sberleffi delle mie lacrime e della mia disperazione. Se la vita ha valori intrinsechi più forti della paura, il dottor Signorini vorrei tanto me li spiegasse, perchè quelli io non li ho ancora trovati.

Per me la paura d’impazzire, di non ragionare più con la mia testa, di non essere più padrona di me stessa e delle mie azioni è sconvolgente. La vita ha valori racchiusi in sè immensi e preziosi, ma quando io sono dentro a quel tunnel e non so più uscirne, nemmeno il pensiero dei miei amati ed adoratissimi figli mi fa stare meglio. Credevo che il pensare a loro due, a crescerli, a proteggerli, ad essere una brava mamma mi impedisse di soffrire. Non è vero, non è sufficiente, così come non è sufficiente l’amore sconfinato e la dedizione totale alla mia persona, da parte di mio marito. In quei momenti io Fabiana Schianchi coniugata U., non riesco a pensare a nulla. Prego solo che la crisi se ne vada via, mi attacco ad un pensiero positivo ma questo non vuole rimanere attaccato a me. Poi all’improvviso, ma potrebbe essere passata anche un’ora o mezza giornata, mi alzo da terra e ricomincio a respirare,gli occhi vedono che sono ancora viva e sono io, la parola ritorna al suo posto e la voce esce adagio e giusta. Ricomincio subito a svolgere le mie attività come un soldato al quale hanno ridato la carica. Urlo dentro di me, non sono più capace di farlo dal vivo e chiedo a DIO: perchè Signore mi fai riprovare ancora queste sensazioni? Ma Lui non c’entra niente, è inutile incolparlo! E io che colpe ho, se mia madre non ha abortito per tempo? nIn quei momenti mi domando perchè mio padre e mia sorella ed il medico condotto non l’hanno lasciata fare ciò che desiderava fare. Forse Bianca sapeva ciò che avrei provato da grande  e voleva impedire alla vita di farmi soffrire. Tutto sommato sarebbe stata una brava mamma: tutte noi mamme vere vorremmo impedire il dolore ai nostri figli. Lei lo voleva impedire uccidendomi prima che lo conoscessi, io non l’avrei mai fatto ma non mi permetto di giudicare chi lo deve o lo vuole fare. Mamma Bianca forse lei, fu previdente. Ci si è messo di mezzo il destino porca miseria e mi ha fatto venire in questo mondo, che potrebbe anche essere bello ed interessante, ma che sa diventare un mondo di merda pura  se vuole. Vedere il bello ed il buono della vita, apprezzarne tutti i contorni e le sfumature lo potrò ancora fare quando sarò guarita del tutto, cioè mai. Lo so perfettamente, l’ho sperimentato su me stessa e ho studiato i sacri testi di psicologia e psichiatria. Dal mostro senza nome non si guarisce mai, si può arrivare a stare bene per lunghi, lunghissimi periodi, poi basta un evento nefasto, un dolore inaspettato e ci si ricasca di nuovo. Ed ogni volta sai di che cosa si tratta, credi di essere preparata all’attacco perchè lo conosci, ma impreparata perchè non conosci l’intensità con la quale stavolta viene a farti visita. E non sai per quanto tempo alloggerà dentro di te, non sai per quanti giorni ti starà incollato come una seconda pelle, vorrà fare anche l’amore con te e ti ruberà anche la dignità e gli entusiasmi che tu possiedi! Il mpstro deturpa e rovina ogni viscera e ogni organo che possiedi. Lo senti nel tuo corpo, che diviene sempre più vecchio e stanco, nella tua mente che sobbalza, ed è dolorante sotto i colpi di quel martello pneumatico che le perfora le tempie ed il cranio. Lo vivi nel cuore che batte fortissimo e non più al ritmo giusto, giri e rigiri su te stessa e sei bendata, inciampi e sbatti contro tutti gli spigoli ed i muri. Poi io però mi rompo le scatole, mi stanco e mi girano forte le eliche: decido di schiaffeggiare l’aria, inghiotto uno spicchio di compressa che odio dal profondo, bevo tre bicchieri d’acqua: due acqua naturale, uno di acqua frizzante,  vado in bagno e faccio la pipì, tanta e butto fuori da me le tossine cattive e la coda del mostro. Non sono cazzate, sono verità, non c’è nulla da stupirsi! La testa ed il corpo sono ancorati a me, ma dormono un finto sonno tranquillo e rigenerante, sono subdoli, fanno finta di riposare e se io mollo la guardia, loro riattaccano! Non mi danno più fastidio, però ci sono. In quel momento IO ricomincio a vivere.

E mi ritornano alla mente i miei figli e i miei mercati del vintage, il mio libro da pubblicare, una torta di mele che sempre rimando e stringo forte i denti, mi strappo la pelle delle labbra, le faccio sanguinare poi mi passo il burro cacao, ma non ci mollo. E’ questione di puro orgoglio? Voglio dimostrare che  sono più brava di quegli altri sette milioni o forse più d’Italiani che come me, ne soffrono? Voglio essere proprio io quella che ha trovato la ricetta magica? Minchia signor tenente, diceva il mio amico Faletti, no non voglio la medaglia. Vorrei solo respirare tranquilla e non avere più paure. Chiedo di essere lasciata in pace per un periodo di almeno vent’ anni consecutivi, non credo siano troppi! Ho ancora molte cose da fare, devo anche organizzare un’altra sfilata di abiti da sposa per Luglio 2015! Circa cinquant’anni,  tra alti e bassi li ho regalati al boia con il viso coperto e la sciabola che mi ronza attorno, ora sai dove ti mando per i prossimi venti: affan….! Ma tu vacci davvero però!



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