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La quotidianità e la solidarietà

Creato il 13 aprile 2012 da 19stefano55

Qualche giorno fa ho partecipato ad un incontro che aveva come titolo principale il tema della solidarietà, per una nuova forma di partecipazione alla vita cittadina. Era organizzato da Rifondazione Comunista e di norma non la frequento, ma il titolo mi attirava e c’era anche il prof. Mancini , ordinario di Filosofia all’Università di Macerata.

A dire il vero si è parlato poco di nuovi modelli di coabitazione dal punto di vista tecnico (ovviamente questo era il mio interesse) ma alcune frasi del professore mi sono rimaste in mente.

La politica non può essere un mestiere, 6-8 anni  di cariche bastano e avanzano. Non si è mai visto che con gli anni i politici aumentino le competenze. L’uomo tende per sua natura a cooperare e non a competere. La famiglia è indispensabile per dare fiducia ai giovani (ovviamente con le debite eccezioni). La società civile si deve riprendere i territori (es. bilancio partecipato) e il politico non deve far altro che ascoltare e attuare quello che la maggioranza dei cittadini ha manifestato come priorità. Il denaro è solo uno strumento per dare valore alle cose e non agli uomini.

Condivido tutto purché non sia l’Utopia del  Tommaso Moro di turno.

Il mio intervento, verso la mezzanotte, è stato solo tecnico citando alcuni buoni esempi di città solidale:

  • sviluppo del consumo critico con attenzione ai GAS  e alle filiere corte ed etiche
  • sviluppare le reti condominiali per servizi agli anziani, conciliazione, sicurezza
  • fare attenzione al declassamento dell’utilizzo dell’ISEE che qualche comune vuol fare e  che per quanto aleatoria costituisce un minimo di tutela per i meno agiati
  • utilizzare anche il web 2.0 per proporre nuove esperienze di volontariato, mirato e personalizzato, con incrocio domanda-offerta da parte di enti non profit
  • utilizzo di piccoli vaucher, in collaborazione con piccole banche etiche, per far fare lavoretti di manutenzione a chi è povero e senza lavoro (ti aiuto ma vorrei evitare una tua totale e permanente dipendenza).
Ritengo anche che un progetto che ho elaborato con lo studio  Inmovimento, composto da architette specializzate nelle tematiche slow e dell’accessibilità, che ho chiamato Urban Rural Park, può migliorare le problematiche dell’integrazione, del rapporto intergenerazionale e fruire di uno spazio verde dai molteplici e flessibili usi: didattici, sociali, socio-sanitari e rurali.

Quando ho finito di parlare c’erano solo i comunisti (pochi…..tranquilli!).



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